Islandia

Riferimento: S46070
Autore Abraham ORTELIUS
Anno: 1587 ca.
Zona: Islanda
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 495 x 345 mm
12.500,00 €

Riferimento: S46070
Autore Abraham ORTELIUS
Anno: 1587 ca.
Zona: Islanda
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 495 x 345 mm
12.500,00 €

Descrizione

Titolo: ISLANDIA. In alto a sinistra: "Priuilegio Imp. et Belgico decennali | A. Ortel. excud. 1585". Nel cartiglio in basso a destra: ILLVSTRISS. AC POTENTISS. | REGI FREDERICO II DANIAE, NORVEGIAE, SLAVORVM, GO:|THORVMQVE REGI, ECC. PRIN:|CIPI SVO CLEMENTISSIMO, | ANDREAS VELLEIVS | DESCRIBEB. ET DEDICABAT.

Bell'esemplare della classica carta dell'Islanda di Ortelius, una delle mappe più decorative mai stampate e la prima carta accurata dell'Islanda da fonti indigene.

La carta raffigura l'isola in modo estremamente dettagliato, comprese le sue montagne, i fiordi e i ghiacciai, e contiene una rappresentazione grafica del monte Hekla che erutta in un'esplosione di fiamme e lava. Lungo una parte della costa, si possono vedere gli orsi polari che galleggiano sugli iceberg. La mappa include più di 200 nomi di luoghi, principalmente di origine danese, molti dei quali probabilmente sono stati letti in modo errato rispetto alla fonte originale, a causa del diverso stile di scrittura utilizzato in Islanda durante il periodo. Pur essendo tutt'altro che accurata, la mappa raffigura per la prima volta una rappresentazione significativa di tutti gli insediamenti conosciuti in Islanda e di molti altri punti di interesse, tra cui alcuni ghiacciai.

Contiene, inoltre, una notevole serie di mostri e creature marine leggendarie e mitiche del XV e XVI secolo, insieme alle prime rappresentazioni del cavallo marino, della manta, del tricheco e della balena. Alcune delle immagini più fantasiose potrebbero derivare dai racconti di San Brendan, un missionario irlandese del VI secolo che, secondo la leggenda, viaggiò in Islanda e il cui nome è associato all'omonima isola mitica. Altri sono riconducibili alla Carta Marina di Olaus Magnus del 1539, anche se, probabilmente, sono derivati direttamente dalla carta delle creature marine e terrestri che appare nella Cosmographia di Sebastian Munster.

La carta è stata redatta e dedicata da Andreas Velleius all'illustre e potente Federico II, Re dei danesi, dei norvegesi, degli slavi, dei goti ecc. Andreas Sorensen Vedel (1542-1616, lat. Velleius) fu un importante storico danese dell'epoca che preparò, ma a quanto pare non pubblicò mai, un trattato sulla storia della Danimarca che intendeva illustrare con delle mappe. Tuttavia, è quasi certo che Vedel non fu l'autore della mappa e che si limitò a trasmetterla a Ortelius, senza citarne la fonte.

La carta di Ortelius rappresenta un grande miglioramento rispetto a tutte le precedenti rappresentazioni dell'Islanda e si ritiene quindi che possa essere stata disegnata solo da un islandese; molto probabilmente si tratta di Gudbrandur Thorlaksson, vescovo di Holar, che aveva studiato matematica e astronomia a Copenaghen. È noto che Thorlaksson realizzò una mappa della regione nel 1606. Sebbene non sia sopravvissuta alcuna mappa dell'Islanda realizzata da Thorlaksson, esistono altre prove circostanziali, tra cui un elenco di chiese e fiordi disponibile probabilmente preparato da Thorlaksson, che furono quasi certamente utilizzati per preparare la mappa. Mentre il privilegio per la stampa fu concesso nel 1585, la versione di Ortelius apparve per la prima volta in un atlante nel 1587, nell'"Additamentum IV", un'appendice di 22 nuove mappe.

Esemplare del secondo stato descritto da Van den Broecke, con le lettere di legenda per i mostri; tratto dalla rara edizione italiana del "Theatrum Orbis Terrarum", stampata da Johann Baptiste Vrients nel 1608.

Bella impressione su carta vergata coeva bellissima colorazione originale, leggerissima macchia di umidità in alto, altrimenti in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

Campbell, Early Maps, pl. 40; Van Broeck 161; Moreland & Bannister p.93.

Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)

Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.

Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)

Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.