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Riferimento: | S29755 |
Autore | Antonio LAFRERI |
Anno: | 1565 |
Zona: | Malta |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 450 x 377 mm |
Riferimento: | S29755 |
Autore | Antonio LAFRERI |
Anno: | 1565 |
Zona: | Malta |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 450 x 377 mm |
Nel riquadro di sinistra si legge: Nuovo disegno dell’Isola di Malta et suoi forti, Con li Isola di Comino, Gozo, et altre Isole vicine & Mostra di parte della Sicilia, Barbaria, e, Sardegna, & l’Annotazione della distansa di detti luoghi da Malta, per numero de Miglia, Non havendo potuto con Commodita ponere misura de Composso, perche l’Isola sarebbe venuta tanto piccola, che non si potrebbe discorrere sopra di essa cosa Alcuna: Dal Gozo Miglia 4. Da Sicilia cioe da Capo passaro M. 60. Da Tripoli di Barbaria M. 255. Dall’Isola de Gerbi M. 270. Da Tunesi Cio dall’Goletta M. 320. Da Sardegna M. 440. Dalla Morea di dove il Turco viene partendose da Costantinopoli verso Capo passero a Malta M. 550. Segue l’imprint editoriale: Ant. Lafrerj Romae Anno: 1565. Nel riquadro di destra: Luoghi Notabili dell’Isola di Malta Segnati p[er] Alfabeto, A Castel S. Angelo alto dal piano del acqua Canne 19. B Borgo la fronte alto C. 12. C S. Michele alto dal piano C. 10. D S. Elmo, alto dal piano C. 18. E Monte S.Salvatore alto C. 10. F Monte delle forche alto C. 15 1/2. G Colle di S. Margherita alto C. 15 1/2. H Terreni lavorati cinti de muri secchi. I Forte cominciato dali Turchi. L Giardino dell’Ill.mo et Re.mo S.or Gran Maestro. M Casale. N Porto Musetto. O Porto Marzo Sirocco. P Marza Scala. Q Forte della Marza. R Campo del Turco. S Vallone giardinato. T Luogo dove sono smontati li Christiani. Orientazione con una semplice rosa dei venti, il nord-est e in alto. Carta priva di graduazione ai margini e scala grafica.
Mappa dell’arcipelago maltese con le coste settentrionali dell’Africa, parte della Sicilia e della Sardegna. L’isola di Malta è rappresentata fuori scala, molto più grande del resto delle altre zone incluse, probabilmente rappresentate solo per inquadrare la posizione geografica dell’isola.
L’opera è datata da Albert Ganado (cfr. A study in depth of 143 Maps representing the Great Siege of Malta of 1565) tra la fine di settembre ed ottobre del 1565; l’isola è presidiata da numerose barche, tutte con il simbolo della croce cristiana, a dimostrazione della fine dell’assedio turco. La forma geografica dell’isola segue un modello del settembre 1565, un’anonima mappa edita a Roma dalla tipografia Palombi, stampata a Roma a S. Agostino a linsegna della Palomba (Ganado 23).
La forma si discosta dai modelli precedenti e non segue né la morfologia circolare, né quella a forma di pesce. La carta e realizzata fuori scala, con l’arcipelago maltese molto più grande nelle proporzioni rispetto alla Sicilia, rappresentata solo per metà circa della sua superficie, e alle coste settentrionali dell’Africa. Il Lafreri stesso fornisce la spiegazione di questa scelta nella legenda che accompagna il titolo: Non havendo potuto con Commodita ponere misura de Composso, perche l’Isola sarebbe venuta tanto piccola, che non si potrebbe discorrere sopra di essa cosa Alcuna. Lo scopo di questa carta era, probabilmente, quello di fornire una visione d’insieme dell’assedio, collocando geograficamente l’isola in un contesto più grande e mostrando, ad esempio, la rotta percorsa dalla flotta del Gran Soccorso.
