Frontespizio – La Fuga in Egitto

Riferimento: S41921
Autore Giandomenico TIEPOLO
Anno: 1757 ca.
Misure: 237 x 292 mm
2.400,00 €

Riferimento: S41921
Autore Giandomenico TIEPOLO
Anno: 1757 ca.
Misure: 237 x 292 mm
2.400,00 €

Descrizione

Acquaforte e bulino, 1753 circa.

Esemplare nel secondo stato finale, con il numero 2 nell’inciso, in basso a sinistra.

Magnifico esemplare, impresso su carta vergata filigranata, ampi margini oltre la linea del rame; eccellente stato di conservazione.

Frontespizio della serie La Fuga in Egitto.

Sullo sfondo della fresca citazione del castello di Würzburg il gruppo di angeli si libra in volo reggendo lo stemma del principe vescovo Karl Philipp von Greiffenklau. Il frontespizio è piuttosto raro perché inserito solo nella prima edizione del Catalogo (1774) di Giandomenico.

La Fuga in Egitto, capolavoro acquafortistico di Giandomenico, comprende ventisette tavole: la dedica, il frontespizio e 24 acqueforti con scene della fuga. Senza dubbio nel concepimento della serie Giandomenico trasse ispirazione da opere paterne.

Bibliografia

Succi, II, pp. 538 -540, n. 45.

Giandomenico TIEPOLO (Venezia 1727 - 1804)

Il più grande dei figli di Giambattista sopravvissuti, entrò nello studio del padre all’inizio degli anni '40 del 1700, dove studiò l’arte paterna copiando disegni e acqueforti del maestro. Nel 1747, all’età di 20 anni, Giandomenico dipinse un ciclo di 14 tele, la Via Crucis per l’Oratorio del Crocifisso a S. Polo a Venezia (in situ). Evitò qualsiasi accenno alla magniloquenza di Giambattista e creò delicate scene che ritraevano la sofferenza del Cristo, il dolore dei suoi seguaci e la freddezza degli spettatori casuali in uno stile molto schietto. Dal 1750 al 1770 Giandomenico fu sia assistente e associato del padre, sia artista indipendente, sebbene a volte i ruoli non fossero del tutto chiari. Dal 1750 al 1753 prepararono ed eseguirono gli affreschi decorativi nella Würzburg Residenz, ma Giandomenico stava anche realizzando un certo numero di lavori individuali, come la Istituzione dell’Eucaristia (1753; Copenhagen, Stat. Mus. Kst). Quest’opera è dipinta con stile semplice e diretto, tipico della sua arte, sia dal punto di vista del soggetto (si veda ad esempio il Minuetto, 1755; Barcellona, Mus. A. Catalunya) e quello della composizione (ad esempio I Quattro Santi Camaldolesi, 1756; Verona, Castelvecchio, in cui le figure sono raggruppate insieme).

Giandomenico TIEPOLO (Venezia 1727 - 1804)

Il più grande dei figli di Giambattista sopravvissuti, entrò nello studio del padre all’inizio degli anni '40 del 1700, dove studiò l’arte paterna copiando disegni e acqueforti del maestro. Nel 1747, all’età di 20 anni, Giandomenico dipinse un ciclo di 14 tele, la Via Crucis per l’Oratorio del Crocifisso a S. Polo a Venezia (in situ). Evitò qualsiasi accenno alla magniloquenza di Giambattista e creò delicate scene che ritraevano la sofferenza del Cristo, il dolore dei suoi seguaci e la freddezza degli spettatori casuali in uno stile molto schietto. Dal 1750 al 1770 Giandomenico fu sia assistente e associato del padre, sia artista indipendente, sebbene a volte i ruoli non fossero del tutto chiari. Dal 1750 al 1753 prepararono ed eseguirono gli affreschi decorativi nella Würzburg Residenz, ma Giandomenico stava anche realizzando un certo numero di lavori individuali, come la Istituzione dell’Eucaristia (1753; Copenhagen, Stat. Mus. Kst). Quest’opera è dipinta con stile semplice e diretto, tipico della sua arte, sia dal punto di vista del soggetto (si veda ad esempio il Minuetto, 1755; Barcellona, Mus. A. Catalunya) e quello della composizione (ad esempio I Quattro Santi Camaldolesi, 1756; Verona, Castelvecchio, in cui le figure sono raggruppate insieme).