Tito Manlio

Riferimento: S32754
Autore Hendrick GOLTZIUS
Anno: 1586
Misure: 232 x 368 mm
1.500,00 €

Riferimento: S32754
Autore Hendrick GOLTZIUS
Anno: 1586
Misure: 232 x 368 mm
1.500,00 €

Descrizione

Bulino, 1586, firmato in lastra, in basso a sinistra "HG. fecit." e numerato 5. Nel margine inferiore, due colonne con distici in latino di Franco Estius. Della seire “Eroi romani”.

Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva, con filigrana stemma coronato con giglio, completa oltre la linea del margine, piega di carta nella parte superiore del foglio e piccole e lievissimi ossidazioni in corrispondenza dello scudo, piccoli restauri nel margine inferiore e lungo il margine sinistro, per il resto in ottimo stato di conservazione.

L’incisione raffigura l’eroe romano Tito Manlio Torquato a figura intera, nell’atto di sguainare la spada.
Sullo sfondo, su un ponte, si distingue il leggendario episodio, narrato da Livio (Ab Urbe Condita, VII, 10) in cui Tito Manlio trionfò su un gigante Gallo, spogliandolo della collana, che a sua volta indossò e gli valse il soprannome di Torquato (da torques, collana).

L’opera fa parte di una serie di dieci tavole, intitolata “Memorabilia aliquot Romana strenuitatitis exempla”, più nota come Gli Eroi Romani, che consiste di 8 rappresentazioni di eroi, numerate 1-8, un frontespizio e una tavola allegorica finale non numerata.

L’opera, dedicata da Goltzius all’imperatore Rodolfo II, venne pubblicata ad Haarlem nel 1586.

Tutte le tavole recano versi in latino, scritti dall’umanista e neolatinista Franco Estius.

Bibliografia

Hirschmann 1921 166; Hollstein 166.II; New Hollstein (Dutch & Flemish) 168.II (Hendrick Goltzius); Strauss 1977 235; Bartsch III.35.100.

Hendrick GOLTZIUS (Mulbrecht 1559 - Haarlem 1617)

Pittore e incisore olandese, nato a Millebrecht, nel ducato di Julich. Dopo aver studiato pittura su vetro per diversi anni presso lo studio del padre, venne iniziato all’uso del bulino da Dirk Volkertszoon Coornlert. Gli venne commissionato, da Philip Galle, un set di stampe sulla vita di Lucrezia. A 21 anni si sposò con una vedova in età avanzata, il cui patrimonio gli permise di stabilirsi ad Haarlem e aprire il suo studio personale; la sua pessima relazione con la donna, tuttavia, influenzò la sua salute al punto che decise di intraprendere un viaggio attraverso la Germania per giungere fino in Italia. Qui imparò ad apprezzare le opere di Michelangelo, cosa che lo portò a superare addirittura questo grande artista per la stravaganza e il grottesco dei suoi soggetti. Tornò ad Haaroem notevolmente migliorato in salute e ivi lavorò fino alla morte. Goltzius non deve essere giudicato meramente attraverso quei lavoro che lui stesso apprezzava di più, ovvero le eccentriche imitazioni di Michelangelo. I suoi ritratti, sebbene principalmente miniature, sono dei capolavori del genere, sia per la squisitezza delle finiture sia per lo studio dei singoli personaggi. Tra le sue opere migliori, un autoritratto a grandezza naturale è probabilmente il miglior esempio di quanto affermato. La serie dei sette cosiddetti "capolavori", così definiti per il loro tentativo di imitazione delle opere di maestri del passato, è stati sopravvalutata, molto probabilmente. Nella destrezza dell’utilizzo del bulino, Goltzius non è inferiore neanche a Dürer, ma le sue capacità tecniche spesso non sono egualmente assistite dalla qualità artistica. Tuttavia, le sue stravaganze ed eccentricità sono ampiamente controbilanciate dalla bellezza dell’esecuzione. Iniziò a dipingere all’età di quaranta due anni, ma nessuno dei suoi dipinti, alcuni dei quali oggi sono conservati nella collezione imperiale a Vienna, mostra particolare eccellenza. Realizzò anche qualche opera in chiaroscuro.

Bibliografia

Hirschmann 1921 166; Hollstein 166.II; New Hollstein (Dutch & Flemish) 168.II (Hendrick Goltzius); Strauss 1977 235; Bartsch III.35.100.

Hendrick GOLTZIUS (Mulbrecht 1559 - Haarlem 1617)

Pittore e incisore olandese, nato a Millebrecht, nel ducato di Julich. Dopo aver studiato pittura su vetro per diversi anni presso lo studio del padre, venne iniziato all’uso del bulino da Dirk Volkertszoon Coornlert. Gli venne commissionato, da Philip Galle, un set di stampe sulla vita di Lucrezia. A 21 anni si sposò con una vedova in età avanzata, il cui patrimonio gli permise di stabilirsi ad Haarlem e aprire il suo studio personale; la sua pessima relazione con la donna, tuttavia, influenzò la sua salute al punto che decise di intraprendere un viaggio attraverso la Germania per giungere fino in Italia. Qui imparò ad apprezzare le opere di Michelangelo, cosa che lo portò a superare addirittura questo grande artista per la stravaganza e il grottesco dei suoi soggetti. Tornò ad Haaroem notevolmente migliorato in salute e ivi lavorò fino alla morte. Goltzius non deve essere giudicato meramente attraverso quei lavoro che lui stesso apprezzava di più, ovvero le eccentriche imitazioni di Michelangelo. I suoi ritratti, sebbene principalmente miniature, sono dei capolavori del genere, sia per la squisitezza delle finiture sia per lo studio dei singoli personaggi. Tra le sue opere migliori, un autoritratto a grandezza naturale è probabilmente il miglior esempio di quanto affermato. La serie dei sette cosiddetti "capolavori", così definiti per il loro tentativo di imitazione delle opere di maestri del passato, è stati sopravvalutata, molto probabilmente. Nella destrezza dell’utilizzo del bulino, Goltzius non è inferiore neanche a Dürer, ma le sue capacità tecniche spesso non sono egualmente assistite dalla qualità artistica. Tuttavia, le sue stravaganze ed eccentricità sono ampiamente controbilanciate dalla bellezza dell’esecuzione. Iniziò a dipingere all’età di quaranta due anni, ma nessuno dei suoi dipinti, alcuni dei quali oggi sono conservati nella collezione imperiale a Vienna, mostra particolare eccellenza. Realizzò anche qualche opera in chiaroscuro.