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| Riferimento: | S47123 |
| Autore | Agostino CARRACCI |
| Anno: | 1599 ca. |
| Misure: | 120 x 180 mm |
| Riferimento: | S47123 |
| Autore | Agostino CARRACCI |
| Anno: | 1599 ca. |
| Misure: | 120 x 180 mm |
Bulino, 1599 circa, firmato in lastra in basso a destra.
Buona prova nello stato definitivo dopo il completamento della lastra, irregolarmente rifilata al rame, minimi difetti restaurati, in buono stato di conservazione.
Giovanni Gabrieli (ca. 1557 – 13 ottobre 1612) è stato un compositore e organista italiano, nato e morto a Venezia. Uno dei musicisti più influenti del suo tempo, rappresenta il culmine della scuola veneziana, segnando la transizione dalla musica rinascimentale a quella barocca. La data esatta della sua nascita è sconosciuta, sebbene secondo un necrologio contemporaneo, al momento della sua morte avesse 56 anni (o 58, la grafia non è molto chiara). Avrebbe studiato con lo zio, Andrea Gabrieli. Seguendo il suo esempio, per diversi anni lavorò a Monaco, alla corte del duca Alberto V di Baviera, forse fino alla morte del duca nel 1579. Lì avrebbe studiato con Orlando di Lasso, amico di Andrea. Intorno al 1584 sarebbe stato organista sostituto a San Marco, in assenza di Claudio Merulo, per poi competere e aggiudicarsi definitivamente la carica nel 1585. Nello stesso anno iniziò a lavorare come organista presso la Scuola Grande di San Rocco. Avrebbe ricoperto entrambi gli incarichi fino alla morte. Dopo la morte dello zio, gli succedette come compositore principale di San Marco. La sua fama, accresciuta dalle edizioni delle sue opere in Germania, in gran parte curate da Caspar Hassler, attirò un gran numero di studenti, principalmente provenienti da quel paese, tra cui spiccava Heinrich Schütz. Dal 1606 soffrì di un calcolo renale, che lo costrinse a lasciare parte delle sue responsabilità, e morì nel 1612 a causa delle complicazioni della malattia.
Bibliografia
De Grazia D., Le stampe dei Carracci con i disegni, le incisioni, le copie ed i dipinti connessi (catalogo critico), n. 212, p. 193; AAVV, The Illustrated Bartsch, n. 153; Le Blanc C., Manuel de l'amateur d'estampes, n. 241.
Agostino CARRACCI (Bologna 1557 - Parma 1602)
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Esponente autorevole dell'Accademia degli Incamminati fondata a Bologna dallo zio Lodovico Carracci, anche Agostino aderì al programma antimanieristico di recuperare la grande tradizione del Rinascimento italiano, rifacendosi agli artisti del primo Cinquecento: Tiziano, Raffaello, Michelangelo e Correggio. A differenza di Lodovico e Annibale, che privilegiarono la pittura su tela o ad affresco, egli si espresse con maggior intensità attraverso l’incisione, che fu per lui la tecnica artistica più idonea, raggiungendo risultati di grande livello, attraverso la luminosità del segno, la chiarezza delle composizioni e l’abilità tecnica del bulino. Con i suoi frequenti viaggi di studio a Parma, Venezia ed infine a Roma (1594 ), dove seguì Annibale chiamato dai Farnese, arricchì ulteriormente la sua cultura, nutrita anche da influenze della grafica contemporanea fiamminga e tedesca. Il suo catalogo di incisioni ammonta a 234 pezzi, e comprende sia soggetti sacri, desunti da invenzioni dei maggiori artisti del tempo - Tintoretto, Barocci, il fratello Annibale, Francesco Vanni e molti altri - e da proprie composizioni, sia soggetti profani, che testimoniano il suo amore per il mondo antico e la classicità.
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Agostino CARRACCI (Bologna 1557 - Parma 1602)
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Esponente autorevole dell'Accademia degli Incamminati fondata a Bologna dallo zio Lodovico Carracci, anche Agostino aderì al programma antimanieristico di recuperare la grande tradizione del Rinascimento italiano, rifacendosi agli artisti del primo Cinquecento: Tiziano, Raffaello, Michelangelo e Correggio. A differenza di Lodovico e Annibale, che privilegiarono la pittura su tela o ad affresco, egli si espresse con maggior intensità attraverso l’incisione, che fu per lui la tecnica artistica più idonea, raggiungendo risultati di grande livello, attraverso la luminosità del segno, la chiarezza delle composizioni e l’abilità tecnica del bulino. Con i suoi frequenti viaggi di studio a Parma, Venezia ed infine a Roma (1594 ), dove seguì Annibale chiamato dai Farnese, arricchì ulteriormente la sua cultura, nutrita anche da influenze della grafica contemporanea fiamminga e tedesca. Il suo catalogo di incisioni ammonta a 234 pezzi, e comprende sia soggetti sacri, desunti da invenzioni dei maggiori artisti del tempo - Tintoretto, Barocci, il fratello Annibale, Francesco Vanni e molti altri - e da proprie composizioni, sia soggetti profani, che testimoniano il suo amore per il mondo antico e la classicità.
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