Tabula Magellanica qua Tierrae del fuego cum celeberrimis fretis a F. Magellano et I. Le Maire detectis novissima et accurat

Riferimento: S37041
Autore Willem Janszoon BLAEU
Anno: 1640 ca.
Zona: Terra del Fuoco
Luogo di Stampa: Amsterdam
Misure: 540 x 415 mm
900,00 €

Riferimento: S37041
Autore Willem Janszoon BLAEU
Anno: 1640 ca.
Zona: Terra del Fuoco
Luogo di Stampa: Amsterdam
Misure: 540 x 415 mm
900,00 €

Descrizione

Mappa decorativa della Terra del Fuoco, Capo Horn e dello Stretto di Magellano.

Comprende tre rose dei venti, in alto al centro un cartiglio con il titolo, uno stemma con la dedica a Constantino Hugenio, sette velieri e linee lossodromiche.

La mappa reca la firma di Guglielmus Blaeu ma è stata pubblicata da suo figlio Johannes.

In basso a sinistra scala di misurazione con raffigurati un gruppo di indigeni.

Le linee costiere sono rappresentate come grandi catene montuose, mentre l'interno è completamente privo di dettagli. Arricchita da numerosi elementi decorativi.

Willem Janszoon Blaeu, avviò nel 1599 la sua attività di costruttore di globi e strumenti astronomici ad Amsterdam. Nel 1630, dopo aver comprato alcune lastre dell’atlante del Mercator da Jodocus Hondius II, fu in grado di pubblicare un volume di 60 mappe con il titolo di Atlantis Appendix. Cinque anni dopo, pubblicò i primi due volumi del suo atlante Atlas Novus o Theatrum Orbis Terrarum, in sei libri. Dopo la sua morte, Joan (Johannes) continuò l’opera paterna, completando l’intera serie di sei volume dell’Atlas Novus intorno al 1655. Fu inoltre autore di un Atlas Maior sive Cosmographia Blaviana, in 12 volumi pubblicati nel 1662 -72.


Incisione in rame, coloritura coeva, in buono stato di conservazione.

Willem Janszoon BLAEU (Uitgeest 1571- Amsterdam 1638)

Willem Janszoon Blaeu, nato ad Alkmaar nel 1571 e allievo di Tycho Brahe, famoso astronomo danese, avviò nel 1599 la sua attività di costruttore di globi e strumenti astronomici ad Amsterdam – all’epoca una delle più ricche e vivaci città commerciali d’Europa. In poco tempo, l’attività si ingrandì, ed egli iniziò anche a pubblicare in qualità di editore, nonché a disegnare egli stesso, mappe e carte nautiche. Nel frattempo, lavorava al progetto di un atlante che includesse le mappe più aggiornate del mondo conosciuto, ma solo nel 1630, dopo aver comprato circa 30 o 40 lastre dell’atlante del Mercator da Jocundus Hondius II, fu in grado di pubblicare un volume di 60 mappe con il titolo di Atlantis Appendix. Cinque anni dopo, pubblicò i primi due volumi del suo atlante Atlas Novus o Theatrum Orbis Terrarum, in sei libri. Nel 1633 fu nominato cartografo ufficiale della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Morì nel 1638 e la sua attività passò ai figli, Joan e Cornelis, che proseguirono ed ampliarono l’ambizioso progetto del padre. Dopo la sua morte, Joan continuò l’opera paterna, completando l’intera serie di sei volume dell’Atlas Novus intorno al 1655. Fu inoltre autore di un Atlas Maior sive Cosmographia Blaviana, in 12 volumi pubblicati tra il 1662 -72, dei quali uno dedicato all'Italia. Questa rimane tuttora, la più importante opera del genere mai prodotta; forse il contenuto geografico non era propriamente aggiornato o così accurato come l’autore avrebbe sperato, ma le mancanze in tal senso sono ampiamente compensate dalla fine incisione e dalla coloritura, dagli elaborati cartigli e dai dettagli araldici, nonché dalla splendida grafia. Nel 1672 un incendio disastroso distrusse la casa editrice di Blaeu nel Gravenstraat e un anno dopo Joan Blaeu morì. Il complesso delle lastre e mappe che scamparono alla distruzione vennero gradualmente disperse, alcune vennero acquistate da F. de Wit, Schenk e Valck, prima della chiusura definitiva nel 1695. Bisogna ricordare che c’è spesso molta confusione tra Blaeu il Vecchio e il suo rivale Jan Jansson (Johannes Janssonius). Fino al 1619 Blaeu aveva spesso firmato i suoi lavori come Guilielmus Janssonius o Willems Jans Zoon, ma pare che dopo quella data abbia optato per Guilielmus o G. Blaeu

Willem Janszoon BLAEU (Uitgeest 1571- Amsterdam 1638)

Willem Janszoon Blaeu, nato ad Alkmaar nel 1571 e allievo di Tycho Brahe, famoso astronomo danese, avviò nel 1599 la sua attività di costruttore di globi e strumenti astronomici ad Amsterdam – all’epoca una delle più ricche e vivaci città commerciali d’Europa. In poco tempo, l’attività si ingrandì, ed egli iniziò anche a pubblicare in qualità di editore, nonché a disegnare egli stesso, mappe e carte nautiche. Nel frattempo, lavorava al progetto di un atlante che includesse le mappe più aggiornate del mondo conosciuto, ma solo nel 1630, dopo aver comprato circa 30 o 40 lastre dell’atlante del Mercator da Jocundus Hondius II, fu in grado di pubblicare un volume di 60 mappe con il titolo di Atlantis Appendix. Cinque anni dopo, pubblicò i primi due volumi del suo atlante Atlas Novus o Theatrum Orbis Terrarum, in sei libri. Nel 1633 fu nominato cartografo ufficiale della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Morì nel 1638 e la sua attività passò ai figli, Joan e Cornelis, che proseguirono ed ampliarono l’ambizioso progetto del padre. Dopo la sua morte, Joan continuò l’opera paterna, completando l’intera serie di sei volume dell’Atlas Novus intorno al 1655. Fu inoltre autore di un Atlas Maior sive Cosmographia Blaviana, in 12 volumi pubblicati tra il 1662 -72, dei quali uno dedicato all'Italia. Questa rimane tuttora, la più importante opera del genere mai prodotta; forse il contenuto geografico non era propriamente aggiornato o così accurato come l’autore avrebbe sperato, ma le mancanze in tal senso sono ampiamente compensate dalla fine incisione e dalla coloritura, dagli elaborati cartigli e dai dettagli araldici, nonché dalla splendida grafia. Nel 1672 un incendio disastroso distrusse la casa editrice di Blaeu nel Gravenstraat e un anno dopo Joan Blaeu morì. Il complesso delle lastre e mappe che scamparono alla distruzione vennero gradualmente disperse, alcune vennero acquistate da F. de Wit, Schenk e Valck, prima della chiusura definitiva nel 1695. Bisogna ricordare che c’è spesso molta confusione tra Blaeu il Vecchio e il suo rivale Jan Jansson (Johannes Janssonius). Fino al 1619 Blaeu aveva spesso firmato i suoi lavori come Guilielmus Janssonius o Willems Jans Zoon, ma pare che dopo quella data abbia optato per Guilielmus o G. Blaeu