Le vicende dell’isola di Malta, della costruzione della città fortificata, la guerra contro i Turchi e il celebre assedio dell’isola costituiscono motivo di grande interesse nella civiltà rinascimentale europea, tanto da produrre una relativa cospicua letteratura e soprattutto una notevole produzione iconografica del susseguirsi degli eventi. Il Grande Assedio di Malta del 1565 rappresenta una pietra miliare nella storia delle isole maltesi, e anche un punto di svolta nella guerra tra i cristiani contro le forze dell'Impero Ottomano, conclusa con la celebre battaglia di Lepanto nel 1571. Nonostante queste due sconfitte catastrofiche, i Turchi continuarono a fare incursioni lungo le coste del Mediterraneo occidentale per il resto del secolo, dopo aver recuperato Cipro dai Veneziani e Tunisi dagli Spagnoli, ma il declino del loro impero era ormai annunciato. L'Assedio di Malta, che durò da maggio a settembre 1565, fu seguito con trepidazione non solo a Napoli, Roma e Venezia, ma anche a Vienna, Londra e Madrid, a Parigi, Anversa e Bruxelles. La notizia della lentezza degli assedianti e della disperata difesa dell'isola raggiunse la Sicilia attraverso le lettere scritte dal Gran Maestro Jean de La Valette-Parisot, bozzetti di battaglie spediti dai Cavalieri dell'Ordine di San Giovanni e Relationi, scritte da soldati o marinai. Scene e mappe dell’assedio furono realizzate in Francia, Germania, Spagna e Italia per raccontare in immagini le diverse fasi della strenua resistenza di Malta contro le forze armate della Mezzaluna. In Italia i principali centri di produzione furono Roma e Venezia. Dato la finalità essenzialmente informativa di questi lavori, gli acquirenti non sempre si curavano della loro conservazione, ragione per cui sono oggi di incredibile rarità. Albert Ganado, il maggiore esperto di cartografia maltese, elenca oltre 60 lavori cartografici sull’isola, nelle loro varie diverse ristampe, concentrati nel brevissimo spazio di soli 10 anni.
Acquaforte e bulino, 1565, firmata e datata in lastra nel cartiglio. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva con “giglio nel cerchio” (Woodward 97), rifilata al rame e con margini coevi aggiunti, in perfetto stato di conservazione.
Carta molto rara, censita in Bifolco/Ronca in 20 esemplari istituzionali.
Bibliografia
Bifolco-Ronca, Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, p. 1734, tav. 876; Alberti (2009): p. 106, n. 20; Almagià (1929): p. 32-II; Ganado-Vadalà (1995): pp. 257-261, n. 56, tav. 56; Rubach (2016): n. 239; Tooley (1939): n. 377.
Antonio LAFRERI (Orgelet 1512 - Roma 1577)
Antoine de Lafrery, meglio conosciuto con la forma italianizzata del nome Antonio Lafreri (1512 - 1577), era nativo di Orgelet, come riporta la sua iscrizione sepolcrale, e si trasferì a Roma intorno al 1540, dove lavorò in qualità di mercante ed editore di stampe. La sua bottega in via di Parione per quasi mezzo secolo (1544 - 1577) fu il punto di riferimento per questo tipo di commercio. Lafreri si formò nell’officina di Antonio Salamanca, un milanese che si trasferì a Roma dopo il Sacco del 1527. Già nel 1544 iniziò a pubblicare a suo nome, come dimostrano due stampe: la Colonna Traiana e Il sacrificio di Abele, che recano la sottoscrizione Ant. Lafrerij sequani formis Romae 1544. Non è dimostrabile se sia stato anche incisore, come si potrebbe dedurre da un atto notarile del 23 dicembre 1580, che parla dell’eredità quondam Antonii Lafrerii incisoris e stampatoris in Urbe; in ogni caso, questa attività fu certamente di minore rilevanza in confronto a quella primaria di commerciante e stampatore. Non è un caso, infatti, che quasi tutte le stampe a lui riconducibili siano firmate Antonii Lafrerij formis, espressione che lo qualifica editore e proprietario dei rami, ma non anche incisore. Un avvenimento fondamentale nella carriera del Lafreri è la costituzione, nel 1553, di una società con Antonio Salamanca. È indubbio che Lafreri - dotato probabilmente di maggiore carisma e spirito imprenditoriale - esercitò sempre il ruolo di leader. Alla morte del Salamanca, nel 1562, subentrò il figlio Francesco, ma il sodalizio si sciolse l’anno seguente e i rami del Salamanca furono acquistati da Lafreri per la somma di circa 3.000 scudi. L’editore continuò ad incrementare il suo commercio producendo stampe di soggetto religioso, mitologico e di antichità, ma anche carte geografiche e libri illustrati. Nella bottega al Parione vi passarono i più importanti incisori del tempo: Mario Cartaro, Nicolas Beatrizet, Enea Vico ed altri. Aveva contatti anche con altri centri editoriali: Venezia - come provano sia le richieste di privilegio al Senato, sia la presenza di suoi rami in edizioni veneziane - ma anche Siena. La sua raccolta di carte geografiche, riunita con un frontespizio dal titolo Tavole moderne di geografia, veniva assemblata da o per il singolo cliente; pertanto, le raccolte di carte geografiche lafreriane risultano, per numero, formato e tipologia di stampe, sempre diverse tra loro. Lafreri morì il 20 luglio 1577 e fu tumulato nella chiesa di San Luigi dei Francesi; non avendo lasciato disposizioni testamentarie, il suo patrimonio di rami fu diviso tra i suoi parenti più prossimi, Claudio e Stefano Duchetti, per poi essere acquistati da diversi stampatori.
