Tabula Hispaniae A promontorio de Gato usque ad promontorium S. Martini, nec non loca maritima Barbarice intra promontorium

Riferimento: s26651
Autore Willem BARENTSZ & Johannes JANSSONIUS
Anno: 1654
Zona: Andalusia
Luogo di Stampa: Amsterdam
Misure: 520 x 375 mm
1.800,00 €

Riferimento: s26651
Autore Willem BARENTSZ & Johannes JANSSONIUS
Anno: 1654
Zona: Andalusia
Luogo di Stampa: Amsterdam
Misure: 520 x 375 mm
1.800,00 €

Descrizione

Tabula Hispaniae a Promontoro de Gato usque ad promontorium S. Martini, nec non loca maritima Barbariae intra promontoriuim de Non usq ad Civitatem Alger.

Bell'esemplare dell'edizione Janssonius della carta marittima di Barentsz, comprendente Ibiza, la costa della Spagna da Capo de Gata ad Alicante e le coste contigue dell'Algeria.

La tavola è inserita nel rarissimo Descriptio Maris Mediterranei (1654) di Janssonius; Koeman cita solo 4 esemplari completi di questa raccolta.

La Descriptio Maris Mediterranei contiene 10 tavole, su complessive 26, realizzate mediante l’aggiornamento delle carte nautiche preparate da Willem Barentsz per il Caertboeck vande Midlandtsche Zee, pubblicato da Cornelis Claesz nel 1595. Alla morte di Claesz (1609) le matrici della tipografia vennero vendute in asta, dove furono probabilmente acquistate da Pieter van den Keere, che proprio in quell’anno avviava la sua carriera editoriale. In virtù dei loro legami di parentela, tramite la famiglia Hondius, le lastre giunsero a Johannes Janssonius, che curò una ristampa dell’atlante nautico già nel 1626 - la Description de la Mer Mediterranee, auquel sont deliniees et descriptes au vif toutes les costes de la Mer Mediterraine - che non presentava alcun aggiornamento delle tavole nautiche. In questa nuova edizione, dal titolo in latino Descriptio Maris Mediterranei, le 10 tavole di Barentsz furono notevolmente rilavorate, secondo un gusto più moderno, e aggiornate; furono abrasi i nomi di Barentsz e Plancius.

Willem Barentsz (1550 - 1597), cartografo ed esploratore olandese, fu uno dei grandi pionieri dell’esplorazione dell’Artico. Il suo primo lavoro importante fu il Caertboeck vande Midlandtsche Zee, il primo atlante nautico dedicato al Mediterraneo, che pubblicò insieme a Petrus Plancius. Barentsz, tuttavia, viene ricordato soprattutto per le sue esplorazioni artiche. Nel 1553 - 1554, gli avventurieri inglesi Sir Hugh Willoughby e Richard Chancellor avevano tentato di trovare una rotta per l’Asia attraverso la Siberia. Mentre la loro missione si rivelò fallimentare, i resoconti del viaggio convinsero molti ad Amsterdam dell’esistenza di un passaggio a nord-est. Barentsz guidò tre spedizioni di ricercar: il primo viaggio, nel giugno del 1594, partì da Texel per il mare di Kara. Le navi raggiunsero la costa di Novaya Zemlya e la seguirono verso nord ma, alla fine, furono costretti a tornare indietro. Anche la seconda spedizione (1595), finanziata dal principe Maurizio di Orange, si rilevò infruttuosa, a causa del Mare di Kara insolitamente ghiacciato. La terza spedizione del 1596 fu l’ultimo tentativo di rivendicare il premio offerto per la scoperta del passaggio da parte degli Stati Generali olandesi. La spedizione scoprì Spitsbergen nell’arcipelago delle Svalbard, e, alla fine, raggiunse la Novaya Zembla il 17 luglio. La nave di Barentsz fu, quindi, bloccata dal ghiaccio e poco dopo Barentsz perse la vita. Una delle navi tornò ad Amsterdam nel novembre del 1597; diversi membri dell’equipaggio scrissero resoconti del viaggio. Nel 1871 il capitano norvegese Carlsen trovò i resti diroccati della casa che Barentsz si era costruito come stazione di sverno nella Novaja Zemlja e trasportò con se le preziose e, in gran parte intatte, reliquie che ora si conservano Museo della Marina dell’Aia. Il nome di Mare di Barentsz è rimasto alla parte del Mar Glaciale, insinuata fra la costa settentrionale europea, la Novaja Zemlja, la Terra di Francesco Giuseppe e le Svalbard, mentre Isola di Barentsz si chiama una tra le isole orientali delle Svalbard.

Jan Janssonius (1588 - 1664) - noto anche come Johann o Jan Jansson o Janszoon - era un importante geografo ed editore del diciassettesimo secolo, il periodo in cui gli olandesi dominavano la pubblicazione di mappe in Europa. Nato ad Arnhem, Jan fu educato al commercio librario tramite suo padre, anch’egli libraio ed editore. Nel 1612 si sposò con Elisabeth de Hondt, la figlia di Jodocus Hondius, uno dei più grandi creatori di mappe di Amsterdam. Pubblicò le sue prime mappe di Francia e Italia nel 1616. Nel 1623 Janssonius possedeva una libreria a Francoforte sul Meno, e in seguito espanse la sua rete commerciale aprendo delle succursali a Danzica, Stoccolma, Copenaghen, Berlino, Königsberg, Ginevra e Lione. Elisabeth morì nel 1627 e Johannes si risposò con Carlier Elisabeth nel 1629. Dal 1630, Janssonius lavorò con suo cognato, Henricus Hondius; la loro impresa di maggior successo fu la ristampa dell’atlante di Gerard Mercator - l’Atlantis Pars Altera del 1595 - del quale Jodocus Hondius aveva acquisito le lastre di rame. Dopo la morte di Janssonius, avvenuta nel 1664 ad Amsterdam, fu suo genero Johannes van Waesbergen a rilevare i suoi affari. Molte delle lastre di Janssonius furono vendute a Gerard Valck e Pieter Schenk, che aggiunsero il loro nome e continuarono a ristampare le mappe.

