Africae Propriae Tabula, In qua Punica regna uides, Tyrios, et Agenoris Urbem

Riferimento: S46104
Autore Abraham ORTELIUS
Anno: 1590 ca.
Zona: Africa
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 480 x 335 mm
700,00 €

Riferimento: S46104
Autore Abraham ORTELIUS
Anno: 1590 ca.
Zona: Africa
Luogo di Stampa: Anversa
Misure: 480 x 335 mm
700,00 €

Descrizione

Splendida carta storico-geografica dell'antico regno cartaginese pubblicata nel Parergon di Abraham Ortelius.

Questa carta, attraente e ricca di dettagli, si concentra sull'antico regno cartaginese all'epoca delle guerre puniche. La carta copre la costa nordafricana dall'Algeria alla Libia, concentrandosi sulla Tunisia e sull'arcipelago tra l'Africa e la Sicilia; Malta è mostrata in primo piano. Un inserto planimetrico mostra la città e il porto di Cartagine prima della sua distruzione.

Esemplare dalla rara edizione italiana del Theatrum Orbis Terrarum stampata ad Anversa da Jean Baptiste Vrients nel 1608 e quindi nel 1612. Esemplare di primo stato.

Titolo: AFRICAE | PROPRIAE | TABVLA, | "In qua", | Punica regna vides;| Tyrios, et Agenoris | urbem. | "Illustri ac Amplissimo viro Domino | Christophoro ab Assonleville: Equiti | aurato; Altevillæ domino: Regis Ca:|tholici Consiliario primario. Abrahamus | Ortelius dedicabat, lubens merito". [Carta dell'Africa propriamente detta, in cui si vedono il regno punico, Tiro e la città di Agenore. Dedicata all'illustre e onorevole signore Christophorus di Assonleville. Onorato cavaliere, signore di Altevilla, primo consigliere del nostro re cattolico, da Abramo Ortelio per i suoi grandi meriti]. Cartiglio in basso a destra: EX CONATIBVS GEOGRAPHICIS | ABRAHAMI ORTELII.| "Cum priuilegio Imperiali, Regio, et Bel:|gico, ad decennium. 1590". Inserto: "Sinus Carthaginensis, ipsæque ur:|bis, atque locorum aliquot vicino:|rum plenior descriptio". [Rappresentazione completa del golfo di Carthago, della città di Carthago e di alcuni luoghi nelle vicinanze.] Centro superiore: "Melita, quæ Maltaria Anton. | Carthaginensium colonia. | D. Pauli naufragio insignis". [L'isola di Malta, che Antonino chiama Maltaria. Divenne famosa per il naufragio di San Paolo]. Centro: Sinus III, "diuiditur in geminos; duarum Syrtium | vadoso ac reciproco mari diros. Plinius" [Il terzo golfo è diviso in due parti; di queste due il Siriano è pieno di bassi fondi, e con la marea di riflusso è molto pericoloso]. In basso a destra: CINYPS "Regio totius | Africæ fertilißima | pulcherrimaque". [Cinipe, la regione più fertile e bella dell'Africa]. In basso a destra: Lotophagi, quos quidam | Alachroas vocant. | et Camarinæos. In basso a destra: "Hesperidum horti, | hic à Plinio sta:|tuuntur". [I giardini delle Esperidi sono collocati qui da Plinio]. In basso a destra: Macæi Syrtitæ. Macæ | et Maces sunt alijs. [Macæi Syrtitæ. Macæ e Maces sono persone diverse].

Realizzata da Ortelius sulla base di informazioni moderne tratte dalla carta dell'Africa di Gastaldi (Meurer p. 87-88, p. 151) e di conoscenze antiche tratte da Diodoro Siculo, Plinio, Vergilio, Appiano, Alicarnasso, Ateneo ed Erodoto. Bertius acquistò alcuni fogli con questa mappa e la inserì nel suo storico atlante del 1618 "Theatrum Geographiæ Veteris", utilizzando il testo dell'edizione 1609/1612 latina. L'ampio testo tratta soprattutto della città di Cartagine e della sua distruzione finale da parte dei Romani.

