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Riferimento: | S34824 |
Autore | Tipografia Valck & Schenk |
Anno: | 1700 ca. |
Zona: | Tuscia |
Luogo di Stampa: | Amsterdam |
Misure: | 505 x 415 mm |
Riferimento: | S34824 |
Autore | Tipografia Valck & Schenk |
Anno: | 1700 ca. |
Zona: | Tuscia |
Luogo di Stampa: | Amsterdam |
Misure: | 505 x 415 mm |
Rara edizione di Valck e Schenk della celebre carta della Tuscia suburbicaria - ovvero la parte dell'antica Etruria che si estendeva a sud del fiume Arno e comprendeva anche parte del Lazio – di Johannes Janssonius, che replica quella di Johannes Blaeu del 1662, a sua volta diretta derivazione dal prototipo di Iacopo Oddi e Luca Holstenio.
Su Iacopo Oddi, nato a Narni intorno al 1600, si hanno scarsissime notizie biografiche. Da una lettera datata 20 aprile 1624, si evince che aveva lavorato per diversi anni a Napoli al seguito del matematico ed architetto Niccolò Antonio Stigliola (1547-1623), del quale possedeva alcuni manoscritti originali, che assieme a Mario Cartaro realizzò il primo rilievo cartografico di tutto il Regno di Napoli. Si ipotizza, pertanto, che apprese dallo Stigliola la scienza del rilievo topografico e cartografico. Per gli anni seguenti non si ha altra notizia dell'Oddi sino al 1636-37, periodo durante il quale, come risulta da sue lettere autografe citate più sotto, egli attese ad una carta del Patrimonio di S. Pietro, per incarico della Sacra Congregazione ai Confini e sotto la sorveglianza scientifica dell'insigne Luka Holste (1596-1661, latinizzato in Lucas Holstenius, noto anche come Holstenio o Olstenio) un umanista, geografo e storico tedesco dal 1627 a Roma alla corte del cardinale Francesco Barberini (1597-1679) del quale divenne bibliotecario. Nel 1636 fu nominato sovraintendente della Biblioteca Vaticana. Come ci informa Roberto Almagià (cfr. L'opera geografica di Luca Holstenio, 1942), nella Galleria vaticana Holstenio rinnova interamente, tra il 1636 e il 1637, il dipinto che rappresenta la geografia del Patrimonio di S. Pietro, soggetto già rappresentato nello stesso riquadro cinquant’anni prima dal cosmografo Ignazio Danti (1536-1586) su commissione di papa Gregorio XIII. Holstenio raffigura la regione allora chiamata anche Tuscia Suburbicaria, cioè toscana appartenente all’urbe, a partire da rilievi da lui stesso condotti tra il 1634 e il 1636. Da cinque lettere di Iacopo Oddi all'Holstenio conservate nel Codice Barberini si rileva che egli eseguì una carta dell'intero Patrimonio di San Pietro, sotto la direzione dello stesso Holstenio. La prima lettera, datata 5 settembre 1637, ci fa sapere che la carta era già finita da due mesi; da una seconda lettera del 17 ottobre 1637 si deduce che il lavoro era durato 14 mesi e che i singoli comuni del territorio percorso avevano rimborsato Oddi le spese ordinarie. Ma, come sostiene Almagià, è molto probabile che Oddi non facesse che perfezionare e rifinire con accurati rilievi, una carta eseguita dall'Holstenio alcuni anni prima. Questi, sembra considerare la carta come opera sua; in una lettera del 1646 al celebre cartografo ed editore olandese Johannes Blaeu (1596-1673) ne annunciava l’imminente traduzione a stampa, ma l'intera carta non fu mai stampata.
La carta, frutto della corrispondenza intercorsa fra il Blaeu e l'Holstenio, venne poi replicata a stampa e introdotta nella edizione 1662 in undici volumi del celebre Atlas Maior del Blaeu (vol. IX, fra le pagg. 131 e 132).
Nell'angolo in alto a destra decorativo cartiglio affiancato da figure allegoriche in cui è iscritto il titolo. Nell'angolo opposto, sempre in cartiglio a volute, sono riportate le scale grafiche: Milliaria Italica communia e Milliaria Germania communia. Nell'angolo in basso a sinistra in sontuoso cartiglio arricchito da numerose figure allegoriche, è presente una dedica particolarmente elaborata al giurista Johan Honigh di Middleburg, in Zelanda.
Sembra che la carta non sia mai stata una componente regolare dell'atlante Jansson, il che spiegherebbe la sua scarsità. Van der Krogt descrive la carta come un'aggiunta a pochi atlanti di Jansson, senza una chiara data di inizio; la prima data che fornisce è il 1675, pubblicata nell'edizione latina dell'Atlas Major sive Cosmographia Universalis.
