Uomo anziano che legge

Riferimento: S37787
Autore Giovanni Benedetto CASTIGLIONE detto "Il Grechetto"
Anno: 1650 ca.
Misure: 90 x 139 mm
2.000,00 €

Riferimento: S37787
Autore Giovanni Benedetto CASTIGLIONE detto "Il Grechetto"
Anno: 1650 ca.
Misure: 90 x 139 mm
2.000,00 €

Descrizione

Acquaforte, 1650 circa, firmata in lastra in alto a sinistra con il monogramma GB, seguito da CASTILONE. Stato unico.

L’incisione viene comunemente attribuita al Castiglione per la presenza e la composizione della firma dell’artista, che si ritrova su altri suoi lavori di sicura attribuzione. Anche la posizione della firma è analoga. L’unico dubbio è costituito dalle forti analogie che questa incisione presenta con una serie di quattro lavori non incisi da Castiglione (TIB, .097-100). Tuttavia, questo ritratto riconduce stilisticamente alle due serie di Ritratti all’orientale del Castiglione, incisi ed ispirati alla maniera di Rembrandt.


Eccellente prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva, completa oltre la linea marginale, con margini bianchi di circa 0.8 mm per lato, filigrana parziale (in alto a destra) non identificabile, in ottimo stato di conservazione.

Stampa rarissima; Bellini elenca come solo esemplare istituzionale italiano quello conservato alla Biblioteca Ambrosiana.

Bibliografia

P. Bellini in TIB (1985), 4602.069.




Giovanni Benedetto CASTIGLIONE detto "Il Grechetto" (Genova 1616 - Mantova 1670)

L’origine e la formazione genovese portarono il Castiglione a conoscere la pittura fiamminga, in particolare attraverso gli artisti Jaan Roos e Van Dyck, dai quali derivò un cromatismo caldo e vibrante. A Roma, dove fu dal 1632 al ’35, e in un secondo soggiorno dal 1647 al ’51, intramezzato da un viaggio a Napoli nel 1635, fu attratto dal classicismo intellettualistico del Poussin. Le sue tematiche preferite, tanto in pittura che nei disegni e nelle incisioni, si rifanno al moralismo classicheggiante, ispirato alla filosofia stoica, tipicamente poussiniano, che lo portò a creare un repertorio di soggetti iconografici assai colto rispetto ad altri artisti, tra cui Salvator Rosa. Trascorse l’ultimo periodo di attività alla corte del Duca di Mantova e la sua produzione di quegli anni accentua gli elementi visionari e il cromatismo violento, presente già nelle opere del periodo precedente. Abile incisore, amò esprimersi attraverso questo mezzo tecnico per diffondere le sue complesse iconografie intellettualistiche e fu il primo in Italia ad apprezzare ed imitare le stupende acqueforti del Rembrandt.

Giovanni Benedetto CASTIGLIONE detto "Il Grechetto" (Genova 1616 - Mantova 1670)

L’origine e la formazione genovese portarono il Castiglione a conoscere la pittura fiamminga, in particolare attraverso gli artisti Jaan Roos e Van Dyck, dai quali derivò un cromatismo caldo e vibrante. A Roma, dove fu dal 1632 al ’35, e in un secondo soggiorno dal 1647 al ’51, intramezzato da un viaggio a Napoli nel 1635, fu attratto dal classicismo intellettualistico del Poussin. Le sue tematiche preferite, tanto in pittura che nei disegni e nelle incisioni, si rifanno al moralismo classicheggiante, ispirato alla filosofia stoica, tipicamente poussiniano, che lo portò a creare un repertorio di soggetti iconografici assai colto rispetto ad altri artisti, tra cui Salvator Rosa. Trascorse l’ultimo periodo di attività alla corte del Duca di Mantova e la sua produzione di quegli anni accentua gli elementi visionari e il cromatismo violento, presente già nelle opere del periodo precedente. Abile incisore, amò esprimersi attraverso questo mezzo tecnico per diffondere le sue complesse iconografie intellettualistiche e fu il primo in Italia ad apprezzare ed imitare le stupende acqueforti del Rembrandt.