Sepolcro Regio, o Consolare, inciso nella rupe del Monte Albano...

Riferimento: S40680
Autore Giovan Battista PIRANESI
Anno: 1764
Zona: Albano
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 650 x 555 mm
1.800,00 €

Riferimento: S40680
Autore Giovan Battista PIRANESI
Anno: 1764
Zona: Albano
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 650 x 555 mm
1.800,00 €

Descrizione

Acquaforte e bulino, numerata in alto a destra: Tav.III.
Nel cartiglio in basso a sinistra: Sepolcro Regio, o Consolare, inciso nella rupe del Monte Albano or / nel Conv. to de' PP. Francescani a Palazzuolo. Niuno degli antichi scrittori / ne parla, e la mancanza dell'iscriz.ne col guasto delle facce delle figure / sottoposte al feretro, fa che non possa dirsi a chi sia appartenuto in / ispecie. La finezza della scultura n' esclude i Consoli de' tempi poste= / riori, né quali quest'arte avea perduto il pregio. Or avendo essa / fiorito da principio di Roma fino alla successione di molti Cesari, / non v'è rag. ne per cui il sepolcro sia piuttosto di qualche Console, / che di alcuno de' Re, dacchè i dodici fasci, e lo scettro eburneo col / globo e l'aquila in cima, sono state insegne comuni agli uni ed agli altri. / La stanza sepolcrale poi rimane incavata nel monte nella parte superiore / del sepolcro dietro la gradinata nel sito A. / Piranesi F.

 

Dalla prima edizione delle Antichità d’Albano e di Castel Gandolfo Descritte ed incise da Giovambattista Piranesi edita a Roma nel 1764.

Gli studi archeologici di Piranesi nella zona del lago di Albano, iniziati con il suo lavoro sull'Emissario, furono fortemente incoraggiati da papa Clemente XIII, la cui residenza estiva a Castel Gandolfo si affacciava sul lago. Su suggerimento di questo importante mecenate, che contribuì a sostenere le notevoli spese, l'artista realizzò un trattato particolarmente bello dedicato alle antichità locali e dedicato al Papa. In quest'opera, spesso legata alle opere sull'Emissario e le Due Spelonche, Piranesi estese le sue tecniche illustrative combinando vedute emotive con diagrammi altamente tecnici, e spesso speculativi, su aspetti della costruzione romana.

Il volume dedicato alle Antichità d'Albano e di Castel Gandolfo fu edito da Giovanni Battista Piranesi nel 1764, anno in cui vide la luce anche quello che descrive Le Antichità di Cora. La data è incisa sul frontespizio che apre l'opera a stampa, in basso a destra, accompagnata dal luogo di edizione: In Roma l'anno 1764. Una cronologia, questa, che risulta confermata dal Catalogo delle opere incise risalente al 1763-64 dove, insieme alla nota manoscritta relativa al volume dell'Emissario con il numero delle tavole e il prezzo di vendita, si dà notizia che nel maggio 1764 sarebbero state pubblicate le Antichità di Cora e di Albano. L'annuncio fu puntualmente rispettato e nel successivo catalogo di vendita, datato agli anni 1764-65, nello stesso luogo in cui era inciso il titolo dell'Emissario si legge il titolo del nuovo volume sulle Antichità d'Albano e di Castel Gandolfo con 55 tavole, incluse anche quelle edite due anni prima relative all'Emissario e alle Spelonche, accompagnate dai rispettivi testi tipografici.

Il libro dedicato alle Antichità è costituito da 26 pagine di testo, 27 tavole numerate e due prive di numerazione (una stampata sotto la tav. VI e l'altra sotto alla tav. XXVI) per un totale di 31 matrici comprendendo i due frontespizi e la vignetta di testa, tutte conservate presso l'Istituto centrale per la grafica.

Bibliografia

Focillon, 511; Petrucci, 460, p. 26, 1953; Wilton – Ely 644.

Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)

Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.

Bibliografia

Focillon, 511; Petrucci, 460, p. 26, 1953; Wilton – Ely 644.

Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)

Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.