Iupiter

Riferimento: S37780
Autore Giulio BONASONE
Anno: 1540 ca.
Misure: 87 x 148 mm
725,00 €

Riferimento: S37780
Autore Giulio BONASONE
Anno: 1540 ca.
Misure: 87 x 148 mm
725,00 €

Descrizione

Bulino, post 1539, in basso a sinistra, su una pietra: IUPITER, numerata 2. Stato unico.

Bella prova, impressa su carta vergata coeva, rifilata ai margini, in ottimo stato di conservazione.
Tavola due della suite nota come I Sette Pianeti dedicata alle divinità che presiedono i sette pianeti. La serie è attribuita a Georges Reverdy da Bartsch.

Senza dubbio è da mettere in relazione e con i Sette Pianeti realizzati da H. Aldegrever nel 1533 e con l’analoga serie di divinità preposte ai segni zodiacali di Hans Sebald Beham del 1539 che costituiscono un sicuro termine di riferimento per questa suite.

Sia Cumberland che Armano (che segnalano solo sei pianeti) attribuiscono le incisioni al Bonasone, seguiti dalla Massari, in base alle innegabili corrispondenze stilistiche e grafiche con le opere di Giulio del quarto decennio.
È probabile – scrive Massari – che si possano identificare le matrici nei sette rami raffiguranti i “Pianeti” catalogati accanto all’analoga serie del Goltzius come opere di un anonimo incisore nell’ “Indice delle Stampe esistenti nella Calcografia della Rev. Camera Apostolica de 1797”.

Bibliografia

Bartsch XV.490.9 (as by Reverdy); TIB vol. 31.350.490.9 (as by Reverdy); Baudi di Vesme 66 (as by Reverdy); Leutrat 14g (as by Bonasone); Massari 28 (as by Bonasone)

Giulio BONASONE (Bologna circa 1500 - Roma circa 1580)

Giulio Bonasone, nato a Bologna nel 1510 circa, è incisore a bulino e all’acquaforte oltre che pittore come ricorda il Malaspina includendolo tra gli allievi di Lorenzo Sabbatici. Sono 410 le stampe - quasi tutte conservate all’Istituto per la Grafica di Roma - che la critica recente assegna al Bonasone ampliando il numero indicato dal Bartsch di 354 fogli. Incisore di riproduzione oltre che di invenzione, Giulio inizia la sua attività calcografica intorno al 1531, come risulta dalla data che si legge nella raffaellesca S. Cecilia. Ritenuto un seguace tardivo di Marcantonio Raimondi, il bolognese rivela presto una sostanziale autonomia di visione che lo rende uno degli interpreti più interessanti dell’epoca, tanto che lo stesso Parmigianino gli consegna i disegni per la trasposizione su rame. A Roma dal 1544 fino al 1547 ca., il Bonasone lavora per i più importanti editori – calcografi dell’epoca (Salamanca, Barlacchi, Lafrery) interpretando i soggetti di Michelangelo o di Raffaello e dei suoi principali allievi: Giulio Romano, Perin del Vaga e Polidoro da Caravaggio, in uno stile estremamente personale che si avvale di tratti a bulino spesso combinati all’acquaforte.

Bibliografia

Bartsch XV.490.9 (as by Reverdy); TIB vol. 31.350.490.9 (as by Reverdy); Baudi di Vesme 66 (as by Reverdy); Leutrat 14g (as by Bonasone); Massari 28 (as by Bonasone)

Giulio BONASONE (Bologna circa 1500 - Roma circa 1580)

Giulio Bonasone, nato a Bologna nel 1510 circa, è incisore a bulino e all’acquaforte oltre che pittore come ricorda il Malaspina includendolo tra gli allievi di Lorenzo Sabbatici. Sono 410 le stampe - quasi tutte conservate all’Istituto per la Grafica di Roma - che la critica recente assegna al Bonasone ampliando il numero indicato dal Bartsch di 354 fogli. Incisore di riproduzione oltre che di invenzione, Giulio inizia la sua attività calcografica intorno al 1531, come risulta dalla data che si legge nella raffaellesca S. Cecilia. Ritenuto un seguace tardivo di Marcantonio Raimondi, il bolognese rivela presto una sostanziale autonomia di visione che lo rende uno degli interpreti più interessanti dell’epoca, tanto che lo stesso Parmigianino gli consegna i disegni per la trasposizione su rame. A Roma dal 1544 fino al 1547 ca., il Bonasone lavora per i più importanti editori – calcografi dell’epoca (Salamanca, Barlacchi, Lafrery) interpretando i soggetti di Michelangelo o di Raffaello e dei suoi principali allievi: Giulio Romano, Perin del Vaga e Polidoro da Caravaggio, in uno stile estremamente personale che si avvale di tratti a bulino spesso combinati all’acquaforte.