Moti della Terra secondo Copernico / Ragioni di Copernico sopra il Terzo Moto della Terra ...

Riferimento: S40058
Autore Vincenzo CORONELLI
Anno: 1693 ca.
Zona: Astronomia
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 700 x 482 mm
800,00 €

Riferimento: S40058
Autore Vincenzo CORONELLI
Anno: 1693 ca.
Zona: Astronomia
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 700 x 482 mm
800,00 €

Descrizione

Sistema dell'universo secondo Tolomeo-Sistema dell'universo secondo Copernico-Moti della terra secondo Copernico-Ragioni di Copernico sopra il primo moto della terra-Sistema dell'universo secondo Ticone- Sistema dell'univeso di Descartes-Osservazioni sopra il sistema di Descartes.

Curiosa ed assai interessante tavola, composta 9 piccole incisioni, che rappresenta un sunto delle varie concezioni che avevano infiammato il panoramico astronomico seicentesco. Coronelli illustra i quattro «sistemi» dei quali si discuteva accesamente ai suoi tempi, quelli di Copernico, Descartes, e Ticone oltre ovviamente al più antico, di Tolomeo. Le nove tavole furono preparate dall’autore per l’Epitome Cosmografica del 1693 di Vincenzo Coronelli, cosmografo della Serenissima Repubblica di Venezia; è l’opera che rappresenta la sintesi pratica e teorica del vastissimo lavoro di cartografo che l’autore svolgerà nella sua vita (Ravenna 1650-Venezia 1718).

L’Epitome Cosmografica, dedicata all’ Accademia degli Argonauti, la prima società geografica del mondo, fondata dallo stesso Coronelli, è suddivisa in tre libri, il primo, di 35 capitoli, verte sull’astronomia e sulla cartografia celeste, il secondo, di 17 capitoli, tratta della terra e della geografia, infine il terzo si compone  in 5 capitoli della parte prima “che contiene la Descrittione de’ vari globi, che sin hora sono stati fabbricati” e negli ultimi 23 capitoli della parte seconda “che contiene la pratica” della costruzione dei globi. Ad ogni argomento trattato corrisponde una delle trentotto tavole annesse al volume.

Il primo libro ha la struttura delle classiche De Sphaera, ma risente della predisposizione alla  pratica del Coronelli che lo scrive pertanto con più attenzione ai fenomeni: i venti e i climi, le stelle nove, i pianeti e il loro “discernimento” e “Il modo d’osservare l’ Eclisse del Sole”. La seconda parte del terzo capitolo è quella che "contiene la pratica" ed il Coronelli, dopo aver trattato questioni teoriche- pratiche in merito al problema di proiettare sul globo figure e punti del piano e viceversa, e dopo aver trattato alcuni casi pratici di astronomia sferica, si sofferma a descrivere con minuzia di particolari il metodo che utilizza per costruire materialmente i globi, parlando di materiali, colle, vernici, tecniche di pittura e di incisione del rame. Il volume venne stampato a Colonia per conto dell'editore veneziano Andrea Poletti.

Foglio tratto dal Corso Geografico Universale del 1698.

Coronelli visse un periodo di straordinaria fecondità editoriale a partire dal 1689, quando ebbe la cattedra di geografia presso l'Università alle Procuratie, con la pubblicazione, nel 1690, del primo volume dell'Atlante Veneto. In effetti sotto il nome di Atlante Veneto va tutta la raccolta di tredici opere composte nell'arco del decennio successivo, dall'Isolario allo Specchio del mare.

Incisione in rame, magnifica prova, con pieni margini, in perfetto stato di conservazione.

