La morte di Aiace

Riferimento: S32028
Autore Niccolò ROSSIGLIANI detto "Il Vicentino"
Anno: 1540 ca.
Misure: 411 x 315 mm
3.800,00 €

Riferimento: S32028
Autore Niccolò ROSSIGLIANI detto "Il Vicentino"
Anno: 1540 ca.
Misure: 411 x 315 mm
3.800,00 €

Descrizione

Chiaroscuro a tre legni, 1540-50 circa, in basso a destra iscrizione 'POLIDORO DA CARAVAGIO/INVENT AA in mantoua [160]8'. Da un soggetto di Polidoro da Caravaggio.

Esemplare nel secondo stato di due, con l’indirizzo di Andreani e la data aggiunti sulla firma “IO∙NIC∙VICEN”.

Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva con filigrana “balestra nel cerchio con stella” irregolarmente rifilata alla linea marginale, in ottimo stato di conservazione.

La composizione riproduce una delle scene dipinte à grisaille da Polidoro di Caravaggio sulle facciate di diversi palazzi romani, oggi scomparse.

La scena raffigurata è stata interpretata come La morte di Aiace, il più valoroso degli eroi greci. Quando, dopo la morte di Achille, non lui ma Ulisse viene giudicato il più degno di ricevere in consegna le armi dell'eroe, Aiace non sopporta l'affronto e medita di vendicarsi; ma la dea Atena gli toglie il senno. Aiace, impazzito, fa strage del bestiame dei Greci, credendo di uccidere Agamennone e Menelao responsabili dell'ingiusto verdetto. Tornato in sé, vergognandosi delle azioni commesse, decide di suicidarsi trafiggendosi con la propria spada. Nella composizione, Aiace è sulla sinistra, a terra appoggiato ad un albero, mentre con la mano sinistra leva in alto lo scudo. Dietro di lui, un gruppo di soldati greci; a destra si distingue la figura del re Menelao seduto e, all’estrema destra, una figura in piedi, con lo sguardo basso e le braccia conserte, da alcuni identificato con Agamennone.


Secondo Barryte, forse il momento rappresentato è quello immediatamente successivo alla decisione del consiglio e la figura in piedi a destra, le braccia incrociate e lo sguardo verso il basso è Ulisse - non Agamennone - che non vuole vantarsi del suo successo, proprio per la reazione di Aiace che cade a terra, contorcendosi in amara delusione e si volta dall’altra parte rispetto al gruppo di soldati, come a non voler guardare coloro dai cui ha appena ricevuto l’offesa.

È probabile che il chiaroscuro venne eseguito non direttamente dalla scena della facciata, bensì a partire da un disegno preparatorio o addirittura da una copia. La disposizione serrata delle figure e la fedele riproduzione delle armature documentano lo stile antiquario a rilievo sviluppato da Polidoro negli anni Venti del secolo.

Bibliografia

Bartsch A., Le peintre graveur, Vienna, 1803-1821, v. XII, p. 96, n. 5; Le Blanc IV.116.7; Oberhuber, K., Gnann, A., 'Roma e lo stile classico di Raffaello (1515-1527)', n. 220; B. Barryte, Myth, Allegory and Faith. The Kirk Edward Long Collection of Mannerist Prints, Cinisello Balsamo, 2015, n. 104; Takahatake N., Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento, ALU.0989.1.

Niccolò ROSSIGLIANI detto "Il Vicentino" (Attivo a Vicenza 1540-50)

Xilografo e stampatore italiano. Firmò cinque xilografie in chiaroscuro, tutte da artisti diverse e tutte senza data. Probabilmente, la prima è una xilografia in due blocchi di Ercole e il Leone, da Giulio Romano. Cloelia da Maturino o Giulio Romano, in tre blocchi, è intagliata ancora in maniera un po’ rozza e potrebbe essere la seconda opera realizzata. Un’elegante linea è il filo conduttore dei lavori successivi, come Aiace e Agamennone, da Polidoro da Caravaggio, la Sacra Conversazione con S.Caterina da un disegno (forse) di Camillo Boccaccino and Cristo che cura i Lebbrosi da Parmigianino. Una non firmata Adorazione dei Magi e Il Cardinale e il Dottore possono essere attribuite a lui con ragione. Il suo stile, di quelli inconfondibili, si individua tra un gruppo di chiaroscuri sui disegni di Parmigianino che potrebbero rappresentare il frutto del lavoro del suo studio, supervisionato da Vicentino. Vasari racconta come Parmigianino avesse dei chiaroscuri intagliati da Antonio da Trento, e che molti altri disegni vennero stampati dopo la sua morte da ‘Joannicolo Vicentino’. Un gruppo di dieci piccoli chiaroscuri in due blocchi derivanti da disegni ?????, così come I Dodici Apostoli in cui sono visibili due mani nell’incisione, sono presumibilmente parte della sua produzione, insieme ad una dozzina di chiaroscuri anonimi. Che il Vicentino avesse una bottega è suggerito anche dal fatto che un vasto numero di disegni del Parmigianino, relativi ai chiaroscuri, fossero rimasti insieme e che Andrea Andreani acquistò molti blocchi da lui realizzati per ristamparli.

Niccolò ROSSIGLIANI detto "Il Vicentino" (Attivo a Vicenza 1540-50)

Xilografo e stampatore italiano. Firmò cinque xilografie in chiaroscuro, tutte da artisti diverse e tutte senza data. Probabilmente, la prima è una xilografia in due blocchi di Ercole e il Leone, da Giulio Romano. Cloelia da Maturino o Giulio Romano, in tre blocchi, è intagliata ancora in maniera un po’ rozza e potrebbe essere la seconda opera realizzata. Un’elegante linea è il filo conduttore dei lavori successivi, come Aiace e Agamennone, da Polidoro da Caravaggio, la Sacra Conversazione con S.Caterina da un disegno (forse) di Camillo Boccaccino and Cristo che cura i Lebbrosi da Parmigianino. Una non firmata Adorazione dei Magi e Il Cardinale e il Dottore possono essere attribuite a lui con ragione. Il suo stile, di quelli inconfondibili, si individua tra un gruppo di chiaroscuri sui disegni di Parmigianino che potrebbero rappresentare il frutto del lavoro del suo studio, supervisionato da Vicentino. Vasari racconta come Parmigianino avesse dei chiaroscuri intagliati da Antonio da Trento, e che molti altri disegni vennero stampati dopo la sua morte da ‘Joannicolo Vicentino’. Un gruppo di dieci piccoli chiaroscuri in due blocchi derivanti da disegni ?????, così come I Dodici Apostoli in cui sono visibili due mani nell’incisione, sono presumibilmente parte della sua produzione, insieme ad una dozzina di chiaroscuri anonimi. Che il Vicentino avesse una bottega è suggerito anche dal fatto che un vasto numero di disegni del Parmigianino, relativi ai chiaroscuri, fossero rimasti insieme e che Andrea Andreani acquistò molti blocchi da lui realizzati per ristamparli.