La Gran Città del Cairo

Riferimento: S39298
Autore Donato BERTELLI
Anno: 1569
Zona: Il Cairo
Misure: 285 x 200 mm
1.200,00 €

Riferimento: S39298
Autore Donato BERTELLI
Anno: 1569
Zona: Il Cairo
Misure: 285 x 200 mm
1.200,00 €

Descrizione

In alto, lungo il margine superiore ed impresso a caratteri cubitali, troviamo il titolo: LA GRAN CITTA DEL CAIRO. In basso si legge: Descrittione d’i nomi della Città del Cairo. Segue una legenda numerica di 54 rimandi a luoghi e monumenti notabili disposta su sei colonne. In basso a destra troviamo l’imprint editoriale: Appresso Donato Bertelli. Orientazione nei quattro lati al centro con i nomi dei venti: TRAMONTANA, LEVANTE, PONENTE, mentre non indicato il vento meridionale. Il nord è a sinistra.

Pianta prospettica a volo d’uccello, priva di data, pubblicata dalla tipografia di Donato Bertelli. Si tratta di una derivazione dell’opera attribuita a Ferrando Bertelli (1568), a sua volta basata su quella più grande di Zorzi-Pagano, alla quale viene aggiunta l’orientazione.

Nel 1549 Matteo Pagano, in collaborazione con il pittore e cartografo Giovanni Domenico Zorzi, produce un grande mappa del Cairo, composta da ventuno blocchi silografici. La prospettiva adottata, obliqua dall’alto, detta “a volo d’uccello”, segue la tradizione rinascimentale della rappresentazione delle città. Il formato è orizzontale, con la città vista dalla riva occidentale del Nilo. Sono indicati in maniera chiara sia aree individuali che monumenti della città, come il distretto di Azbakiya, la porta di Bab Zuwayla, l’acquedotto e le vie principali, il Vecchio Cairo, sviluppato intorno alla fortezza di Babilonia, la torre di Giza, le celebri Piramidi e la Sfinge in sembianze femminili.

 

Alcuni esemplari di questa pianta prospettica si trovano inseriti nella raccolta Le vere imagini et descritioni delle piu nobili città del mondo, edita a Venezia da Donato Bertelli nel 1569. Altre ancora sono inseriti in raccolte fattizie cinquecentesche di formato più grande.

“In assoluta concorrenza con le raccolte di Forlani e di Ferrando Bertelli, fu pubblicata a Venezia, sempre a cura di Donato Bertelli nel 1569, la raccolta Le vere imagini et descritioni delle piu nobilli città del mondo. Verae illustrissimae cuiusque urbis imagines nunc prim[um] typis impressae. Venetiis, Apud Donatum Bertellii ad signum divii Marci MDLXIX. Come quella di Ferrando, l’opera contiene un frontespizio allegorico inciso, con un titolo bilingue in italiano e latino, e con la dedica a Iohan Jacob Fugger von Kirhberg (1514-1575), banchiere tedesco mecenate delle arti: Illustri, ac generoso heroi d. Ioanni Iacobo Fuggero Kirchbergae, Weissenhorni, et c. domino caesareae maiestatis consiliario dicatae. La raccolta, che conobbe una ristampa nel 1574 e una nel 1578, comprende il titolo e 21 piante o vedute di città. Si tratta, dunque, solo di una selezione incentrata sulle città principali, rappresentate da tavole derivate dal “Primo Libro”, già replicate nel Civitatum aliquot insigniorum et locorum del 1568. Vengono escluse le immagini delle città fortificate ungheresi e dei luoghi minori, in una sorta di prodotto elitario, meno innovativo ma più curato dal punto di vista grafico. Valerio (cfr. Piante e vedute di Napoli dal 1486 al 1599, 1998, p. 45) descrive l’esemplare conservato alla Jerome & Ann Fisher Fine Arts Library della University of Pennsylvania [711.4 B486], datato 1569, e la ristampa del 1578 conservata alla Public Library di New York. Entrambi differiscono, per contenuto e ordinamento delle tavole, da quello conservato alla Biblioteca Angelica di Roma [BB-12-9] e da quello alla Stanford University, che recano entrambi la data 1578. L’unico elemento comune a tutte le edizioni è la presenza della pianta di Venezia (come prima tavola. Non è raro trovare le tavole di Bertelli conservate in raccolte fattizie di grande formato: in quella della Universiteto Biblioteka di Vilnius (cfr. Dzikowski, Katalog atlasów Biblioteki Uniwersyteckiej Stefana Batorego, 1940) sono presenti la quasi totalità delle tavole che compongono la raccolta, come pure nel cosiddetto “Atlante Aragona” (conservato in un’anonima collezione privata americana e del quale siamo riusciti ad avere le immagini). Numerose le tavole presenti nella collezione della Raccolta Bertarelli [VOL EE 46 (1-240)], conservata al Castello Sforzesco di Milano” (cfr. Stefano Bifolco, Città e Fortezze Principali del Mondo. Le prime raccolte italiane di cartografia urbana e gli isolari del XVI secolo in “Cartografia e topografia italiana del XVI secolo”, 2018, pp. 124-125).

