Il suicidio di Didone

Riferimento: S31242
Autore Giovanni Cesare TESTA
Anno: 1650 ca.
Misure: 460 x 330 mm
900,00 €

Riferimento: S31242
Autore Giovanni Cesare TESTA
Anno: 1650 ca.
Misure: 460 x 330 mm
900,00 €

Descrizione

Acquaforte, circa 1650/55, firmata in lastra in basso a sinistra.
Da un soggetto di Pietro Testa.

Esemplare di primo stato, edito da Giovanni Giacomo de’ Rossi.

Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva con filigrana “giglio inscritto nel cerchio” con inusuali grandi margini, strappo di carta al lato sinistro perfettamente restaurato, per il resto in eccellente stato di conservazione.

La composizione raffigura Didone, morta, sulla pira dove si nota l’armatura di Enea; attorno a lei le ancelle piangono mentre sullo sfondo si intravedono le navi di Enea che lasciano Cartagine. In alto a destra si vede Giunone che invia la sua messaggera Iris, che taglia una ciocca di capelli di Didone affinché la sua anima lasci il corpo. Gli anni dopo il 1640 sono caratterizzati dal diffuso pensiero di Pietro Testa a riguardo del suicidio. Diversi studi sono noti riguardo questo lavoro e Il suicidio di Catone, che il Lucchesino incise nel 1648. Alla prematura morte di Pietro Testa, nel 1650, la composizione sul suicidio di Didone era già in stato molto avanzato, come dimostrano i numerosi disegni preparatori. Il dipinto citato nella stampa è probabilmente quello conservato nel deposito degli Uffizi, irrimediabilmente danneggiato. Tuttavia consente di capire che i disegni preparatori furono realizzati per la stampa e non per il dipinto.

Eccellente esemplare.

Bibliografia

E. Cropper, Pietro Testa Prints and Drawings, pp. 268/70, 125; Nagler 11.

Giovanni Cesare TESTA (Roma circa 1630 – circa 1655)

Nipote di Pietro Testa, si dedicò anche lui all'arte dell'intaglio all'acquaforte. Dopo la morte dello zio, probabilmente per sfruttare commercialmente la richiesta sul mercato di sue opere, eseguì incisioni dai suoi disegni, avvalendosi della collaborazione di Francois Collignon.

Bibliografia

E. Cropper, Pietro Testa Prints and Drawings, pp. 268/70, 125; Nagler 11.

Giovanni Cesare TESTA (Roma circa 1630 – circa 1655)

Nipote di Pietro Testa, si dedicò anche lui all'arte dell'intaglio all'acquaforte. Dopo la morte dello zio, probabilmente per sfruttare commercialmente la richiesta sul mercato di sue opere, eseguì incisioni dai suoi disegni, avvalendosi della collaborazione di Francois Collignon.