Carta del Regno di Sicilia Ricavata dall'Originale Carta del Barone di Schmettau..

Riferimento: S30718
Autore Reale Officio Topografico
Anno: 1809
Zona: Sicilia
Luogo di Stampa: Palermo
Misure: 1230 x 925 mm
3.000,00 €

Riferimento: S30718
Autore Reale Officio Topografico
Anno: 1809
Zona: Sicilia
Luogo di Stampa: Palermo
Misure: 1230 x 925 mm
3.000,00 €

Descrizione

Grande carta murale in 4 fogli – da unire - della Sicilia, 1809-10, stampata da Reale Officio Topografico di Napoli sulla base dell’opera delineata dal Barone prussiano Samuel Schmetteau (1721).

Si tratta della prima carta ufficiale della Sicilia, ovvero prodotta da un ente di Stato: l’Officio Topografico dello Stato Maggiore, che si legge nel cartiglio. L’ente, istituito nel 1807, era preposto al rilevamento e alla realizzazione di carte topografiche e militari. Nel 1808 fu approvata la proposta di realizzazione di una carta topografica basata su un nuovo rilievo, sotto la guida dell’astronomo Piazzi, direttore dell’Osservatorio astronomico di Palermo. Contrasti tra i civili e i militari anche sulle finalità della carta portarono ad abbandonare l’idea di una nuova carta rilevata sul terreno, e si preferì una “riconoscenza militare del regno” appoggiandosi alla cartografia già esistente, cioè alla carta di Schmettau del 1719-21. Così, nel giro di un paio di anni fu possibile allestire una carta dell’isola in quattro fogli, a una scala leggermente maggiore di quella delle carte a stampa di Schmetteau. Di queste riprende anche il sistema di coordinate, che viene solo marginalmente corretto da una indicazione che compare sul primo foglio, ove in alto al centro è indicato un segmento del meridiano 31, spostato verso oriente di circa 5 primi, con la scritta “Meridiano corretto”.

La carta fu incisa sotto la guida di Tommaso Lomastro, capo incisore dell’Officio, da Pietro Weingher, Ferdinando Morghen e da Raffaele Lombardo per i caratteri.

Il grande cartiglio con il titolo del primo foglio è una copia fedele di quello utilizzato da Paolo Santini per la carta dell’Inghilterra inserita nel suo Atlas Universel del 1776. È curioso notare come il carattere scelto dai responsabili dell’Officio sia stato tratto dalla tavola che rappresentava la potenza straniera sulle quali erano fondate le sorti del regno di Sicilia.

Una lunga legenda di “segni e abbreviature”, incisa su una lapide marmorea posta tra i ruderi di una improbabile antichità siciliana, descrive con mola cura le città nelle varie dimensioni e forme, porti mercantili, mulini, strade.

Il Reale Officio Topografico era un istituto scientifico militare di Napoli, preposto alla costruzione delle mappe topografiche, geografiche ed idrografiche del Regno delle Due Sicilie. Fondato nella zona del Rosario di Palazzo nel 1781 sotto il nome di Deposito topografico da Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, fu successivamente trasferito a Pizzofalcone. Rizzi Zannoni arriva a Napoli nel 1781 con il compito di fondare e dirigere il primo Reale Officio Topografico di Napoli, destinato a divenire una delle prime istituzioni cartografiche di Stato in Europa, portando con sé tutti i suoi strumenti e tutto il suo archivio geografico.

Favorito dalla benevolenza di Ferdinando IV, sempre molto attento al progresso scientifico, e vincendo le opposizioni dei contemporanei l'abate Galiani, superate varie e complesse opposizioni nella corte reale, promosse l'acquisto di strumenti moderni, suggeriti da Rizzi Zannoni, e ottenne locali molto ampi (nella zona del Rosario di Palazzo) dove furono impiantati i laboratori cartografici e lui stesso fu nominato Commissario dell'impresa.

Con l'istituzione dell'Officina Topografica giunsero a Napoli importanti disegnatori, cartografi e matematici che entrarono a far parte del laboratorio, il quale divenne una scuola di alto livello nella prepara­zione di carte geografiche, contribuendo a farne conoscere i suoi docu­menti fino alla caduta della dinastia borbonica.

Acquaforte e bulino, piccoli restauri e abrasioni al foglio 1 (in alto a sinistra), per il resto in ottimo stato di conservazione.

 

Bibliografia:

Valerio-Spagnolo "Sicilia 1477-1861", p. 582, n. 292; Dufour/La Gumina p. 253, 316.

Reale Officio Topografico

Il Reale officio topografico era un istituto scientifico militare di Napoli, preposto alla costruzione delle mappe topografiche, geografiche ed idrografiche del Regno delle Due Sicilie. Fondato nella zona del Rosario di Palazzo nel 1781 sotto il nome di Deposito topografico da Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, fu successivamente trasferito a Pizzofalcone. Rizzi Zannoni arriva a Napoli nel 1781 con il compito di fondare e dirigere il primo Reale Officio Topografico di Napoli, destinato a divenire una delle prime istituzioni cartografiche di Stato in Europa, portando con sé tutti i suoi strumenti e tutto il suo archivio geografico. Favorito dalla benevolenza di Ferdinando IV, sempre molto attento al progresso scientifico, e vincendo le opposizioni dei contemporanei l'abate Galiani, superate varie e complesse opposizioni nella corte reale, promosse l'acquisto di strumenti moderni, suggeriti da Rizzi Zannoni, e ottenne locali molto ampi (nella zona del Rosario di Palazzo) dove furono impiantati i laboratori cartografici e lui stesso fu nominato Commissario dell'impresa. Con l'istituzione dell'Officina Topografica giunsero a Napoli importanti disegnatori, cartografi e matematici che entrarono a far parte del laboratorio il quale divenne una scuola di alto livello nella prepara­zione di carte geografiche, contribuendo a farne conoscere i suoi docu­menti fino alla caduta della dinastia borbonica.

Reale Officio Topografico

Il Reale officio topografico era un istituto scientifico militare di Napoli, preposto alla costruzione delle mappe topografiche, geografiche ed idrografiche del Regno delle Due Sicilie. Fondato nella zona del Rosario di Palazzo nel 1781 sotto il nome di Deposito topografico da Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, fu successivamente trasferito a Pizzofalcone. Rizzi Zannoni arriva a Napoli nel 1781 con il compito di fondare e dirigere il primo Reale Officio Topografico di Napoli, destinato a divenire una delle prime istituzioni cartografiche di Stato in Europa, portando con sé tutti i suoi strumenti e tutto il suo archivio geografico. Favorito dalla benevolenza di Ferdinando IV, sempre molto attento al progresso scientifico, e vincendo le opposizioni dei contemporanei l'abate Galiani, superate varie e complesse opposizioni nella corte reale, promosse l'acquisto di strumenti moderni, suggeriti da Rizzi Zannoni, e ottenne locali molto ampi (nella zona del Rosario di Palazzo) dove furono impiantati i laboratori cartografici e lui stesso fu nominato Commissario dell'impresa. Con l'istituzione dell'Officina Topografica giunsero a Napoli importanti disegnatori, cartografi e matematici che entrarono a far parte del laboratorio il quale divenne una scuola di alto livello nella prepara­zione di carte geografiche, contribuendo a farne conoscere i suoi docu­menti fino alla caduta della dinastia borbonica.