Circa una decade dopo la pubblicazione del “moderno” Theatrum Orbis Terrarum, Ortelius rispose alle “preghiere di amici e studiosi di storia antica, sacra e profana” e compilò una serie di mappe di soggetto biblico e classico, quasi tutte disegnate da lui. Intitolò l’opera “Parergon theatri”, ovvero “aggiunta, appendice, del Theatrum”, ma al tempo stesso anche complementare al Theatrum: il Paregon theatri forniva per il mondo antico lo stesso materiale che Ortelius aveva fornito per il mondo moderno con il Theatrum: carte geografiche. Lo spirito del Parergon è tutto riassunto nel motto historiae oculus geographia riportato sul frontespizio: la geografia è l’occhio della storia. Le mappe del mondo antico avevano lo scopo di “rendere più chiari gli storici antichi e i poeti”. Le mappe del Paregon sono di tre tipologie: antiche regioni; carte letterarie e carte bibliche.

Come sottolinea Koeman “il Parergon deve essere considerato come lavoro personale di Ortelius. Per quest'opera, infatti, diversamente dal Theatrum, non copiò le mappe di altri cartografi, ma ne disegnò lui stesso di nuove ed originali. Riprese luoghi, regioni e territori delle civiltà classiche illustrandone e spiegandone la storia, una materia molto vicina al suo cuore. Le mappe e le lastre del Parergon devono essere valutate come le più importanti incisioni che rappresentano il diffuso interesse per la geografia classica nel XVI secolo”.

Si come quella parte dell'Asia, la qual è rinchiusa & terminata dal mar maggiore, dall'Arcipelago, & dal mar Mediterraneo, & dal fiume Eufrate, si chiama propriamente Asia appo li Geografi; cosi questa parte dell'Africa infra l'altre sue provincie, ha sempre ottenuto propriamente il nome d'Africa” (p. xxxij). I confini di questo territorio sono ad ovest il fiume Ampsa, a nord il mar Mediterraneo “& da Levante sono li suoi termini gli altari de Fileni, co' quali tocca la Cirenaica; & verso mezo giorno la Libia interna, & li suoi deserti raguarda” (ibidem). La regione della Numidia, che i greci chiamavano Metagonite, venne resa famosa da Massinissa, figlio di Gaia re dei Massili, che inizialmente combatté con i Cartaginesi contro i Romani dal 212 al 206 a. C. ed in seguito passò dalla parte dei Romani e venne riconosciuto re da Scipione. Dal fiume Tusca ha inizio l'Africa propriamente detta; bisogna segnalare che inizialmente la parola Africa designava solo il territorio nei pressi di Cartagine e solo in un secondo momento passò ad indicare tutto il continente africano. Ad oriente del territorio africano si trova la costa dei Lotofagi, mangiatori di Loto, collocati in Libia anche da Omero (Odissea IX 81 sgg.) e da Erodoto (IV 177 sgg.) terminando con Philenorum vicus et Arae in riferimento ai Fileni, due fratelli cartaginesi che, impegnati in una gara per definire i confini della loro città con i Cirenesi, si lasciarono seppellire vivi nel luogo in cui erano arrivati per primi. Nel mar Mediterraneo, in corrispondenza della città di Tripoli, si trova l'indicazione tratta dalla Naturalis Historia di Plinio (V. 26) in cui il terzo golfo si divide in due baie, rese pericolose dai bassifondi e dai movimenti delle maree nelle due Sirti: SINUS III. Dividitur in geminos; duarum Syrtium vadoso ac reciproco mari diros. Plinius. Interessante nell'area libica il riferimento all'antica leggenda della terra dei Lotofagi, già nota per la lunga peregrinazione di Ulisse: lotophagi, quos quidam Alachroas vocant, et Cantarinos. Prossimo a questa scritta si vede un insieme di alberi che vengono così chiamati: Hesperidum horti, hic a Plinio statuuntur. Molto puntuale il disegno del gruppo delle Pelagie: Pelagiæ insulæ. Quæ et Tarichiæ, et Phoenicorum: così come la descrizione dell'isola di Malta: Melita, quæ Maltaria. Anton. Carthaginensium colonia: D. Pauli naufragio insignis. Il riferimento alla tavola con il viaggio di San Paolo è palese. Nell'angolo in basso a sinistra, in decorativo cartiglio, troviamo il particolare cartografico della città di Cartagine ed il territorio circostante: Sinus Carthaginensis, ipsæque urbis, atque locorum aliquot vicinorum plenior descriptio; a fianco, sempre in decorativo cartiglio a gradini, sono elencati i luoghi le cui posizioni sono sconosciute, mentre in quello più basso è riportato il privilegio di stampa decennale. In alto a destra il cartiglio con la dedica: ILLUSTRI AC AMPLISSIMO VIRO DOMINO CHRISTOPHORO AB ABSONLEVILLE: EQUITI AURATO: ALTEVILLE DOMINO: REGIS CATHOLICI CONSILIARIO PRIMARIO. Abrahamus Ortelius dedicabat, lubens merito. Dal punto di vista cartografico Ortelius prende come riferimento le moderne informazioni tratte dalla mappa dell’Africa di Gastaldi arricchendola con notizie storiche di Diodoro Siculo, Plinio, Virgilio, Appiano ed altri. Le sue coordinate geografiche sono comprese tra i 25° e 37° Lat. N e 47°20’ Long. E.” (cfr. Simonetta Conti in Associazione “Roberto Almagià”, Plinio, Guida e mito delle scoperte geografiche, Il Parergon di Ortelio, conoscenza geo-storica del mondo antico (2023), pp. 98-99, n. 26).