 

Vincenzo CORONELLI (Venezia 1650 - 1718)

Vincenzo Coronelli o Vincenzo Maria Coronelli, nacque a Venezia nel 1650, non a Ravenna, come affermano alcuni biografi, dove visse in gioventù con la famiglia. Al ritorno a Venezia, nel 1665, entrò come studente nel convento dei minori di S. Nicolò della Lattuga; aggregato alla chiesa dei Frari, fu mandato dai superiori a studiare a Roma, nel collegio di S. Bonaventura, dove si laureò in teologia ed iniziò gli studi geografici. Già prima del 1680 risulta a Parma, dove costruì due globi, oggi perduti, per il duca Ranuccio Farnese. Fu poi a Parigi, chiamato dall’ambasciatore francese a Roma, cardinale César d’Estrées, e vi si trattenne dal 1681 al 1684, quando iniziò la collaborazione con l’editore e costruttore di mappe Jean Baptiste Nolin; nel 1683 costruì per Luigi XIV due famosi globi di quasi 5 metri di diametro. Ritornato a Venezia, fondò nel 1684 l’Accademia cosmografica degli Argonauti, la più antica fra quelle di carattere geografico, promossa dal patrizio G. B. Donà e posta sotto la protezione del doge Marcantonio Giustiniani. Nel 1685 fu nominato cosmografo pubblico della Repubblica di Venezia, titolo col quale si fregiò in quasi tutte le sue opere e che costituì per lui motivo di particolare orgoglio. Nel 1689 prese la cattedra di geografia all’Università delle Procuratie; iniziò un periodo di straordinaria fecondità editoriale, pubblicando il primo volume dell’Atlante veneto (1690); sotto questo titolo va tutta la raccolta di tredici opere composte nell’arco del decennio successivo, dall’Isolario (1696-98, in due volumi) al Portolano o Specchio del mare Mediterraneo (1698), al Corso geografico (1689-92; ma aggiornato fino al 1697), al Teatro delle città (1696-97). Morì il 9 dicembre 1718 a Venezia. Quasi tutti i suoi libri, i manoscritti, la sua corrispondenza, le lastre di rame per le incisioni andarono dispersi o furono venduti poco tempo dopo. Anche l’Accademia degli Argonauti non sopravvisse al suo fondatore. [A. de Ferrari, Vincenzo Coronelli, in “Dizionario Biografico degli Italiani”, Volume 29 (1983)].

Vincenzo CORONELLI (Venezia 1650 - 1718)

Vincenzo Coronelli o Vincenzo Maria Coronelli, nacque a Venezia nel 1650, non a Ravenna, come affermano alcuni biografi, dove visse in gioventù con la famiglia. Al ritorno a Venezia, nel 1665, entrò come studente nel convento dei minori di S. Nicolò della Lattuga; aggregato alla chiesa dei Frari, fu mandato dai superiori a studiare a Roma, nel collegio di S. Bonaventura, dove si laureò in teologia ed iniziò gli studi geografici. Già prima del 1680 risulta a Parma, dove costruì due globi, oggi perduti, per il duca Ranuccio Farnese. Fu poi a Parigi, chiamato dall’ambasciatore francese a Roma, cardinale César d’Estrées, e vi si trattenne dal 1681 al 1684, quando iniziò la collaborazione con l’editore e costruttore di mappe Jean Baptiste Nolin; nel 1683 costruì per Luigi XIV due famosi globi di quasi 5 metri di diametro. Ritornato a Venezia, fondò nel 1684 l’Accademia cosmografica degli Argonauti, la più antica fra quelle di carattere geografico, promossa dal patrizio G. B. Donà e posta sotto la protezione del doge Marcantonio Giustiniani. Nel 1685 fu nominato cosmografo pubblico della Repubblica di Venezia, titolo col quale si fregiò in quasi tutte le sue opere e che costituì per lui motivo di particolare orgoglio. Nel 1689 prese la cattedra di geografia all’Università delle Procuratie; iniziò un periodo di straordinaria fecondità editoriale, pubblicando il primo volume dell’Atlante veneto (1690); sotto questo titolo va tutta la raccolta di tredici opere composte nell’arco del decennio successivo, dall’Isolario (1696-98, in due volumi) al Portolano o Specchio del mare Mediterraneo (1698), al Corso geografico (1689-92; ma aggiornato fino al 1697), al Teatro delle città (1696-97). Morì il 9 dicembre 1718 a Venezia. Quasi tutti i suoi libri, i manoscritti, la sua corrispondenza, le lastre di rame per le incisioni andarono dispersi o furono venduti poco tempo dopo. Anche l’Accademia degli Argonauti non sopravvisse al suo fondatore. [A. de Ferrari, Vincenzo Coronelli, in “Dizionario Biografico degli Italiani”, Volume 29 (1983)].