Bibliografia

G. Schilder, Monumenta Cartographica Neerlandica, Vol. VII, Alphen aan den Rijn, 2003, pp. 133-144; G. Schilder, Early Dutch Maritime Cartography. The North Holland School of Cartography (c. 1580-1620), Leida-Boston, 2017, pp. 197-213, ill. 6.17.

Willem BARENTSZ & Johannes JANSSONIUS (1550 - 1597)

Willem Barentsz (1550 - 1597), cartografo ed esploratore olandese, fu uno dei grandi pionieri dell’esplorazione dell’Artico. Il suo primo lavoro importante fu il Caertboeck vande Midlandtsche Zee, il primo atlante nautico dedicato al Mediterraneo, che pubblicò insieme a Petrus Plancius. Barentsz tuttavia viene ricordato soprattutto per le sue esplorazioni artiche. Nel 1553 - 1554, gli avventurieri inglesi Sir Hugh Willoughby e Richard Chancellor avevano tentato di trovare una rotta per l’Asia attraverso la Siberia. Mentre la loro missione si rivelò fallimentare, i resoconti del viaggio convinsero molti ad Amsterdam dell’esistenza di un passaggio a nord-est. Barentsz guidò tre spedizioni di ricercar: il primo viaggio, nel giugno del 1594, partì da Texel per il mare di Kara. Le navi raggiunsero la costa di Novaya Zemlya e la seguirono verso nord ma, alla fine, furono costretti a tornare indietro. Anche la seconda spedizione (1595), finanziata dal principe Maurizio di Orange, si rilevò infruttuosa, a causa del Mare di Kara insolitamente ghiacciato. La terza spedizione del 1596 fu l’ultimo tentativo di rivendicare il premio offerto per la scoperta del passaggio da parte degli Stati Generali olandesi. La spedizione scoprì Spitsbergen nell’arcipelago delle Svalbard, e, alla fine, raggiunse la Novaya Zembla il 17 luglio. La nave di Barentsz fu, quindi, bloccata dal ghiaccio e poco dopo Barentsz perse la vita. Una delle navi tornò ad Amsterdam nel novembre del 1597; diversi membri dell’equipaggio scrissero resoconti del viaggio. Nel 1871 il capitano norvegese Carlsen trovò i resti diroccati della casa che Barentsz si era costruito come stazione di sverno nella Novaja Zemlja e trasportò con se le preziose e, in gran parte intatte, reliquie che ora si conservano Museo della Marina dell’Aia. Il nome di Mare di Barentsz è rimasto alla parte del Mar Glaciale, insinuata fra la costa settentrionale europea, la Novaja Zemlja, la Terra di Francesco Giuseppe e le Svalbard, mentre Isola di Barentsz si chiama una tra le isole orientali delle Svalbard.

Willem BARENTSZ & Johannes JANSSONIUS (1550 - 1597)

Willem Barentsz (1550 - 1597), cartografo ed esploratore olandese, fu uno dei grandi pionieri dell’esplorazione dell’Artico. Il suo primo lavoro importante fu il Caertboeck vande Midlandtsche Zee, il primo atlante nautico dedicato al Mediterraneo, che pubblicò insieme a Petrus Plancius. Barentsz tuttavia viene ricordato soprattutto per le sue esplorazioni artiche. Nel 1553 - 1554, gli avventurieri inglesi Sir Hugh Willoughby e Richard Chancellor avevano tentato di trovare una rotta per l’Asia attraverso la Siberia. Mentre la loro missione si rivelò fallimentare, i resoconti del viaggio convinsero molti ad Amsterdam dell’esistenza di un passaggio a nord-est. Barentsz guidò tre spedizioni di ricercar: il primo viaggio, nel giugno del 1594, partì da Texel per il mare di Kara. Le navi raggiunsero la costa di Novaya Zemlya e la seguirono verso nord ma, alla fine, furono costretti a tornare indietro. Anche la seconda spedizione (1595), finanziata dal principe Maurizio di Orange, si rilevò infruttuosa, a causa del Mare di Kara insolitamente ghiacciato. La terza spedizione del 1596 fu l’ultimo tentativo di rivendicare il premio offerto per la scoperta del passaggio da parte degli Stati Generali olandesi. La spedizione scoprì Spitsbergen nell’arcipelago delle Svalbard, e, alla fine, raggiunse la Novaya Zembla il 17 luglio. La nave di Barentsz fu, quindi, bloccata dal ghiaccio e poco dopo Barentsz perse la vita. Una delle navi tornò ad Amsterdam nel novembre del 1597; diversi membri dell’equipaggio scrissero resoconti del viaggio. Nel 1871 il capitano norvegese Carlsen trovò i resti diroccati della casa che Barentsz si era costruito come stazione di sverno nella Novaja Zemlja e trasportò con se le preziose e, in gran parte intatte, reliquie che ora si conservano Museo della Marina dell’Aia. Il nome di Mare di Barentsz è rimasto alla parte del Mar Glaciale, insinuata fra la costa settentrionale europea, la Novaja Zemlja, la Terra di Francesco Giuseppe e le Svalbard, mentre Isola di Barentsz si chiama una tra le isole orientali delle Svalbard.