L’Adorazione dei Pastori

Riferimento: S39862
Autore Marcantonio RAIMONDI
Anno: 1504 ca.
Misure: 275 x 373 mm
5.500,00 €

Riferimento: S39862
Autore Marcantonio RAIMONDI
Anno: 1504 ca.
Misure: 275 x 373 mm
5.500,00 €

Descrizione

Bulino, datato e monogrammato in lastra, in alto a sinistra: “1516/A. V.”

Bulino, 1504 circa, firmato in lastra con il monogramma "MAF" all'estremità del cuscino su cui poggia Gesù Bambino. Primo stato, di due, secondo Delaborde, avanti l’aggiunta delle aureole sulle teste della Sacra Famiglia.

Bell’esemplare, impresso su carta vergata coeva con filigrana “testa di giullare”, rifilato alla linea marginale, restauro all’angolo superiore destro, nel complesso molto buono lo stato di conservazione.

Bartsch, Passavant e Delaborde concordano nell’ipotizzare un disegno preparatorio del Francia, mentre Jebens individua la fonte nell’Adorazione del Bambino realizzata nel 1499 del Francia (Pinacoteca Nazionale, Bologna). Shoemaker vi vede piuttosto un’opera composita costituita dall’assemblaggio di motivi diversi: oltre all’Adorazione, il pastore appoggiato al bastone richiamerebbe l’analoga figura nella “Natività” del Francia (Pinacoteca Nazionale, Bologna). È indubbio, però, che Marcantonio inserisca anche suoi disegni autografi, come ha sottolineato Oberhuber.

L’influenza della cultura nordica, e in particolare del Dürer sul paesaggio, è ormai unanimemente riconosciuta. Circa la datazione, secondo Folds e Shoemaker la mancanza di effetti volumetrici convincenti, dovuti a linee di bulino piuttosto corte e non arrotondate, fa propendere per un’esecuzione anteriore a “Piramo e Tisbe”: 1504 per Shoemacker, 1504 o 1505 per Folds.


Delaborde individuò due stati della lastra, il primo caratterizzato dall’assenza dell’aureola sulle teste della Sacra Famiglia.
L’Adorazione dei Pastori costituì il modello per diverse maioliche cinquecentesche di ambito faentino.

Bibliografia

Bartsch, XIV, 17, 16; Passavant VI, 12, 8; Shoemaker , 1981, p. 52 n. 1; Bologna e l’Umanesimo, p. 110 n. II; Delaborde, 7.

Marcantonio RAIMONDI (Sant'Andrea in Argine 1480 circa - Bologna 1534)

Marcantonio Raimondi, il più grande incisore del primo Rinascimento interprete e divulgatore di Raffaello, nasce a Sant’Andrea in Argine vicino a Bologna. La prima educazione artistica del Raimondi ha luogo a Bologna nella Bottega del pittore e orafo Francesco Francia intorno al 1504. La sua prima incisione datata reca l’anno 1505; nel 1506 il Raimondi parte per Venezia ed è in quest’anno che si stacca definitivamente dalla scuola franciana ed inizia il nuovo stile dove emergono influenze mantegnesche e più ancora dureriane. Secondo il racconto del Vasari, il Raimondi entra in diverbio con il Durer, che soggiorna a Venezia, per aver contraffatto, riproducendole in rame, le 17 xilografie della Vita della Vergine. Dopo il 1507 Marcantonio si volge alla produzione di modelli fiorentini e romani. A Roma nel 1509, prima dell’incontro fondamentale con Raffaello e con la scultura romana, Marcantonio entra nella cerchia degli artisti quattrocenteschi operanti nella città tra i quali spicca Jacopo Rimanda, il pittore bolognese impegnato nella decorazione delle sale capitoline. Subito dopo, nel 1510, il Raimondi si afferma come interprete e disegnatore di Raffaello che ha conosciuto alla bottega del Baviera. La Lucrezia sigla l’inizio del rapporto con l’urbinate e inaugura il nuovo stile pittorico di Marcantonio ispirato da Luca di Leida. Tuttavia, accanto alle incisioni che riproducono i disegni dell’urbinate, il Raimondi continua a produrre stampe di propria invenzione e dall’antico, la cui influenza è determinante su tutta la grafica futura sempre tesa alla semplicità classica.(cfr.Dubois-Reymond 1978). Verso il 1515-1516 Marcantonio dimostra un maggior interesse verso gli effetti chiaroscurali, forse suggestionato in questo dall’arrivo di Agostino Veneziano e Marco Dente alla bottega del Baviera. Fino al 1520, anno della morte di Raffaello, il Raimondi ha vissuto nell’orbita del Sanzio continuando a incidere i suoi disegni e quelli dei principali scolari, da Giovan Francesco Penni a Giulio Romano. La sua attività subisce il crollo con il Sacco di Roma del ’27 in cui è costretto a sborsare una grossa somma agli invasori per avere salva la vita; ridotto alla miseria si ritira a Mantova e poi a Bologna, dove muore poco meno che mendico prima del ’34.

