Incisione per la tesi di Thomas Southwell

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Riferimento: S50774
Autore Benjamin Wright
Anno: 1613 ca.
Misure: 277 x 220 mm
750,00 €

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Riferimento: S50774
Autore Benjamin Wright
Anno: 1613 ca.
Misure: 277 x 220 mm
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Descrizione

Stampa allegorica per la discussione di tesi di Thomas Soutwell (Thomas Bacon) discussa al Collegio Inglese di Roma circa nel 1613, e dedicata al cardinale Francesco Maria Bourbon del Monte Santa Maria, il cui stemma appare al centro della composizione.

Bulino, circa 1613, privo di firma e indicazioni editoriali, che attribuiamo per motivi stilistici a Matthaeus Greuter.

Magnifica prova, ricca di toni, stampata su carta vergata coeva, con margini, in buone condizioni.

In alto l’iscrizione DOM abbreviazione latina di Deo Optimo Maximo.

Grazie all'opera di riformatori come Ignazio di Loyola, nel 1600 Roma era diventata una città di scuole. All'università di Roma, fondata all'inizio del XIV secolo, si aggiunsero il Collegio Romano, fondato dai gesuiti nel 1551, il Seminario Romano, le varie scuole nazionali (tra cui il Collegio Germanico, il Collegio Greco, e il Collegio Inglese), dedicate all'istruzione dei giovani cattolici provenienti da paesi non cattolici; il Collegio Clementino e molti altri collegi e accademie minori. Queste istituzioni rappresentavano nuovi importanti mercati per la produzione tipografica. I professori pubblicavano libri che necessitavano di frontespizi, mentre gli studenti celebravano le loro tappe accademiche pubblicando fogli volanti e opuscoli riccamente decorati con incisioni. L'impatto di tutto ciò sull'industria tipografica fu considerevole. All'inizio del XVII secolo, gli istituti scolastici di Roma erano tra i consumatori più importanti di stampe della città. L'anno accademico era scandito da discussioni di tesi, eventi di fondamentale importanza all'interno del sistema, che permettevano ai ragazzi più dotati e talentuosi di mostrare la loro eloquenza ed erudizione davanti a un pubblico d'élite. Le discussioni delle tesi generavano un grande quantità di materiale stampato, nonché il più elaborato. I “fogli volanti” (termine che si usa per descrivere delle singole pubblicazioni a stampa, non appartenenti a un libro o raccolta) che elencavano le “conclusioni”, o tesi, che lo studente avrebbe discusso divennero accessori essenziali, che, con il passare del tempo, vennero abbellite da incisioni ricche di virtuosismo artistico e iconografico, dando vita a una moda che sarebbe durata più di cento anni.

Le stampe progettate e realizzate appositamente per decorare i fogli volanti apparvero per la prima volta a metà del 1580 e nel 1590 era ormai prassi comune per gli studenti commissionare composizioni araldico-allegoriche grandi e imponenti per accompagnare le loro difese. Fin dall'inizio, queste stampe non erano solo decorative, ma avevano anche una funzione celebrativa. I gesuiti incoraggiavano i loro studenti a dedicare le loro tesi a personaggi importanti e influenti, sapendo che una dedica elegante e ben accolta aveva il potenziale di promuovere non solo le prospettive di carriera del difensore, ma anche la reputazione del collegio. La conclusione aveva, quindi, lo stesso scopo della dedicatoria: entrambi erano progettati per oliare i meccanismi del mecenatismo.

Tra i maggiori artisti/incisori che si specializzò in questo nuovo e particolare mercato grafico, ci sono Matthaeus e il figlio Johann Friedrich Greuter, i quali godevano chiaramente di un rapporto speciale con i gesuiti, a giudicare dal numero di stampe che realizzarono per loro e per i loro studenti. Matthaeus potrebbe aver stabilito un legame con la Compagnia anche prima di lasciare la Francia; e tra i gesuiti con sede a Roma c'erano tedeschi influenti che forse gli diedero una mano quando arrivò lì per la prima volta nel 1603. Questo spiegherebbe come sia riuscito a partire con il piede giusto, completando diverse grandi conclusioni per gli studenti del Collegio Romano e del Collegio Germanico prima della fine del 1604. Dopo aver preso piede nel mercato dei collegi, si affermò rapidamente come uno dei principali produttori di conclusioni a Roma. Cinquantotto stampe di tesi di Matthaeus sono elencate in The New Hollstein, ma sicuramente ne incise molte di più. Ne esistono almeno una dozzina non elencate e, dato che non sempre firmava le sue lastre, probabilmente ce ne sono molte altre ancora da identificare.

Queste tesi, sebbene probabilmente stampate in un numero cospicuo di esemplari, oggi risultano essere molto rare e solo pochi esemplari sono censiti nelle collezioni istituzionali di tutto il mondo. Opera non descritta in Hollstein e Rice.

Bibliografia

Louise Rice, Matthaeus Greuter and the Conclusion Industry in Seventeenth-Century Rome, in “Ein Priviilegiertes Medium und die Bildkulturen Europas, Deutsche, Franzosische und Niederlandische Kupferstecher und Graphikvetleger in Rom von 1590 bis 1630” Ròmische Studien der Bibliotheca Hertziana b.de 32, pp. 221-238; cfr, Jorg Diefembacher, The Greuter Family part I, Matthaeus Greuter, in “The New Hollstein”.

Benjamin Wright(1575-1613)

Benjamin Wright(1575-1613)