Ritratto del dottor Giovanni Girolamo Sbaraglia

Riferimento: S7240
Autore Donato CRETI
Anno: 1716
Misure: 147 x 197 mm
475,00 €

Riferimento: S7240
Autore Donato CRETI
Anno: 1716
Misure: 147 x 197 mm
475,00 €

Descrizione

Ritratto di Giovanni Girolamo Sbaraglia, di profilo, rivolto a destra; entro un ovale affiancato da due putti in piedi su cornucopie. In cartiglio quattro righe in latino riferite all'autore e sotto l'immagine i dettagli della produzione: "Donatus Creti Bononiensis delineavit et sculpsit 1716".

Acquaforte del 1716, firmata e datata sulla lastra in basso sul margine bianco.

Esemplare nell'unico stato conosciuto.

Bella prova, stampata in inchiostro olivastro su carta vergata coeva, priva di filigrana, rifilata alla lastra su tre lati, leggermente all'interno in alto, in ottime condizioni.

Giovanni Girolamo Sbaraglia (medico, intellettuale ed accademico, 1641 - 1710) fu un importante anatomista bolognese, le cui teorie scientifiche erano in netto contrasto con quanto sosteneva Marcello Malpighi. Nonostante Sbaraglia non lo citasse mai esplicitamente, il principale bersaglio polemico delle sue dissertazioni era Malpighi, ormai divenuto uno degli anatomisti più famosi dell’epoca. Un monumento dedicato a Sbaraglia, progettato da Donato Creti. si trova all’interno del palazzo dell’Archiginnasio, accanto a quello del suo avversario Malpighi.

Donato Creti è stato un importante disegnatore e pittore cremonese. La sua arte, poetica e individuale, rappresenta, insieme a quella di Marcantonio Franceschini, la più significativa espressione dello sforzo classico-idealista della pittura bolognese. Svolse la sua attività quasi esclusivamente a Bologna, dove realizzò affreschi decorativi, pale d’altare e quadri per collezionisti privati. Due caratteristiche sono di grande importanza: la sopraffina qualità della pennellata e la suggestione poetica della situazione e dell’umore. Cercava la bellezza della figura individuale e per questo si esprimeva al massimo in dipinti meditativi con poche figure; i suoi soggetti combinano grazia delle forme e precisione dei contorni, con la carne che raggiunge la delicatezza della porcellana e i colori che possiedono una brillantezza diamantina. Fu disegnatore prolifico con uno stile assolutamente distinto; disegnava per piacere così come per preparare le sue composizioni; di solito usava una penna d’oca e realizzava le ombre con l’acquaforte.


Una delle rare incisioni dell’artista cremonese, bolognese di adozione.

 

Bibliografia

De Vesme 3, Bertelà 263.

Donato CRETI (Cremona 1671 – Bologna 1749)

Disegnatore e pittore italiano. La sua arte, poetica e individuale, rappresenta, insieme a quella di Marcantonio Franceschini, la più significativa espressione dello sforzo classico-idealista della pittura bolognese. Svolse la sua attività quasi esclusivamente a Bologna, dove realizzò affreschi decorativi, pale d’altare e quadri per collezionisti privati. Due caratteristiche sono di grande importanza: la sopraffine qualità della pennellata e la suggestione poetica della situazione e dell’umore. Cercava la bellezza della figura individuale e per questo si esprimeva al massimo in dipinti meditativi con poche figure; i suoi soggetti combinano grazia delle forme e precisione dei contorni, con la carne che raggiunge la delicatezza della porcellana e i colori che possiedono una brillantezza diamantina. Fu disegnatore prolifico con uno stile assolutamente distinto; disegnava per piacere così come per preparare le sue composizioni; di solito usava una penna d’oca e realizzava le ombre con l’acquaforte.

Bibliografia

De Vesme 3, Bertelà 263.

Donato CRETI (Cremona 1671 – Bologna 1749)

Disegnatore e pittore italiano. La sua arte, poetica e individuale, rappresenta, insieme a quella di Marcantonio Franceschini, la più significativa espressione dello sforzo classico-idealista della pittura bolognese. Svolse la sua attività quasi esclusivamente a Bologna, dove realizzò affreschi decorativi, pale d’altare e quadri per collezionisti privati. Due caratteristiche sono di grande importanza: la sopraffine qualità della pennellata e la suggestione poetica della situazione e dell’umore. Cercava la bellezza della figura individuale e per questo si esprimeva al massimo in dipinti meditativi con poche figure; i suoi soggetti combinano grazia delle forme e precisione dei contorni, con la carne che raggiunge la delicatezza della porcellana e i colori che possiedono una brillantezza diamantina. Fu disegnatore prolifico con uno stile assolutamente distinto; disegnava per piacere così come per preparare le sue composizioni; di solito usava una penna d’oca e realizzava le ombre con l’acquaforte.