Thraciae Veteris Typus

Riferimento: S46099
Autore Abraham ORTELIUS
Anno: 1590 ca.
Zona: Tracia
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 470 x 350 mm
600,00 €

Riferimento: S46099
Autore Abraham ORTELIUS
Anno: 1590 ca.
Zona: Tracia
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 470 x 350 mm
600,00 €

Descrizione

Carta della Tracia antica, che si estende da Bisanzio (Istanbul) e dallo stretto del Bosforo alla Macedonia, pubblicata da Abraham Ortelius. La regione comprende l'attuale Grecia nordorientale, la Bulgaria meridionale e la Turchia nord-occidentale.

Opera tratta dal Parergon, il primo atlante storico mai pubblicato. Esemplare tratto dalla rara edizione italiana del Theatrum Orbis Terrarum stampata ad Anversa da Jean Baptiste Vrients nel 1608 e quindi nel 1612. Esemplare di secondo stato con alcuni toponimi aggiunti: Autonomi, Agriani, Macrontichos, Chalcis, presenti nella carta a partire dall’edizione del 1595.

Nel cartiglio in alto a destra: QRAKH. | THRACIAE VETERIS TYPVS. | Ex conatibus Geographicis Abrah. Ortelij. In alto, nella mappa, al centro-sinistra: "Cum Imp. et Belgico privile:|gio decennali. 1585". Cartiglio in alto a destra (13 righe di testo) e in basso a destra (19 righe di testo) con località incerte rispettivamente di Bisanzio e della Tracia.

Realizzata da Ortelius sulla base della carta dell'Europa sud-orientale di Giacomo Gastaldi del 1560 (Meurer p. 153) e su informazioni tratte da fonti antiche, in particolare Erodoto, Plinio, Strabone, Appiano, Vergilio, Plutarco e Sidonio.  Bertius acquistò un certo numero di esemplari di questa mappa e la incluse nel suo storico atlante Theatrum Geographiæ Veteris del 1618.

Circa una decade dopo la pubblicazione del “moderno” Theatrum Orbis Terrarum, Ortelius rispose alle “preghiere di amici e studiosi di storia antica, sacra e profana” e compilò una serie di mappe di soggetto biblico e classico, quasi tutte disegnate da lui. Intitolò l’opera “Parergon theatri”, ovvero “aggiunta, appendice, del Theatrum”, ma al tempo stesso anche complementare al Theatrum: il Paregon theatri forniva per il mondo antico lo stesso materiale che Ortelius aveva fornito per il mondo moderno con il Theatrum: carte geografiche. Lo spirito del Parergon è tutto riassunto nel motto historiae oculus geographia riportato sul frontespizio: la geografia è l’occhio della storia. Le mappe del mondo antico avevano lo scopo di “rendere più chiari gli storici antichi e i poeti”. Le mappe del Paregon sono di tre tipologie: antiche regioni; carte letterarie e carte bibliche.

Come sottolinea Koeman “il Parergon deve essere considerato come lavoro personale di Ortelius. Per quest'opera, infatti, diversamente dal Theatrum, non copiò le mappe di altri cartografi, ma ne disegnò lui stesso di nuove ed originali. Riprese luoghi, regioni e territori delle civiltà classiche illustrandone e spiegandone la storia, una materia molto vicina al suo cuore. Le mappe e le lastre del Parergon devono essere valutate come le più importanti incisioni che rappresentano il diffuso interesse per la geografia classica nel XVI secolo”.

“Dei grandi golfi in cui Plinio divide l'Europa, il quarto ha inizio dall'Ellesponto e termina alle bocche della Meotide. Questo è il territorio della Tracia sotto il cui nome si "comprendono molte regioni & popoli assai... Plinio la determinò co'l fiume Danubio, co'l Ponto, & con la Propontide, co' I Mar Egeo, & con la fiumana Strimone, anzi co' l Peneo..." (p. xxviij). Nella Naturalis Historia è determinata a nord dal corso dell'Istro (Danubio), ad est dal Ponto e la Propontide, mentre a sud dal Mar Egeo. La parte iniziale degli stretti è chiamata Ellesponto e proprio in questo punto Sere, re dei Persiani, nel 480 durante la seconda spedizione mossa contro la Grecia, nell'ambito delle guerre Persiane, trasbordò il suo esercito su di un ponte di navi. Un esile canale giunge sino alla città di Priapo, dove Alessandro Magno nel 334, compi la sua traversata. Da qui le acque si allargano per poi restringersi di nuovo e la porzione così delimitata è chiamata Propontide, mentre la strettoia che porta nel Mar Nero, è il Bosforo Tracio, in cui Dario, padre di Serse, nel 490, in occasione della prima guerra persiana, fece anch'esso passare le sue truppe su di un ponte. Dal punto di vista cartografico Ortelius prende spunto dalla carta di Gastaldi dell'Europa. sud-orientale del 1560, arricchendola con notizie storiche tratte specialmente da Erodoto, Plinio, Strabone, Appiano e Virgilio. Nell'angolo in alto a destra, in decorativo cartiglio, sono elencati Loca circa Byzantium incertae positionis, mentre nell'angolo in basso a destra, sempre in decorativo cartiglio, sono elencati Thraciae aliquot incogniti situs loca. In alto al centro, in campo libero, si trova il privilegio di stampa decennale e la data 1585. In questa carta manca la dedica. Ortelio descrive quest'area antica chiamata Tracia Bessica, il cui centro principale risulta essere Filippopoli (attuale Plovdiv in Bulgaria): Philippopolis, quae et Poneropolis, Duloupoli, Eumolpiada: item Trimontium, atque Pulpudena. L'abitato tracio prese il nome di Philippopolis dopo la conquista fattane da Filippo il Macedone nel 341 a.C. Dopo la conquista romana nel 46 d.C. da parte di Claudio, la città divenne sempre più importante. Fu ingrandita e restaurata da Traiano e da Marco Aurelio che fece costruire le mura che circondassero i tre colli sui quali era edificata e lo stesso Ortelio ne riporta il toponimo: Trimontium. La città era stata costruita sulle rive del fiume Evros (che Ortelio indivua nell'Hebron. Si tratta del secondo fiume più importante della penisola balcanica). che vide anche la fondazione della città di Hadrianopolis. Nella carta spicca anche la penisola con il monte Athos, le isole di Lemnos, Samos, Tenedos e altre. Sulla costa della Turchia è messa in particolare evidenza la città di Cyzirus: cyzirus urbs comparari potest magnitudine, pulchritudine, et legib. Cum principibus Asie civitatib. (Strabo). Secondo il mito Cizico fu una delle tappe nel viaggio degli Argonauti. Le sue coordinate geografiche: Lat. 40°48' a 44°42' e Long. 49°52' a 57°55' E.” (cfr. Simonetta Conti in Associazione “Roberto Almagià”, Plinio, Guida e mito delle scoperte geografiche, Il Parergon di Ortelio, conoscenza geo-storica del mondo antico (2023), pp. 90-91, n. 22).

Esemplare con magnifica coloritura coeva, carta leggermente brunita, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

Cfr. L. Bagrow, A. Ortelli Catalogus Cartographorum; cfr. C. Koeman, Atlantes Neerlandici; Peter H. Meurer, Fontes Cartographici Orteliani, n. 25p; M. Van den Broecke, Ortelius Atlas Maps, n. 214 II/II; Van der Krogt, Koeman’s Atantes Neerlandici: 7760H:31.

Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)

Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.

Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)

Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.