Sant’Antonio da Padova

Riferimento: S30090
Autore Simone CANTARINI detto "Il Pesarese"
Anno: 1640 ca.
Misure: 175 x 225 mm
2.400,00 €

Riferimento: S30090
Autore Simone CANTARINI detto "Il Pesarese"
Anno: 1640 ca.
Misure: 175 x 225 mm
2.400,00 €

Descrizione

Acquaforte, circa 1640, firmata in lastra in basso a sinistra.

Esemplare nel raro primo stato di tre, prima della firma.

Simone Cantarini detto il Pesarese o Simone da Pesaro (Pesaro, aprile 1612 – Verona, 1648) è stato un pittore italiano, di stile barocco e appartenente alla scuola bolognese. Allievo e seguace fedele di Guido Reni, il Cantarini se ne distaccò in seguito ad una clamorosa rottura nel 1637 che lo allontanò dalla scuola del maestro ma non gli fece perdere l’aderenza stretta allo stile di lui. Dal 1639 è a Pesaro e successivamente a Roma, dove conosce il linguaggio classicista dei Carracci e le tendenze neo-venete del Mola. Accanto alla sua vasta produzione pittorica, va ricordata la sua ricca ed eccellente attività grafica alla quale è rimasta legata la notorietà del suo nome. Anche in questo campo, dopo un primo momento di grande aderenza reniana, le sue incisioni più mature acquistano una luminosità spaziale per influsso carraccesco ed una tonalità neo-veneta che le fa annoverare tra le stampe più riuscite del Seicento italiano.

Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva con filigrana non leggibile, rifilata al rame, in ottimo stato di conservazione.

Bellini nota che di questa incisione sono conosciuti ben sette disegni preparatori.

Magnifico esemplare.

Bibliografia

Bartsch 25; Bellini 26 I/III. 

Simone CANTARINI detto "Il Pesarese" (Pesaro 1612 - Verona 1648)

Simone Cantarini detto il Pesarese o Simone da Pesaro (Pesaro, aprile 1612 – Verona, 1648) è stato un pittore italiano, di stile barocco e appartenente alla scuola bolognese. Nacque a Pesaro nell'aprile del 1612, a quei tempi facente parte dello Stato Pontificio e fu battezzato il 12 aprile successivo. Il suo percorso formativo seguì varie tappe marchigiane, tra le quali si ricorda la guida del maestro Giovan Giacomo Pandolfi, oltre alla influenza nelle sua prima fase creativa della pittura tardomanierista marchigiana, della tendenza caravaggesca di Orazio Gentileschi e Giovanni Francesco Guerrieri, per giungere in una fase artistica successiva all'influenza di Barocci e di Guido Reni. La sua educazione non fu immune ad elementi naturalistici, che dal 1640 in poi si aggiunsero alle conoscenze classiche, trasformando Cantarini in un "petit-maître" di alta sensibilità culturale e stilistica. Per il suo perfezionamento furono fondamentali i suoi soggiorni a Venezia presso la bottega del maestro Claudio Ridolfi e il soggiorno quadriennale (1635-1639) bolognese, presso la bottega di Guido Reni. Le sue opere più significative furono quelle legate al periodo bolognese, basti citare l'Immacolata e Santi, Il riposo in Egitto, la Trasfigurazione e il Loth con le figlie, tutte databili al quadriennio bolognese. Seguirono alcuni lavori realizzati a Roma durante un suo breve soggiorno, tra i quali il Miracolo dello storpio e la Salomè che riceve la testa del Battista. Intorno al 1641 Cantarini soggiornò a Roma dove si dedicò prevalentemente alla scultura antica e allo studio delle opere di Raffaello. Subito dopo la morte del Reni (1642), Cantarini ritornò a Bologna, dove realizzò lavori di elevata qualità, come l'Adorazione dei Magi e fu attivo negli ultimi anni di vita. La morte di Cantarini avvenne improvvisamente, e a tal riguardo le notizie storiche appaiono discordanti e incerte: mentre secondo alcune fonti, trovò la morte a Verona nel 1648 per mani del duca di Mantova a causa di una mancata consegna di un lavoro, secondo altre sarebbe stato assassinato da un pittore mantovano dopo un violento litigio. La pittura di Cantarini si caratterizzò per uno stile peculiare, dall'accentuata ricerca di effetti pittorici, attraverso la potenza suggestiva dei colori o delle immagini, ai colori graduati e le innovative pose delle figure. Di notevole pregio e originalità, la produzione grafica di incisioni all'acquaforte, che vanta una quarantina di soggetti (37 quelli catalogati) talvolta ripresi da brani pittorici di maggior fortuna. Produzione grafica che attesta l'iniziale interesse del pittore pesarese per l'opera incisoria di Federico Barocci e Guido Reni, cui risulta fortemente debitrice, per poi affrancarsi da questi nelle opere della maturità, con soggetti e composizioni che si caratterizzano per una maggiore autonomia espressiva e per una spiccata qualità del segno.

