Italiae, Sardiniae, Corsicae et confinium Regionum nova Tabula effigies paecipuarum Urbium et habituum inibi simul complecte

Riferimento: 4841
Autore Willem Janszoon BLAEU
Anno: 1606
Zona: Italia
Luogo di Stampa: Amsterdam
Misure: 560 x 410 mm
13.000,00 €

Riferimento: 4841
Autore Willem Janszoon BLAEU
Anno: 1606
Zona: Italia
Luogo di Stampa: Amsterdam
Misure: 560 x 410 mm
13.000,00 €

Descrizione

- Prima carte à figures della penisola -

Incisione in rame, acquaforte e bulino, 1606, firmata e datata in lastra in basso a destra. Esemplare nel rarissimo primo stato di quattro, con la firma Guilelmus Iannsonius, edito nel 1606.

Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva, rifilata alla linea marginale e con margini aggiunti, nel complesso in ottimo stato di conservazione. Delicata coloritura coeva.

I primi esempi delle così denominate “carte con figure”, nascono nell’Olanda Meridionale del tardo ‘500. Una delle prime rappresentazioni di carta geografica decorata è il celebre Viaggio di Abramo di Ortelius, pubblicata nel Parergon del 1586. Per questa carta Ortelius si avvalse della collaborazione del pittore Maarten de Vos, che realizzò le scene per il bordo decorato. Jodocus Hondius, nel 1590, produce 3 piccole mappe di Inghilterra, Francia e Paesi Bassi con dei bordi decorati, seguito da Pieter van den Keere (Kaerius) che nel 1596 realizza una mappa decorata dell’Olanda. Ma lo sviluppo vero e proprio alle mappe con le decorazioni lo diedero la carta murale in 15 fogli dell’Europa di Jodocus Hondius (1595) e la carta del Mondo in 20 fogli di Willem J. Blaeu del 1605. Negli anni seguenti, il Blaeu realizzò diverse carte decorate di formato in-folio, a partire proprio dalla carta dell’Italia del 1606.

Dal punto di vista cartografico, la mappa è interamente basata sulla carta di Mercator del 1589, che venne poi inserita anche negli atlanti Mercator & Hondius editi a partire dal 1606, in Amsterdam da Jodocus Hondius. La carta si presenta decorata su tre bordi. Il lato superiore è composto quasi interamente da un lungo panorama di Roma, al quale sono accostati una pianta di Venezia ed una di Genova. Negli angoli inferiori, si trovano le piante di Napoli e Firenze, mentre ai lati alcune scene di costume raffiguranti nobildonne e nobiluomini dei principali siti della penisola. La fonte del panorama di Roma è sicuramente la grande veduta panoramica della città disegnata da Hedrick van Cliven ed edita ad Amsterdam da Hendrick Hondius (1599-1605). Le altre piante delle città sono chiaramente riduzioni delle tavole del Civitates Orbis Terrarum di Braun & Hogenberg.

La carta ebbe una seconda stesura, ad opera di Blaeu, nel 1620 circa, e due ristampe a cura di Cornelis e Danker Dankerts (1640 e 1661). Tutte le edizioni di questa carta sono assolutamente rarissime. Schilder elenca solo 10 esemplari conosciuti di questa carta, nessuno presente nelle raccolte italiane.

Borri cita il primo stato della mappa, al quale assegna la rarità di 95/100, descrivendola come “pregiata e decorativa carta in rigoroso stile mercatoriano, rarissima, mai ristampata, è la prima del genere delle cartes à figures”, ignorando quindi l’esistenza degli stati successivi.

Bibliografia

G. Schilder, Monumenta Cartographica Neerlandica, vol. VI, pp. 55/63 e 367/370, 89; Borri, L’Italia nelle antiche carte dal medioevo all’unità nazionale, p. 97, 89.

Willem Janszoon BLAEU (Uitgeest 1571- Amsterdam 1638)