Donato è stampatore ed editore attivo a Venezia in Merzaria all’insegna di S. Marco. Nato probabilmente a Padova, come si deduce dalla sua firma su alcuni rami, Donatus Bertellius Patavinus, la sua attività, sulla base delle opere da lui pubblicate, si può circoscrivere agli anni tra il 1558 e il 1592. Nel 1559 era nella bottega di Ferrando Bertelli e si firmava In Venetia appresso Donato Bertelli libraro al segno del S. Marco. Alla morte di Ferrando, Donato ereditò o acquistò i suoi rami, pubblicandoli, come fece anche per lastre di Forlani e Camocio, apponendo il suo nome. 

Acquaforte e bulino, stampata su carta vergata coeva, con pieni margini in eccellente stato di conservazione. Rarissima.

Bibliografia

S. Bifolco, F. Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, p. 495, tav. 128; Ganado (1993): p. 24.

Donato BERTELLI (Attivo a Venezia seconda metà del XVI secolo)

La famiglia Bertelli rappresenta il gruppo più folto di editori, incisori, cartografi e mercanti di stampe del XVI secolo. Il più produttivo fu Ferrando Bertelli, attivo tra il 1560e il 1570, ma le mappe dell’ultimo quarto del secolo sono conosciute con le firme di Andrea, Donato, Lucca, Nicolò e Pietro. Quest’ultimo fu attivo principalmente a Padova, dove condusse un'officina tipografica e di incisioni. Le prime notizie certe lo indicano attivo alla data del 1589 in qualità di incisore di alcune tavole per una edizione dal titolo Diversarum nationum habitus che fu edita in collaborazione con Alciato Alciati. Pietro Bertelli aveva a Padova una libreria "all'insegna dell'Angelo". Alla sua morte l'attività fu ereditata dal figlio Francesco. Donato Bertelli era stampatore, editore e mercante di stampe, nato probabilmente a Padova, come risulta esplicitamente da alcuni suoi rami (“Donatus Bertellius Patavinus”) ma attivo a Venezia tra il 1563 ed il 1574, anche se si tende a dilatare la sua attività dal 1558 al 1592 sulla scorta del materiale cartografico da lui immesso sul mercato in quegli anni. Lavorò nella bottega di Ferdinando Bertelli – con il quale non è ancora ben chiaro il rapporto di parentela – dal quale ereditò i rami calcografici, sostituendovi il proprio nome. In qualità di editore calcografo uscirono dalla sua bottega carte da invenzione o da derivazione di Natale Bonifacio, Giacomo Gastaldi , Ortelius ecc. In considerazione del gran numero di carte da lui siglate l’Almagià lo definisce “il principale erede e continuatore dei più attivi produttori della seconda metà del secolo XVI” in Venezia. Suo successore "alla Libraria di S. Marco" fu Andrea, che non sempre utilizzò i vecchi rami di Donato. Bibliografia: Valerio, Cartografi Veneti, p. 149.

Donato BERTELLI (Attivo a Venezia seconda metà del XVI secolo)

La famiglia Bertelli rappresenta il gruppo più folto di editori, incisori, cartografi e mercanti di stampe del XVI secolo. Il più produttivo fu Ferrando Bertelli, attivo tra il 1560e il 1570, ma le mappe dell’ultimo quarto del secolo sono conosciute con le firme di Andrea, Donato, Lucca, Nicolò e Pietro. Quest’ultimo fu attivo principalmente a Padova, dove condusse un'officina tipografica e di incisioni. Le prime notizie certe lo indicano attivo alla data del 1589 in qualità di incisore di alcune tavole per una edizione dal titolo Diversarum nationum habitus che fu edita in collaborazione con Alciato Alciati. Pietro Bertelli aveva a Padova una libreria "all'insegna dell'Angelo". Alla sua morte l'attività fu ereditata dal figlio Francesco. Donato Bertelli era stampatore, editore e mercante di stampe, nato probabilmente a Padova, come risulta esplicitamente da alcuni suoi rami (“Donatus Bertellius Patavinus”) ma attivo a Venezia tra il 1563 ed il 1574, anche se si tende a dilatare la sua attività dal 1558 al 1592 sulla scorta del materiale cartografico da lui immesso sul mercato in quegli anni. Lavorò nella bottega di Ferdinando Bertelli – con il quale non è ancora ben chiaro il rapporto di parentela – dal quale ereditò i rami calcografici, sostituendovi il proprio nome. In qualità di editore calcografo uscirono dalla sua bottega carte da invenzione o da derivazione di Natale Bonifacio, Giacomo Gastaldi , Ortelius ecc. In considerazione del gran numero di carte da lui siglate l’Almagià lo definisce “il principale erede e continuatore dei più attivi produttori della seconda metà del secolo XVI” in Venezia. Suo successore "alla Libraria di S. Marco" fu Andrea, che non sempre utilizzò i vecchi rami di Donato. Bibliografia: Valerio, Cartografi Veneti, p. 149.