Paesaggio con due penitenti

Riferimento: S17204
Autore Marco RICCI
Anno: 1725 ca.
Misure: 355 x 285 mm
1.250,00 €

Riferimento: S17204
Autore Marco RICCI
Anno: 1725 ca.
Misure: 355 x 285 mm
1.250,00 €

Descrizione

Acquaforte, circa 1725, firmata in lastra in basso a destra.

Esemplare nel primo stato di due, avanti l’aggiunta del numero in alto a sinistra.

Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva con la tipica filigrana delle “tre lune”, con sottili margini, in ottimo stato di conservazione.

Le acquaforti di Marco Ricci sono pubblicate nel 1730 da Carlo Orsolini nella celebre raccolta Varia Marci Ricci Pictoris praestantissimi experimenta ab ipsomet auctore inventa.

La raccolta comprende il frontespizio disegnato dal Visentini, il ritratto del Ricci inciso da Faldoni e 20 paesaggi monogrammati in lastra dall’autore.

Bibliografia

Bartsch 18; Succi pp. 328/343, 430. Dimensioni 358x253.

Marco RICCI (Belluno 1676 – 1730)

Marco Ricci si distinse da giovane per la sua rissosità, tanto che dopo aver partecipato ad una rissa conclusasi con un omicidio, dovette rifugiarsi a Spalato, dove lavorò nella bottega di un pittore paesaggista che si può identificare probabilmente con l'anconetano Antonio Francesco Peruzzini. Nei primi anni del Settecento, divenne fedele collaboratore dello zio Sebastiano Ricci. Nel 1708 seguì Charles Montagu, Conte di Manchester, a Londra dove era stato invitato, assieme ad Giovanni Antonio Pellegrini, allo scopo di approntare scenografie per l'opera italiana nel Queen's Theatre di Haymarket. Rientrato a Venezia alla fine del 1710, a causa, sembra, di una lite con il Pellegrini, dal 1711 al 1714 fu di nuovo a Londra, stavolta in compagnia dello zio Sebastiano. Stabilitosi definitivamente a Venezia figura iscritto alla Fraglia dei pittori nel 1726 e nel 1727, dimorando nell'accogliente casa dello zio, col quale visse sino alla morte Il Ricci produsse vedute di singolare fantasia, lontane dalle ordinate opere del Carlevaris. Rinomate sono le sue vedute di rovine, giocate su forti contrasti luministici, che anticipano le soluzioni del Piranesi.

Bibliografia

Bartsch 18; Succi pp. 328/343, 430. Dimensioni 358x253.

Marco RICCI (Belluno 1676 – 1730)

Marco Ricci si distinse da giovane per la sua rissosità, tanto che dopo aver partecipato ad una rissa conclusasi con un omicidio, dovette rifugiarsi a Spalato, dove lavorò nella bottega di un pittore paesaggista che si può identificare probabilmente con l'anconetano Antonio Francesco Peruzzini. Nei primi anni del Settecento, divenne fedele collaboratore dello zio Sebastiano Ricci. Nel 1708 seguì Charles Montagu, Conte di Manchester, a Londra dove era stato invitato, assieme ad Giovanni Antonio Pellegrini, allo scopo di approntare scenografie per l'opera italiana nel Queen's Theatre di Haymarket. Rientrato a Venezia alla fine del 1710, a causa, sembra, di una lite con il Pellegrini, dal 1711 al 1714 fu di nuovo a Londra, stavolta in compagnia dello zio Sebastiano. Stabilitosi definitivamente a Venezia figura iscritto alla Fraglia dei pittori nel 1726 e nel 1727, dimorando nell'accogliente casa dello zio, col quale visse sino alla morte Il Ricci produsse vedute di singolare fantasia, lontane dalle ordinate opere del Carlevaris. Rinomate sono le sue vedute di rovine, giocate su forti contrasti luministici, che anticipano le soluzioni del Piranesi.