Willem Janszoon Blaeu, nato ad Alkmaar nel 1571 e allievo di Tycho Brahe, famoso astronomo danese, avviò nel 1599 la sua attività di costruttore di globi e strumenti astronomici ad Amsterdam – all’epoca una delle più ricche e vivaci città commerciali d’Europa. In poco tempo, l’attività si ingrandì, ed egli iniziò anche a pubblicare in qualità di editore, nonché a disegnare egli stesso, mappe e carte nautiche. Nel frattempo, lavorava al progetto di un atlante che includesse le mappe più aggiornate del mondo conosciuto, ma solo nel 1630, dopo aver comprato circa 30 o 40 lastre dell’atlante del Mercator da Jocundus Hondius II, fu in grado di pubblicare un volume di 60 mappe con il titolo di Atlantis Appendix. Cinque anni dopo, pubblicò i primi due volumi del suo atlante Atlas Novus o Theatrum Orbis Terrarum, in sei libri. Nel 1633 fu nominato cartografo ufficiale della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Morì nel 1638 e la sua attività passò ai figli, Joan e Cornelis, che proseguirono ed ampliarono l’ambizioso progetto del padre. Dopo la sua morte, Joan continuò l’opera paterna, completando l’intera serie di sei volume dell’Atlas Novus intorno al 1655. Fu inoltre autore di un Atlas Maior sive Cosmographia Blaviana, in 12 volumi pubblicati tra il 1662 -72, dei quali uno dedicato all'Italia. Questa rimane tuttora, la più importante opera del genere mai prodotta; forse il contenuto geografico non era propriamente aggiornato o così accurato come l’autore avrebbe sperato, ma le mancanze in tal senso sono ampiamente compensate dalla fine incisione e dalla coloritura, dagli elaborati cartigli e dai dettagli araldici, nonché dalla splendida grafia. Nel 1672 un incendio disastroso distrusse la casa editrice di Blaeu nel Gravenstraat e un anno dopo Joan Blaeu morì. Il complesso delle lastre e mappe che scamparono alla distruzione vennero gradualmente disperse, alcune vennero acquistate da F. de Wit, Schenk e Valck, prima della chiusura definitiva nel 1695. Bisogna ricordare che c’è spesso molta confusione tra Blaeu il Vecchio e il suo rivale Jan Jansson (Johannes Janssonius). Fino al 1619 Blaeu aveva spesso firmato i suoi lavori come Guilielmus Janssonius o Willems Jans Zoon, ma pare che dopo quella data abbia optato per Guilielmus o G. Blaeu

Bibliografia

G. Schilder, Monumenta Cartographica Neerlandica, vol. VI, pp. 55/63 e 367/370, 89; Borri, L’Italia nelle antiche carte dal medioevo all’unità nazionale, p. 97, 89.

Willem Janszoon BLAEU (Uitgeest 1571- Amsterdam 1638)

Willem Janszoon Blaeu, nato ad Alkmaar nel 1571 e allievo di Tycho Brahe, famoso astronomo danese, avviò nel 1599 la sua attività di costruttore di globi e strumenti astronomici ad Amsterdam – all’epoca una delle più ricche e vivaci città commerciali d’Europa. In poco tempo, l’attività si ingrandì, ed egli iniziò anche a pubblicare in qualità di editore, nonché a disegnare egli stesso, mappe e carte nautiche. Nel frattempo, lavorava al progetto di un atlante che includesse le mappe più aggiornate del mondo conosciuto, ma solo nel 1630, dopo aver comprato circa 30 o 40 lastre dell’atlante del Mercator da Jocundus Hondius II, fu in grado di pubblicare un volume di 60 mappe con il titolo di Atlantis Appendix. Cinque anni dopo, pubblicò i primi due volumi del suo atlante Atlas Novus o Theatrum Orbis Terrarum, in sei libri. Nel 1633 fu nominato cartografo ufficiale della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Morì nel 1638 e la sua attività passò ai figli, Joan e Cornelis, che proseguirono ed ampliarono l’ambizioso progetto del padre. Dopo la sua morte, Joan continuò l’opera paterna, completando l’intera serie di sei volume dell’Atlas Novus intorno al 1655. Fu inoltre autore di un Atlas Maior sive Cosmographia Blaviana, in 12 volumi pubblicati tra il 1662 -72, dei quali uno dedicato all'Italia. Questa rimane tuttora, la più importante opera del genere mai prodotta; forse il contenuto geografico non era propriamente aggiornato o così accurato come l’autore avrebbe sperato, ma le mancanze in tal senso sono ampiamente compensate dalla fine incisione e dalla coloritura, dagli elaborati cartigli e dai dettagli araldici, nonché dalla splendida grafia. Nel 1672 un incendio disastroso distrusse la casa editrice di Blaeu nel Gravenstraat e un anno dopo Joan Blaeu morì. Il complesso delle lastre e mappe che scamparono alla distruzione vennero gradualmente disperse, alcune vennero acquistate da F. de Wit, Schenk e Valck, prima della chiusura definitiva nel 1695. Bisogna ricordare che c’è spesso molta confusione tra Blaeu il Vecchio e il suo rivale Jan Jansson (Johannes Janssonius). Fino al 1619 Blaeu aveva spesso firmato i suoi lavori come Guilielmus Janssonius o Willems Jans Zoon, ma pare che dopo quella data abbia optato per Guilielmus o G. Blaeu