Tabula Asiae XII

Riferimento: S5141
Autore Giovanni Antonio MAGINI
Anno: 1596
Zona: Sri Lanka
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 180 x 135 mm
Non Disponibile

Riferimento: S5141
Autore Giovanni Antonio MAGINI
Anno: 1596
Zona: Sri Lanka
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 180 x 135 mm
Non Disponibile

Descrizione

Esemplare finemente colorato della carta di Giovanni Antonio Magini di Taprobana, l'isola di Ceylon, talvolta confusa con Sumatra nelle prime mappe.

Nell'antichità lo Sri Lanka era conosciuto con diversi nomi: Tolomeo lo chiamava Taprobana, gli arabi Serendib, i portoghesi Ceilo e gli inglesi Ceylon.

Situato al centro di numerose rotte commerciali attraverso l'Oceano Indiano, l’odierno Sri Lanka è sempre stato un importante collegamento commerciale tra est e ovest. In quanto grande esportatore di cannella, i commercianti arabi e cinesi frequentavano l'isola fin dai tempi più antichi ed era una tappa importante per i mercanti sulla rotta marittima tra Asia ed Europa. Tra i cartografi medievali esisteva una grande confusione sull'identità delle isole di Taprobana e Sumatra, dovuta principalmente alle descrizioni dei testi antichi che affermavano che Taprobana era l'isola più grande del mondo. Questa affermazione fu poi contraddetta da Marco Polo nel suo Il Milione, in cui affermava che era Giava Minore (Sumatra) ad essere in realtà l'isola più grande. Poiché Sumatra era praticamente sconosciuta alla maggior parte dei cartografi medievali, la loro preoccupazione principale era la collocazione di Taprobana sulle mappe. Invariabilmente era posizionata in modo errato al largo della costa sud-orientale dell'Arabia, ma quando alla fine del XIII secolo furono resi noti i resoconti di Marco Polo, i limiti orientali dell'Oceano Indiano si ampliarono notevolmente e la questione dell'identità delle isole divenne più critica per i cartografi.

I portoghesi arrivarono sull'isola nel 1505 e nel 1518 avevano costruito un forte a Colombo, consentendo loro di controllare le aree costiere strategiche che avevano precedentemente conquistato. Una volta copiate le informazioni e le carte portoghesi, la posizione di Ceylon e la confusione con Sumatra furono corrette.

Tuttavia, alcuni studiosi ritengono che sia in realtà una rappresentazione dell'isola di Sumatra. Le isole circostanti raffigurate, sono rappresentate nella posizione delle odierne Nias, Enggano e Mentawis. La terra nell'angolo in alto a destra corrisponde alla Malesia; diverse città e villaggi si trovano collocati vicino alle attuali città di Lampung, Medan, Sibolga e Banda Aceh. Si trovano anche montagne e corsi d'acqua, anch'essi molto vicini all’attuale rappresentazione idrografica di Sumatra.   

Carta geografica tratta dalla Geografia cioè descrittione universale della Terra di Claudio Tolomeo curata dal Magini, per la prima volta stampata a Venezia nel 1596, presso gli Eredi di Simon Galignani de Karera.

La raccolta maginiana contiene 64 incisioni in rame finemente intagliate da Girolamo Porro e fu poco dopo copiata da Petrus Keschedt, un editore di Colonia (le mappe delle due edizioni sono pressoché indistinguibili).

Una successiva ristampa del lavoro di Magini, con la traduzione di Leonardo Cernoti dal testo latino, venne stampata a Padova dai fratelli Galignani nel 1621. 
Con l’ultima, postuma, edizione maginiana della Geografia “the long series of editions of Ptolemy’s Geography, revised and extended as text books of modern geography, seems to have come to an end” (Stevens, 1972, p. 22).

Incisione in rame, finemente colorata a mano, in ottimo stato di conservazione.

Giovanni Antonio MAGINI (1555 - 1617)

Giovanni Antonio Magini è stato un affermato matematico, astronomo, e cartografo italiano. Come cartografo, il suo nome è legato all’atlante “Italia”, che fu pubblicato dal figlio Fabio nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre. Composto da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnorldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright. L’importanza di questo lavoro del Magini è notevolissima, come pure l’influenza sulla cartografia della penisola per i successivi due secoli: da Ortelius ai principali cartografi ed editori olandesi, tutta la cartografia della penisola è tratta dal lavoro del matematico padovano.

Giovanni Antonio MAGINI (1555 - 1617)

Giovanni Antonio Magini è stato un affermato matematico, astronomo, e cartografo italiano. Come cartografo, il suo nome è legato all’atlante “Italia”, che fu pubblicato dal figlio Fabio nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre. Composto da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnorldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright. L’importanza di questo lavoro del Magini è notevolissima, come pure l’influenza sulla cartografia della penisola per i successivi due secoli: da Ortelius ai principali cartografi ed editori olandesi, tutta la cartografia della penisola è tratta dal lavoro del matematico padovano.