Le tre parche

Riferimento: S31776
Autore Renè BOYVIN
Anno: 1540 ca.
Misure: 167 x 243 mm
4.500,00 €

Riferimento: S31776
Autore Renè BOYVIN
Anno: 1540 ca.
Misure: 167 x 243 mm
4.500,00 €

Descrizione

Bulino, circa 1540-45, privo di dati editoriali. Da un soggetto di Rosso Fiorentino.

Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva, rifilata al rame, in perfetto stato di conservazione.

La scena raffigura le tre Parche: a destra, Lachesi, tiene in mano la conocchia e fila il destino della vita umana;a sinistra, Cloto presa di schiena ne misura la lunghezza, nel mezzo, Atropo strappa il vilo, determinando il momento irrevocabile della morte.

Anche se questa incisione non reca il nome di Rosso Fiorentino, la sua paternità della composizione non è mai stata messa in discussione.

Dumesnil ascrive l'incisione a Renè Boyvin perché la figura di Cloto visto di schiena trova precise corrispondenze con la figura femminile della "Caritas Romana", a lui attribuita.

Secondo documenti pubblicati da Metman, le Tre Parche sarebbero state incise da Pierre Milan, intorno al 1545.

Milan potrebbe aver lavorato direttamente da un disegno di Rosso, o su una copia del disegno di Rosso realizzata ad hoc, come modello per l'incisore, come nel caso della Danza delle Driadi.

Van Mander sembra aver identificato le tre figure femminili come le Tre Grazie, poiché, contrariamente all’iconografia tradizionale delle Parche, le figure appaiono giovani e nude, esili ed aggraziate.

Anche altri dettagli ed attributi possono riferirsi ad un ambito diverso da quello consueto delle Parche. Il turbante di Atropo le conferisce un aspetto sibillino; Cloto siede precariamente su un cesto di fiori, suggerendo Flora o la primavera o semplicemente l'abbondanza e la freschezza.
Lachesi indossa una corona, e il suo sedile assomiglia ad un carro trainato da leoni. Questi attributi sono forse un riferimento a Cibele.
Il cielo appare in tutta l'arte di Rosso, in particolare nelle opere da lui prodotte in Francia, e non sembra inadeguato qui, come sfondo, ad allargare il significato delle tre Parche.

L’opera, infatti, offre diversi livelli di lettura e di significato: se la sessualità delle figure è esplicita e manifesta, anche la loro postura e i gesti sono assolutamente eloquenti.

Quest’ eloquenza s’insinua nella loro sessualità nel momento in cui viene riconosciuta la loro identità che ci porta a riflettere sulle conseguenze indicate dal gesto di Atropo.

Bellissimo esemplare di questa rara incisione.

Bibliografia

Zerner 1969 PM.2; Robert-Dumesnil 1835-71 VIII.33.31; Carroll, Rosso Fiorentino, n.105.

Renè BOYVIN (Angers 1525 ca. - Roma 1580 ca.)

Incisore, acquafortista e disegnatore francese. Vasari, nella sua Vita di Marcantonio Raimondi, dice che “dopo la morte di Rosso [Fiorentino], assistiamo all’arrivo dalla Francia di tutte incisioni dei suoi lavori”. Vasari attribuì questa abbondanza di riproduzioni “all’incisore in rame René”, ovvero René Boyvin. Questi si trasferì a Parigi nel 1545 circa da Agers, dove incontrò Antonio Fantuzzi, e dove si dice abbia rinnovato il contratto di servizio con l’incisore Pierre Milan nel 1549. Nel 1553 completò due lastre che Milan non era riuscito a terminare per l’editore di musica Guillaume Morlaye (1510– dopo il 1558); una di queste è la Nymph di Fontainebleau. Successivamente, aprì il suo studio presso il quale lavorò anche Lorenzo Penni, figlio di Luca, nell’Ottobre del 1557. Boyvin visse a lungo, malgrado la prigionia a cui venne costretto a causa del suo credo Calvinista. Sembra che tra il 1569 e il 1574 non abbia pubblicato nulla con la sua firma. L’ultima sua opera datata risale al 1580, ma sembra che fosse ancora vivo all’inizio del XVII secolo.

Bibliografia

Zerner 1969 PM.2; Robert-Dumesnil 1835-71 VIII.33.31; Carroll, Rosso Fiorentino, n.105.

Renè BOYVIN (Angers 1525 ca. - Roma 1580 ca.)

Incisore, acquafortista e disegnatore francese. Vasari, nella sua Vita di Marcantonio Raimondi, dice che “dopo la morte di Rosso [Fiorentino], assistiamo all’arrivo dalla Francia di tutte incisioni dei suoi lavori”. Vasari attribuì questa abbondanza di riproduzioni “all’incisore in rame René”, ovvero René Boyvin. Questi si trasferì a Parigi nel 1545 circa da Agers, dove incontrò Antonio Fantuzzi, e dove si dice abbia rinnovato il contratto di servizio con l’incisore Pierre Milan nel 1549. Nel 1553 completò due lastre che Milan non era riuscito a terminare per l’editore di musica Guillaume Morlaye (1510– dopo il 1558); una di queste è la Nymph di Fontainebleau. Successivamente, aprì il suo studio presso il quale lavorò anche Lorenzo Penni, figlio di Luca, nell’Ottobre del 1557. Boyvin visse a lungo, malgrado la prigionia a cui venne costretto a causa del suo credo Calvinista. Sembra che tra il 1569 e il 1574 non abbia pubblicato nulla con la sua firma. L’ultima sua opera datata risale al 1580, ma sembra che fosse ancora vivo all’inizio del XVII secolo.