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| Riferimento: | S47155 |
| Autore | Luca CIAMBERLANO detto "Luca da Urbino" |
| Anno: | 1599 |
| Misure: | 120 x 170 mm |
| Riferimento: | S47155 |
| Autore | Luca CIAMBERLANO detto "Luca da Urbino" |
| Anno: | 1599 |
| Misure: | 120 x 170 mm |
Santa Lucia, testa e spalle incorniciate da un'aureola. Il soggetto è riconoscibile dal piatto con gli occhi in alto a destra, un attributo iconografico tipico della santa.
Bulino, 1599, con titolo e data a margine, e iniziali 'P S F' (Pietro Stefanoni Fecit).
Bartsch afferma che il disegno è di Agostino Carracci.
Buona impressione, su carta vergata coeva, in buone condizioni.
Bibliografia
Bartsch / Le Peintre graveur (XX.38.77).
Luca CIAMBERLANO detto "Luca da Urbino" (attivo a Roma dal 1599 al 1641)
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Nacque a Urbino probabilmente intorno al 1570-80: sono da ritenere erronee, perché non compatibili con la sua prima opera conosciuta, (1599), le date di nascita riportato dall'Hubert (p. 289), che indica l'anno 1586, e dal Basan (p. 141), che addirittura posticipa tale data al 1603. Scarse sono le notizie relative alla sua vita. Studioso di giurisprudenza e dottore in legge, il C. abbandonò in seguito questi studi per dedicarsi alla pittura e all'incisione. Nonostante il fatto che egli su molte sue stampe si sia qualificato come pittore e che spesso venga citato come tale dalle fonti bibliografiche, non sono note sue opere di pittura. Come si è accennato, la sua prima incisione, tratta da un disegno del Villamena dal S. Francesco del Barocci, è datata 1599; basandosi su questa stampa alcuni studiosi hanno ipotizzato un discepolato del C. presso il Villamena; l'Antaldi ritiene invece che l'artista sia stato allievo del Barocci. Dalle date che compaiono sulle sue incisioni si deduce che l'attività del C. si svolse dal 1599 al 1641 e, secondo le fonti, prevalentemente a Roma dove l’artista si trovava già nel 1600 (data dell'incisione raffigurante Papa Clemente VIII che apre la porta santa). Probabilmente a Roma il C. entrò in contatto con i Carracci; l'influsso di questi, e soprattutto delle opere di Agostino, fu determinante per la sua impostazione tecnica e la sua evoluzione stilistica. Vasta fu la sua attività di incisore: il Bartsch gli attribuisce centotrenta fogli (ottantuno dei quali sono tratti da disegni di Agostino Carracci), l'Hermanin (p. 302) aggiunge altre due stampe (l'Ambasciata persiana a Roma e il ritratto di G. B. Cioni da Lucca), il Kristeller porta il numero delle sue opere a centosettanta. L. Donati ha pubblicato schede di stampe del C., per lo più frontespizi e illustrazioni di libri, da lui trovate nella Biblioteca Vaticana. Suoi rami si trovano alla Calcografia Nazionale di Roma.
Le incisioni del C., caratterizzate da una struttura compositiva classicheggiante e da equilibrati giochi chiaroscurali, sono in genere tratte da disegni o da opere di grandi maestri (quali, ad esempio, I dodici apostoli di Raffaello, Noli me tangere del Barocci, S. Lucia di Agostino Carracci, il Silenoebbro di Annibale Carracci). Il Nagler, pur riconoscendo al C. una notevole capacità tecnica e una certa abilità nel disegnare il nudo, nota tuttavia che le teste ed altri particolari non sono di solito troppo curati. Le opere del C. sono tutte firmate per esteso o con il monogramma "L. C." (che spesso è stato scambiato per le iniziali di Luca Cambiaso).
Bibl.: M. Hubert, Manuel... des amateurs de l'art, Zurich 1800, I, pp. 289-290; F. Hermanin, Osserv. e aggiunte all'opera di alcuni antichi incis., in Ausonia, II(1907), pp.298-302; L. Donati, Ignote incisioni di Luca Ciamberlano, Roma 1976, pp. 263-277.
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Luca CIAMBERLANO detto "Luca da Urbino" (attivo a Roma dal 1599 al 1641)
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Nacque a Urbino probabilmente intorno al 1570-80: sono da ritenere erronee, perché non compatibili con la sua prima opera conosciuta, (1599), le date di nascita riportato dall'Hubert (p. 289), che indica l'anno 1586, e dal Basan (p. 141), che addirittura posticipa tale data al 1603. Scarse sono le notizie relative alla sua vita. Studioso di giurisprudenza e dottore in legge, il C. abbandonò in seguito questi studi per dedicarsi alla pittura e all'incisione. Nonostante il fatto che egli su molte sue stampe si sia qualificato come pittore e che spesso venga citato come tale dalle fonti bibliografiche, non sono note sue opere di pittura. Come si è accennato, la sua prima incisione, tratta da un disegno del Villamena dal S. Francesco del Barocci, è datata 1599; basandosi su questa stampa alcuni studiosi hanno ipotizzato un discepolato del C. presso il Villamena; l'Antaldi ritiene invece che l'artista sia stato allievo del Barocci. Dalle date che compaiono sulle sue incisioni si deduce che l'attività del C. si svolse dal 1599 al 1641 e, secondo le fonti, prevalentemente a Roma dove l’artista si trovava già nel 1600 (data dell'incisione raffigurante Papa Clemente VIII che apre la porta santa). Probabilmente a Roma il C. entrò in contatto con i Carracci; l'influsso di questi, e soprattutto delle opere di Agostino, fu determinante per la sua impostazione tecnica e la sua evoluzione stilistica. Vasta fu la sua attività di incisore: il Bartsch gli attribuisce centotrenta fogli (ottantuno dei quali sono tratti da disegni di Agostino Carracci), l'Hermanin (p. 302) aggiunge altre due stampe (l'Ambasciata persiana a Roma e il ritratto di G. B. Cioni da Lucca), il Kristeller porta il numero delle sue opere a centosettanta. L. Donati ha pubblicato schede di stampe del C., per lo più frontespizi e illustrazioni di libri, da lui trovate nella Biblioteca Vaticana. Suoi rami si trovano alla Calcografia Nazionale di Roma.
Le incisioni del C., caratterizzate da una struttura compositiva classicheggiante e da equilibrati giochi chiaroscurali, sono in genere tratte da disegni o da opere di grandi maestri (quali, ad esempio, I dodici apostoli di Raffaello, Noli me tangere del Barocci, S. Lucia di Agostino Carracci, il Silenoebbro di Annibale Carracci). Il Nagler, pur riconoscendo al C. una notevole capacità tecnica e una certa abilità nel disegnare il nudo, nota tuttavia che le teste ed altri particolari non sono di solito troppo curati. Le opere del C. sono tutte firmate per esteso o con il monogramma "L. C." (che spesso è stato scambiato per le iniziali di Luca Cambiaso).
Bibl.: M. Hubert, Manuel... des amateurs de l'art, Zurich 1800, I, pp. 289-290; F. Hermanin, Osserv. e aggiunte all'opera di alcuni antichi incis., in Ausonia, II(1907), pp.298-302; L. Donati, Ignote incisioni di Luca Ciamberlano, Roma 1976, pp. 263-277.
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