Planisfero del Globo Celeste Artico Antartico

Riferimento: S40328
Autore Paolo PETRINI
Anno: 1700 ca.
Zona: Carta Celeste
Luogo di Stampa: Napoli
Misure: 560 x 400 mm
2.500,00 €

Riferimento: S40328
Autore Paolo PETRINI
Anno: 1700 ca.
Zona: Carta Celeste
Luogo di Stampa: Napoli
Misure: 560 x 400 mm
2.500,00 €

Descrizione

Rarissima copia del Planisfero del Globo Celeste di Francesco Brunacci (Roma 1687) stampata a Napoli dalla tipografia di Paolo Petrini, inizio del '700.

Sebbene priva di data ed indicazioni editoriali, la tavola - per motivi stilistici, tipografici e per la tipologia di carta sulla quale è impressa - può essere attribuita a Paolo Petrini e parte dell'Atlante Partenopeo. L'atlante è una complessa operazione editoriale messa in atto dal libraio e tipografo napoletano Petrini per raccogliere molte della carte da lui realizzate a partire dall'ultimo decennio del XVII secolo, tratte sostanzialmente da Guillaulme Sanson, Nicolas De Fer e Giacomo Cantelli, e pubblicate con aggiornamenti anche per gran parte del'700 dal figlio Nicola.

L'atlante del Petrini rappresentava per il Regno di Napoli, l'equivalente del Mercurio Geografico stampato a Roma dalla tipografia De Rossi, e circolante principalmente nello Stato Pontificio.

Proprio nel Mercurio Geografico è inserita la tavola del Brunacci.

Francesco Brunacci nacque a Monte Novo il 19 settembre 1640. Condotti i primissimi studi nella patria di origine, li proseguì dal 1657 al 1662 in Macerata, laureandosi in diritto civile e canonico. Trasferitosi in Roma, esercitò la professione forense fino ad ottenere la carica di Consultore dei Riti, essendo stato scelto, in precedenza, diverse volte per dirimere controversie tra i più ragguardevoli personaggi del tempo.. Fu uditore di diversi alti prelati e apprezzato sopra tutti dal Cardinal Vettori per le sue conoscenze giuridiche, filosofiche e matematiche. Fu aggregato all’accademia fisico-matematica di Mons. Ciampini con il nome di “Icasto Nonacrino”. Collaborò alla redazione del “Giornale dei Letterati”, che si pubblicava a Roma, dall’anno 1675 al 1679. Attivo a Roma alla corte della Regina Cristina di Svezia, fu uno degli 8 fondatori dell’Accademia voluta dalla Regina.

In questa carta astronomica Brunacci ci presenta le 67 costellazioni in uso nel suo tempo: le 48 tolemaiche, le nuove 12 costellazioni dell'emisfero meridionale introdotte da Keyser e Houtman, Ganimede, Chioma di Berenice, Pardocamelo, Fiume Giordano, Alicorno, Columba di Noe e il Crociero. Nel circolo polare antartico disegna la Nuvola Minore e la Nuvola Maggiore. Tra le stelle più luminose indica il nome de la Capra e la Spiga della Vergine. Le stelle sono suddivise per magnitudine in sei classi.

La carta è accompagnata da un testo esplicativo dove l'autore dichiara di aver seguito l'opera di Bayer, l'Uranometria del 1603, sia per i contenuti tecnico-scientifici che per lo stile di rappresentazione delle costellazioni.

Il Planisfero Artico e quello Antartico sono rappresentati in proiezione stereografica polare eclittica convessa. Il reticolo centrato sul polo dell'eclittica ci permette di leggere la longitudine delle stelle con la precisione di un grado, ogni trenta troviamo una linea di longitudine, mancano i cerchi di latitudine. Sono invece evidenziati i circoli polari, quelli dei tropici, i coluri e il circolo equinoziale. I due planisferi sono uniti dal coluro dei solstizi nella costellazione del Sagittario.

Acquaforte, finemente colorata mano, con ampi margini, in perfetto stato di conservazione.

Paolo PETRINI (Attivo a Napoli fine del XVIII secolo)

Paolo Petrini lavorò a Napoli come incisore e libraio tra il 1692 e il 1748, traendo stampe da quadri del Lanfranco e di Luca Giordano, e mappe da Guillaume Sanson e Nicolas de Fer, oltre numerosi ritratti di uomini illustri napoletani. Realizzò anche un “Atlante Partenopeo” (1700), due incisioni per l’entrata di Filippo V e del cardinale Barberini (1702), un volume sui “Palazzi” (1713) e uno sulle “Chiese” (1718) di Napoli, oltre a una veduta della città di Napoli pubblicata nel 1698 che suscitò viva eco nell’editoria straniera. Tutta la sua opera è estremamente rara. L’Atlante Partenopeo fu ristampato con aggiornamenti nel corso di buona parte del secolo XVIII.

Paolo PETRINI (Attivo a Napoli fine del XVIII secolo)

Paolo Petrini lavorò a Napoli come incisore e libraio tra il 1692 e il 1748, traendo stampe da quadri del Lanfranco e di Luca Giordano, e mappe da Guillaume Sanson e Nicolas de Fer, oltre numerosi ritratti di uomini illustri napoletani. Realizzò anche un “Atlante Partenopeo” (1700), due incisioni per l’entrata di Filippo V e del cardinale Barberini (1702), un volume sui “Palazzi” (1713) e uno sulle “Chiese” (1718) di Napoli, oltre a una veduta della città di Napoli pubblicata nel 1698 che suscitò viva eco nell’editoria straniera. Tutta la sua opera è estremamente rara. L’Atlante Partenopeo fu ristampato con aggiornamenti nel corso di buona parte del secolo XVIII.