Bibliografia

Bartsch, XIV, 17, 16; Passavant VI, 12, 8; Shoemaker , 1981, p. 52 n. 1; Bologna e l’Umanesimo, p. 110 n. II; Delaborde, 7.

Marcantonio RAIMONDI (Sant'Andrea in Argine 1480 circa - Bologna 1534)

Marcantonio Raimondi, il più grande incisore del primo Rinascimento interprete e divulgatore di Raffaello, nasce a Sant’Andrea in Argine vicino a Bologna. La prima educazione artistica del Raimondi ha luogo a Bologna nella Bottega del pittore e orafo Francesco Francia intorno al 1504. La sua prima incisione datata reca l’anno 1505; nel 1506 il Raimondi parte per Venezia ed è in quest’anno che si stacca definitivamente dalla scuola franciana ed inizia il nuovo stile dove emergono influenze mantegnesche e più ancora dureriane. Secondo il racconto del Vasari, il Raimondi entra in diverbio con il Durer, che soggiorna a Venezia, per aver contraffatto, riproducendole in rame, le 17 xilografie della Vita della Vergine. Dopo il 1507 Marcantonio si volge alla produzione di modelli fiorentini e romani. A Roma nel 1509, prima dell’incontro fondamentale con Raffaello e con la scultura romana, Marcantonio entra nella cerchia degli artisti quattrocenteschi operanti nella città tra i quali spicca Jacopo Rimanda, il pittore bolognese impegnato nella decorazione delle sale capitoline. Subito dopo, nel 1510, il Raimondi si afferma come interprete e disegnatore di Raffaello che ha conosciuto alla bottega del Baviera. La Lucrezia sigla l’inizio del rapporto con l’urbinate e inaugura il nuovo stile pittorico di Marcantonio ispirato da Luca di Leida. Tuttavia, accanto alle incisioni che riproducono i disegni dell’urbinate, il Raimondi continua a produrre stampe di propria invenzione e dall’antico, la cui influenza è determinante su tutta la grafica futura sempre tesa alla semplicità classica.(cfr.Dubois-Reymond 1978). Verso il 1515-1516 Marcantonio dimostra un maggior interesse verso gli effetti chiaroscurali, forse suggestionato in questo dall’arrivo di Agostino Veneziano e Marco Dente alla bottega del Baviera. Fino al 1520, anno della morte di Raffaello, il Raimondi ha vissuto nell’orbita del Sanzio continuando a incidere i suoi disegni e quelli dei principali scolari, da Giovan Francesco Penni a Giulio Romano. La sua attività subisce il crollo con il Sacco di Roma del ’27 in cui è costretto a sborsare una grossa somma agli invasori per avere salva la vita; ridotto alla miseria si ritira a Mantova e poi a Bologna, dove muore poco meno che mendico prima del ’34.