Delineatio Urbis ac Portus Centum Cellarum a Cinthio Floro facta An MDCXCIX

Riferimento: s1845
Autore Giovanni Girolamo FREZZA
Anno: 1699
Zona: Civitavecchia
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 550 x 335 mm
380,00 €

Riferimento: s1845
Autore Giovanni Girolamo FREZZA
Anno: 1699
Zona: Civitavecchia
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 550 x 335 mm
380,00 €

Descrizione

Rara pianta della città incisa da Girolamo Frezza e datata 1699.

Incisione in rame, lievemente rifilata in basso, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Giovanni Girolamo FREZZA (Orvinio 1671 - dopo il 1748)

Nato a Canemorto (odierna Orvinio), con ogni probabilità nel 1671, si trasferì a Roma per andare a imparare l'arte del bulino e dell'acquaforte, presso la bottega del celebre incisore, originario di Anversa, A. van Westerhout. Le prime incisioni note risalgono all'inizio dell'ultimo decennio del XVII secolo. Si tratta perlopiù di soggetti religiosi o di incisioni da opere di artisti famosi quali C. Maratti. Dal primo decennio del '700 la bottega del Frezza "in faccia alla chiesa di S. Andrea degli Scozzesi" (come si legge in numerose stampe) divenne indubbiamente una delle più attive e più prolifiche di Roma. Ne uscirono stampe in serie o in fogli sciolti, spesso tratte dalle opere dei maggiori maestri di tradizione classicista. Nel quarto decennio del '700 la notorietà del Frezza si doveva essere ormai ampiamente consolidata, tanto che, nel 1737, egli ricevette l'incarico, insieme con G.D. Campiglia, da parte della Camera apostolica (nella figura del cardinale Neri Corsini), di redigere una perizia in merito all'acquisto della prestigiosa stamperia De Rossi, data la discordanza di valutazione emersa dalle due perizie precedenti stilate da J. Frey per conto della Camera medesima e da P.L. Ghezzi per incarico di L.F. De Rossi. Il Frezza si dedicò anche, lungo tutto il corso della vita, alla realizzazione di stampe dedicate ad alcune delle grandi cerimonie che animavano la vita della Roma del tempo: dalle illustrazioni per le Esequie di Pietro II di Portogallo in S. Antonio dei Portoghesi (1707), alla Macchina pirotecnica per la cerimonia della chinea (1722). Le ultime opere di rilievo realizzate dal Frezza furono alcune illustrazioni, su disegno di G.S. Fietti, per il volume dell'erudito F. Bussi "Istoria della città di Viterbo", pubblicato a Roma nel 1742. Ignoto è l'anno di morte del Frezza che deve porsi, tuttavia, poco dopo il 1748. A questa data risale infatti un atto notarile attestante l'avvenuto pagamento da parte dell'artista della dote versata in occasione del matrimonio della figlia con il pittore Stefano Pozzi.

Giovanni Girolamo FREZZA (Orvinio 1671 - dopo il 1748)

Nato a Canemorto (odierna Orvinio), con ogni probabilità nel 1671, si trasferì a Roma per andare a imparare l'arte del bulino e dell'acquaforte, presso la bottega del celebre incisore, originario di Anversa, A. van Westerhout. Le prime incisioni note risalgono all'inizio dell'ultimo decennio del XVII secolo. Si tratta perlopiù di soggetti religiosi o di incisioni da opere di artisti famosi quali C. Maratti. Dal primo decennio del '700 la bottega del Frezza "in faccia alla chiesa di S. Andrea degli Scozzesi" (come si legge in numerose stampe) divenne indubbiamente una delle più attive e più prolifiche di Roma. Ne uscirono stampe in serie o in fogli sciolti, spesso tratte dalle opere dei maggiori maestri di tradizione classicista. Nel quarto decennio del '700 la notorietà del Frezza si doveva essere ormai ampiamente consolidata, tanto che, nel 1737, egli ricevette l'incarico, insieme con G.D. Campiglia, da parte della Camera apostolica (nella figura del cardinale Neri Corsini), di redigere una perizia in merito all'acquisto della prestigiosa stamperia De Rossi, data la discordanza di valutazione emersa dalle due perizie precedenti stilate da J. Frey per conto della Camera medesima e da P.L. Ghezzi per incarico di L.F. De Rossi. Il Frezza si dedicò anche, lungo tutto il corso della vita, alla realizzazione di stampe dedicate ad alcune delle grandi cerimonie che animavano la vita della Roma del tempo: dalle illustrazioni per le Esequie di Pietro II di Portogallo in S. Antonio dei Portoghesi (1707), alla Macchina pirotecnica per la cerimonia della chinea (1722). Le ultime opere di rilievo realizzate dal Frezza furono alcune illustrazioni, su disegno di G.S. Fietti, per il volume dell'erudito F. Bussi "Istoria della città di Viterbo", pubblicato a Roma nel 1742. Ignoto è l'anno di morte del Frezza che deve porsi, tuttavia, poco dopo il 1748. A questa data risale infatti un atto notarile attestante l'avvenuto pagamento da parte dell'artista della dote versata in occasione del matrimonio della figlia con il pittore Stefano Pozzi.