Simone CANTARINI detto "Il Pesarese" (Pesaro 1612 - Verona 1648)

Simone Cantarini detto il Pesarese o Simone da Pesaro (Pesaro, aprile 1612 – Verona, 1648) è stato un pittore italiano, di stile barocco e appartenente alla scuola bolognese. Nacque a Pesaro nell'aprile del 1612, a quei tempi facente parte dello Stato Pontificio e fu battezzato il 12 aprile successivo. Il suo percorso formativo seguì varie tappe marchigiane, tra le quali si ricorda la guida del maestro Giovan Giacomo Pandolfi, oltre alla influenza nelle sua prima fase creativa della pittura tardomanierista marchigiana, della tendenza caravaggesca di Orazio Gentileschi e Giovanni Francesco Guerrieri, per giungere in una fase artistica successiva all'influenza di Barocci e di Guido Reni. La sua educazione non fu immune ad elementi naturalistici, che dal 1640 in poi si aggiunsero alle conoscenze classiche, trasformando Cantarini in un "petit-maître" di alta sensibilità culturale e stilistica. Per il suo perfezionamento furono fondamentali i suoi soggiorni a Venezia presso la bottega del maestro Claudio Ridolfi e il soggiorno quadriennale (1635-1639) bolognese, presso la bottega di Guido Reni. Le sue opere più significative furono quelle legate al periodo bolognese, basti citare l'Immacolata e Santi, Il riposo in Egitto, la Trasfigurazione e il Loth con le figlie, tutte databili al quadriennio bolognese. Seguirono alcuni lavori realizzati a Roma durante un suo breve soggiorno, tra i quali il Miracolo dello storpio e la Salomè che riceve la testa del Battista. Intorno al 1641 Cantarini soggiornò a Roma dove si dedicò prevalentemente alla scultura antica e allo studio delle opere di Raffaello. Subito dopo la morte del Reni (1642), Cantarini ritornò a Bologna, dove realizzò lavori di elevata qualità, come l'Adorazione dei Magi e fu attivo negli ultimi anni di vita. La morte di Cantarini avvenne improvvisamente, e a tal riguardo le notizie storiche appaiono discordanti e incerte: mentre secondo alcune fonti, trovò la morte a Verona nel 1648 per mani del duca di Mantova a causa di una mancata consegna di un lavoro, secondo altre sarebbe stato assassinato da un pittore mantovano dopo un violento litigio. La pittura di Cantarini si caratterizzò per uno stile peculiare, dall'accentuata ricerca di effetti pittorici, attraverso la potenza suggestiva dei colori o delle immagini, ai colori graduati e le innovative pose delle figure. Di notevole pregio e originalità, la produzione grafica di incisioni all'acquaforte, che vanta una quarantina di soggetti (37 quelli catalogati) talvolta ripresi da brani pittorici di maggior fortuna. Produzione grafica che attesta l'iniziale interesse del pittore pesarese per l'opera incisoria di Federico Barocci e Guido Reni, cui risulta fortemente debitrice, per poi affrancarsi da questi nelle opere della maturità, con soggetti e composizioni che si caratterizzano per una maggiore autonomia espressiva e per una spiccata qualità del segno.