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Antonio LAFRERI (Orgelet 1512 - Roma 1577)
Antoine de Lafrery, meglio conosciuto con la forma italianizzata del nome Antonio Lafreri (1512 - 1577), era nativo di Orgelet, come riporta la sua iscrizione sepolcrale, e si trasferì a Roma intorno al 1540, dove lavorò in qualità di mercante ed editore di stampe. La sua bottega in via di Parione per quasi mezzo secolo (1544 - 1577) fu il punto di riferimento per questo tipo di commercio. Lafreri si formò nell’officina di Antonio Salamanca, un milanese che si trasferì a Roma dopo il Sacco del 1527. Già nel 1544 iniziò a pubblicare a suo nome, come dimostrano due stampe: la Colonna Traiana e Il sacrificio di Abele, che recano la sottoscrizione Ant. Lafrerij sequani formis Romae 1544. Non è dimostrabile se sia stato anche incisore, come si potrebbe dedurre da un atto notarile del 23 dicembre 1580, che parla dell’eredità quondam Antonii Lafrerii incisoris e stampatoris in Urbe; in ogni caso, questa attività fu certamente di minore rilevanza in confronto a quella primaria di commerciante e stampatore. Non è un caso, infatti, che quasi tutte le stampe a lui riconducibili siano firmate Antonii Lafrerij formis, espressione che lo qualifica editore e proprietario dei rami, ma non anche incisore. Un avvenimento fondamentale nella carriera del Lafreri è la costituzione, nel 1553, di una società con Antonio Salamanca. È indubbio che Lafreri - dotato probabilmente di maggiore carisma e spirito imprenditoriale - esercitò sempre il ruolo di leader. Alla morte del Salamanca, nel 1562, subentrò il figlio Francesco, ma il sodalizio si sciolse l’anno seguente e i rami del Salamanca furono acquistati da Lafreri per la somma di circa 3.000 scudi. L’editore continuò ad incrementare il suo commercio producendo stampe di soggetto religioso, mitologico e di antichità, ma anche carte geografiche e libri illustrati. Nella bottega al Parione vi passarono i più importanti incisori del tempo: Mario Cartaro, Nicolas Beatrizet, Enea Vico ed altri. Aveva contatti anche con altri centri editoriali: Venezia - come provano sia le richieste di privilegio al Senato, sia la presenza di suoi rami in edizioni veneziane - ma anche Siena. La sua raccolta di carte geografiche, riunita con un frontespizio dal titolo Tavole moderne di geografia, veniva assemblata da o per il singolo cliente; pertanto, le raccolte di carte geografiche lafreriane risultano, per numero, formato e tipologia di stampe, sempre diverse tra loro. Lafreri morì il 20 luglio 1577 e fu tumulato nella chiesa di San Luigi dei Francesi; non avendo lasciato disposizioni testamentarie, il suo patrimonio di rami fu diviso tra i suoi parenti più prossimi, Claudio e Stefano Duchetti, per poi essere acquistati da diversi stampatori.
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