Villa d'Este in Tivoli

Riferimento: S34659
Autore Domenico AMICI
Anno: 1847
Zona: Tivoli
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 278 x 221 mm
100,00 €

Riferimento: S34659
Autore Domenico AMICI
Anno: 1847
Zona: Tivoli
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 278 x 221 mm
100,00 €

Descrizione

Della serie “Raccolta delle Principali Vedute di Roma…” di Domenico Amici, edita a Roma da Giovanni Raffaelli nel 1847.

Si tratta di una delle prime edizioni a comprendere insieme le tre serie di vedute di Roma di Domenico Amici, precedentemente pubblicate:
Raccolta delle Principali Vedute di Roma
Trenta Vedute degli Obelischi, Scelte Fontane, e Chiostri di Roma
Raccolta delle Vedute dei Contorni di Roma

Le tavole sono datate dal 1832 al 1847.

Acquaforte, in ottimo stato di conservazione.

Domenico AMICI

Disegnatore ed incisore in rame, nato a Roma nel 1808. Nel basso vedutismo romano succeduto alla grande era vasiana e piranesiana, l'Amici fu tra quelli che mostrarono maggiori ambizioni: dopo aver inciso all'acquaforte alcune vedute "disegnate dal vero", volle apparire anche "inventore" e incise una serie di 30 vedute immaginarie a mo' di scenografie, che nel 1831 licenziò a Roma con il titolo di Opera-scenografica - inventata e incisa - da Domenico Amici-Romano. Dopo le Rovine romane in 20 rami (Roma 1832-33), si diede a ritrarre "obelischi" e "fontane", aggiungendo a quei soggetti anche l'altro dei "chiostri", per una raccolta di 30 rami uscita nel 1838. Intanto insisteva nel ritrarre fabbriche e rovine per nuove raccolte, di cui alcune venivano realizzate come tali (Vedute dei contorni di Roma, Roma 1847) ed altre invece si disgregavano strada facendo, mentre i rami entravano in raccolte di altri. S'ignora la data di morte dell'Amici, ma nel 1870-71 viveva e lavorava ancora, come risulta da disegni datati del Gabinetto nazionale delle stampe in Roma, della raccolta già Morandi (uno dei quali con la veduta delle adiacenze di Porta Pia dopo la breccia) e di altre raccolte private.

Domenico AMICI

Disegnatore ed incisore in rame, nato a Roma nel 1808. Nel basso vedutismo romano succeduto alla grande era vasiana e piranesiana, l'Amici fu tra quelli che mostrarono maggiori ambizioni: dopo aver inciso all'acquaforte alcune vedute "disegnate dal vero", volle apparire anche "inventore" e incise una serie di 30 vedute immaginarie a mo' di scenografie, che nel 1831 licenziò a Roma con il titolo di Opera-scenografica - inventata e incisa - da Domenico Amici-Romano. Dopo le Rovine romane in 20 rami (Roma 1832-33), si diede a ritrarre "obelischi" e "fontane", aggiungendo a quei soggetti anche l'altro dei "chiostri", per una raccolta di 30 rami uscita nel 1838. Intanto insisteva nel ritrarre fabbriche e rovine per nuove raccolte, di cui alcune venivano realizzate come tali (Vedute dei contorni di Roma, Roma 1847) ed altre invece si disgregavano strada facendo, mentre i rami entravano in raccolte di altri. S'ignora la data di morte dell'Amici, ma nel 1870-71 viveva e lavorava ancora, come risulta da disegni datati del Gabinetto nazionale delle stampe in Roma, della raccolta già Morandi (uno dei quali con la veduta delle adiacenze di Porta Pia dopo la breccia) e di altre raccolte private.