Esemplare con magnifica coloritura coeva, carta leggermente brunita, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

Cfr. L. Bagrow, A. Ortelli Catalogus Cartographorum; cfr. C. Koeman, Atlantes Neerlandici; Peter H. Meurer, Fontes Cartographici Orteliani 14p; M. Van den Broecke, Ortelius Atlas Maps, n. 218 I/II; Van der Krogt, Koeman’s Atantes Neerlandici: 8610H:31.

Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)

Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.

Abraham ORTELIUS (1528 - 1598)

Abraham Ortel, più noto come Ortelius, nacque ad Anversa nel 1528, e qui avviò un’attività come commerciante di libri e “pittore di mappe”. Viaggiò molto, specialmente per recarsi alle gradi fiere librarie, stabilendo contatti professionali e amichevoli con altri cartografi europei dai quali derivò la sua collezione di mappe. Punto cruciale nella sua carriera fu il 1564, con la pubblicazione della Mappa del Mondo in otto fogli, di cui si conosce solo una copia. Nel 1570 pubblicò, in una stessa scala, la sua collezione di mappe sotto il titolo di Theatrum Orbis Terrarum, opera che di fatto costituì il primo esempio di atlante sistematico, sebbene il termine stesso verrà usato per la prima volta da Mercator venti anni più tardi. Il Theatrum, le cui mappe furono elegantemente incise per lo più da Frans Hogenberg, ottenne un successo immediato e conobbe ben 42 edizioni in varie lingue fino a quella definitiva del 1612, inclusa l’Appendix, pubblicata di tanto in tanto, con le ultime scoperte dell’epoca. Ortelius fu anche il primo a citare le sue fonti menzionando i nomi dei cartografi. Inoltre compilò una serie di mappe storiche col titolo Parergon Theatri. L’opera, contenente anche una riproduzione della Tabula Peutingeriana, edito per la prima volta nel 1579, fu pubblicata sia separatamente sia come parte integrante del Theatrum.