Allegoria delle vittorie contro i Turchi dell'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano

Riferimento: S42911
Autore Hubert VINCENT
Anno: 1704 ca.
Zona: Livorno
Misure: 680 x 900 mm
4.500,00 €

Riferimento: S42911
Autore Hubert VINCENT
Anno: 1704 ca.
Zona: Livorno
Misure: 680 x 900 mm
4.500,00 €

Descrizione

Acquaforte e bulino, 1704 circa, firmata in lastra in basso a destra. Da un soggetto di Antonio Lesma.

Tesi teologica di Giovanni Felice “de Luca”, discussa “sub assistentia” di Carlo Felice (al secolo Ippolito) di Santa Croce sull’Arno; osservante minore, zio dello storico Giovanni Lami. La tesi è discussa nel convento di San Francisco de Vitoria nella regione spagnola della Cantabria; demolito nel 1930 il convento si riteneva fondato da S. Francesco d’Assisi nel 1214.

Raffigura un’allegoria delle vittoriose battaglie contro i turchi, celebrando le imprese dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano. Protagonisti dell’opera, che viene disegnata dal pittore di corte Antonio Lesma ed incisa a Roma dal lionese Hubert Vincent, sono Papa Clemente XI, Cosimo III de Medici, e le città di Pisa e Livorno, rispettivamente sede dell'Ordine e porto da cui si imbarcavano i Cavalieri.

Papa Clemente XI (Giovanni Francesco Albani, Urbino 1649 – Roma 1721) è stato il 243º papa della Chiesa cattolica dal 1700 alla sua morte. Papa Albani è raffigurato in alto a destra, sopra una nuvola sostenuta da un angelo. Sorregge le effigi di Leone X, Clemente VII e Leone XI; ai suoi piedi troviamo la mezzaluna turca e il copricapo del Sultano, a simboleggiare la vittoria contro il nemico musulmano.

Cosimo III de' Medici (Firenze, 1642 – 1723), figlio di Ferdinando II de' Medici e di Vittoria Della Rovere, fu il penultimo granduca di Toscana appartenente alla dinastia dei Medici. È raffigurato in un cartiglio sorretto dalla da un angelo che suona la tromba, che simboleggia l’allegoria della Fama.

L’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano fu fondato da Cosimo de’ Medici nel 1561 per garantire la difesa delle coste toscane dai pirati. In quel contesto storico il Mediterraneo non era sicuro a causa delle scorrerie ottomane ed era intenzione di Cosimo I creare una rete di avamposti insulari fortificati nel Mediterraneo, di cui l’Isola d’Elba sarebbe stata il punto focale per impedire che assalti turcheschi giungessero nel cuore delle signorie cristiane. Cosimo fece redigere a Firenze degli Statuti simili a quelli di Ordini già esistenti ed in particolare a quelli dell’Ordine di Malta, adottandone la croce ottagona, ma invertendone i colori. L’Ordine accoglieva la nobile gioventù di tutta l’Italia a Pisa che, per le sue tradizioni marinare, rappresentava un centro degno di rispetto per il ricordo del grande dominio che aveva avuto nel Mediterraneo.  

Hubert Vincent nasce a Lione ma si trasferisce ben presto a Roma dove è attivo tra il 1680 ed il 1730, come incisore di riproduzione di dipinti ed affreschi, in particolare di Raffaello e Correggio. Vincent aveva già inciso nel 1701 le tavole per il celebre I pregi della Toscana nell'imprese più segnalate de' cavalieri di Santo Stefano opera data in luce da Fulvio Fontana della Compagnia di Gesù dedicata all'altezza reale di Cosimo III Granduca di Toscana e Gran maestro dell'Ordine, raccolta che fu stampata per celebrare le glorie dei Cavalieri di S. Stefano. Le 37 tavole rappresentano assedi e battaglie navali della flotta toscana.

La presente tavola ripropone un modello già utilizzato da Vincent nel 1700, in un’analoga tavola dedicata al viceré di Napoli Luis Francisco de la Cerda. L’impianto ornamentale è lo stesso; Papa Albani, in alto a sinistra, l’effige del dedicatario in alto a destra, la cornice ornamentale laterale con armi ed armature, il cartiglio con la dedica in basso, la veduta prospettica – di Napoli – sullo sfondo al centro. Sempre sconosciuta ai repertori, la tavola fu in nostro possesso nel 2012 (cfr. Cartografia Rara, cat. 45, Ed. Antiquarius (2012), n. 55).

Sebbene questa Tesi rechi la data del 1706, il rame venne inciso probabilmente nel 1704. Nella bibliografia Livorno nelle antiche stampe di Piero Frati, è illustrata l’opera con delle varianti; nei cartigli in basso, con tre fogli di testo tipografico applicati sopra la parte incisa, troviamo la dedica di Zenobio Zagrio a Cosimo III, accompagnata dal titolo THESES PHILOSOPHICAE e con imprint Florentiae MDCCIV apud Michelem Nestum.

Magnifica prova, ricca di toni, impressa su due grandi fogli di carta vergata coeva, rifilata al rame, restauro nella parte inferiore e superiore sinistra, pieghe di carta visibili al verso, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Opera rarissima, conosciuta sino ad ora solo per la variante della collezione Frati.

Bibliografia

Piero Frati, Livorno nelle antiche stampe, 2000, p. 64, n. 40; S. Bifolco, Cartografia Rara, cat. 45, Edizioni Antiquarius (2012), n. 55.

Hubert VINCENT (attivo a Roma tra il 1680 – 1730)

Hubert Vincent nasce a Lione ma si trasferisce ben presto a Roma dove è attivo tra il 1680 ed il 1730, come incisore di riproduzione di dipinti ed affreschi, in particolare di Raffaello e Correggio.

Hubert VINCENT (attivo a Roma tra il 1680 – 1730)

Hubert Vincent nasce a Lione ma si trasferisce ben presto a Roma dove è attivo tra il 1680 ed il 1730, come incisore di riproduzione di dipinti ed affreschi, in particolare di Raffaello e Correggio.