Il timone

Riferimento: S42303
Autore Adolfo DE CAROLIS
Anno: 1908
Misure: 190 x 135 mm
280,00 €

Riferimento: S42303
Autore Adolfo DE CAROLIS
Anno: 1908
Misure: 190 x 135 mm
280,00 €

Descrizione

Xilografia a due legni, 1908, priva di firma. Impressione eccellente su carta avorio liscia. Ottimo stato di conservazione. Ampi margini oltre la linea marginale.

Nel primo decennio del 1900, De Carolis dedica molta attenzione alla rievocazione di temi popolari, legati in particolare alle raffigurazioni di marine, così come testimonia questa stampa. L'utilizzo di più colori e quindi di un numero maggiore di legni ben si adatta alla vivacità di questi soggetti. Dopo l'adesione nel '96 al gruppo romano In arte libertas, creato dal paesista Nino Costa, dal 1901 insegna ornato in accademia nella Firenze dei maestri del Rinascimento, del "terribile" Michelangelo, del Böcklin dell'Isola dei morti. Comincia ad ornare libri per D'Annunzio e Pascoli e dal 1903 elabora fregi e d articoli per la rivista "Leonardo" fondata con Papini e Prezzolini. 

Fra le rigogliose figurazioni per la Francesca da Rimini (1902), le rusticane de La figlia di Iorio (1904), le lapidarie del Notturno del "Vate" (1917-21), le stampe marinaresche esprimono un'autonoma poetica. Il varo, L'argano, Il timone, La foce, Le arche - xilografie eseguite fra il 1904 e il 1908, mentre in Europa esplodono primi fenomeni d'avanguardia - denotano un lirismo contemplativo invischiato nel ristagno simbolista che connota la situazione italiana all'avvio del secolo. Ma al di là dei convenzionali significati latenti, quelli manifesti aprono - pur aderendo al fervore estetico del giapponismo fin-de-siècle - un discorso etnografico che si fa via via più urgente, teso a documentare l'irripetibile patrimonio che la "novella civiltà livellatrice" viene annientando. L'appello del 1920 (L'arte popolare, in "La Fionda", Roma) riscuote entusiastiche risposte, stimolando una sensibilità che nel 1923 porta all'istituzione del Regio Museo di etnografia italiana, dal 1956 Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni popolari.

Adolfo DE CAROLIS (Montefiore dell’Aso 1874 – Roma 1928)

Pittore, incisore e illustratore italiano. Si forma inizialmente a Bologna all’Accademia di Belle Arti e una volta ottenuto il diploma, nel 1892 si trasferisce a Roma. Qui conosce il poeta Nino Costa fondatore del cenacolo In arte libertas che proponeva un rinnovamento dell’arte attraverso la riscoperta dei grandi del Quattrocento sull’esempio dei Preraffaelliti. De Carolis inizia così a frequentare questo gruppo e ne diventa membro iniziando a realizzare dipinti di impronta preraffaellita. Nel 1900 conosce il poeta Giovanni Pascoli per il quale disegna ed esegue un pomo in argento e la targhetta per il bastone dono degli amici della rivista fiorentina Marzocco, inizia quindi ad occuparsi della decorazione grafica di alcune pubblicazioni del poeta. Tale collaborazione si rivela importante nella produzione artistica tra il 1892 e il 1928, perché le opere di questo periodo trattano paesaggi agresti e marini che risentono dell’intonazione pascoliana. Nel 1901 De Carolis lascia Roma per Firenze, dove insegna ornato all’Accademia di Belle Arti dedicandosi alla xilografia. Questa tecnica sarà a lui molto cara e primo in Italia riprenderà l’antica tecnica della xilografia policroma a più legni. Numerose saranno i fogli singoli o le illustrazioni per varie riviste e per le opere dell’amico D’Annunzio.

Adolfo DE CAROLIS (Montefiore dell’Aso 1874 – Roma 1928)

Pittore, incisore e illustratore italiano. Si forma inizialmente a Bologna all’Accademia di Belle Arti e una volta ottenuto il diploma, nel 1892 si trasferisce a Roma. Qui conosce il poeta Nino Costa fondatore del cenacolo In arte libertas che proponeva un rinnovamento dell’arte attraverso la riscoperta dei grandi del Quattrocento sull’esempio dei Preraffaelliti. De Carolis inizia così a frequentare questo gruppo e ne diventa membro iniziando a realizzare dipinti di impronta preraffaellita. Nel 1900 conosce il poeta Giovanni Pascoli per il quale disegna ed esegue un pomo in argento e la targhetta per il bastone dono degli amici della rivista fiorentina Marzocco, inizia quindi ad occuparsi della decorazione grafica di alcune pubblicazioni del poeta. Tale collaborazione si rivela importante nella produzione artistica tra il 1892 e il 1928, perché le opere di questo periodo trattano paesaggi agresti e marini che risentono dell’intonazione pascoliana. Nel 1901 De Carolis lascia Roma per Firenze, dove insegna ornato all’Accademia di Belle Arti dedicandosi alla xilografia. Questa tecnica sarà a lui molto cara e primo in Italia riprenderà l’antica tecnica della xilografia policroma a più legni. Numerose saranno i fogli singoli o le illustrazioni per varie riviste e per le opere dell’amico D’Annunzio.