Il rame passò nelle mani degli stampatori Valck e Schenk che la rimisero in commercio con la sola aggiunta del reticolo geografico e dell'imprint editoriale "Prostant in Officina Amstelodmani apud Petri Schenk, et Ger. Valk C. P.". Il reticolo grafico ha una scansione di mezzo grado. La datazione, così come la provenienza di tale carta, ossia l'inserimento di tale carta in un atlante, è molto problematica. Petrus Schenk I (1660-1718 ca) fu incisore ed editore tedesco, trasferitosi giovanissimo ad Amsterdam dove divenne allievo di Gerad Valk (1656-1726) e del quale sposò la sorella Agatha nel 1687. L'associazione tra i due risale già ai primi anni 80 del Seicento; intorno al 1690 si trovarono ad acquistare gran parte dei rami di Janssonius che furono da loro editi con piccoli ritocchi e modifiche. È molto probabile che il rame sia stato stampato ancora e commercializzato anche nel corso del Settecento a opera degli eredi Leonard Valk (1675-ante 1755) e Petrus Schenk II (1698-1775).
Joannes Janssonius, figlio dell'editore di Arnhem Jan Janssen, sposò Elisabeth Hondius, figlia di Jodocus Hondius, ad Amsterdam nel 1612. Dopo il suo matrimonio, si stabilì in questa città come libraio ed editore di materiale cartografico. Nel 1618 si stabilì ad Amsterdam accanto alla libreria di Willem Jansz. Blaeu, entrando in una seria competizione. Le sue attività non riguardavano solo la pubblicazione di atlanti e libri, ma anche di mappe singole e un vasto commercio di libri con filiali a Francoforte, Danzica, Stoccolma, Copenaghen, Berlino, Koningsbergen, Ginevra e Lione. Nel 1631 iniziò a pubblicare atlanti insieme a Henricus Hondius. Nei primi anni 1640 Henricus Hondius lasciò l'attività di pubblicazione di atlanti completamente a Janssonius. La concorrenza con Joan Blaeu, figlio e successore di Willem, nella produzione di atlanti spinse Janssonius ad ampliare il suo Atlas Novus finalmente in un'opera di sei volumi, in cui furono inseriti un atlante marino e un atlante del Vecchio Mondo. Dopo la morte di Joannes Janssonius, il negozio e la casa editrice furono continuati dagli eredi sotto la direzione di Johannes van Waesbergen (c. 1616-1681), genero di Joannes Janssonius. Le matrici degli atlanti di Janssonius furono in seguito vendute a Schenk e Valck.
Acquaforte, bella coloritura d'epoca, in buono stato di conservazione.
Bibliografia
Van der Krogt 1, Atlantes Neerlandici, n. 406; cfr. Almagià (1929): pp. 61-62, tav. LXII; Almagià (1948): p. 61, tav. XXIV; Almagià (1960): tav. LXVIII.
Tipografia Valck & Schenk (attiva 1687 - 1711 circa)
Gerard Valk, o Gerrit Leendertsz Valck (1652-1726), insieme al figlio Leonard, furono gli unici editori di globi significativi nei Paesi Bassi nel XVIII secolo, godendo di un monopolio quasi totale nella prima metà del 1700. Inizialmente incisore e mercante d'arte, dopo aver lavorato per i venditori di mappe Christopher Browne e David Loggan a Londra tra il 1672 e il 1679, Valk fondò l'azienda ad Amsterdam nel 1687. Inizialmente pubblicava mappe e atlanti, ma nel 1700 trasferì il negozio nell'edificio precedentemente occupato dal cartografo e cartografo Jodocus Hondius. Intorno al 1711, quando divenne membro della corporazione dei librai, Leonard Valk (1675-1746) entrò in società e il suo nome iniziò a comparire insieme a quello del padre sui cartigli dei globi, anche se i primi, sia terrestri che celesti, portano ancora la data del 1700. Alla morte del padre, nel 1726, Leonard prese naturalmente in mano le redini dell'attività e, dopo la sua morte nel 1746, l'azienda fu gestita da Maria Valk, cugina e moglie di Gerard.
Peter Schenk il Vecchio (1660-1711) si trasferì ad Amsterdam nel 1675 e iniziò ad apprendere l'arte del mezzotinto. Nel 1694 acquistò alcuni dei rame del cartografo Johannes Janssonius, che gli permisero di specializzarsi nell'incisione e nella stampa di mappe e stampe. Si divideva tra il suo negozio di Amsterdam e Lipsia e vendeva anche un considerevole volume di materiali a Londra. Peter Schenk il Vecchio ebbe tre figli. Peter il Giovane portò avanti l'attività del padre a Lipsia, mentre gli altri due, Leonard e Jan, lavorarono ad Amsterdam. Leonard incise diverse mappe e continuò il rapporto con il padre incidendo le lastre per l'edizione di Amsterdam dell'Histoire de l'Académie Royale des Sciences.
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Tipografia Valck & Schenk (attiva 1687 - 1711 circa)
Gerard Valk, o Gerrit Leendertsz Valck (1652-1726), insieme al figlio Leonard, furono gli unici editori di globi significativi nei Paesi Bassi nel XVIII secolo, godendo di un monopolio quasi totale nella prima metà del 1700. Inizialmente incisore e mercante d'arte, dopo aver lavorato per i venditori di mappe Christopher Browne e David Loggan a Londra tra il 1672 e il 1679, Valk fondò l'azienda ad Amsterdam nel 1687. Inizialmente pubblicava mappe e atlanti, ma nel 1700 trasferì il negozio nell'edificio precedentemente occupato dal cartografo e cartografo Jodocus Hondius. Intorno al 1711, quando divenne membro della corporazione dei librai, Leonard Valk (1675-1746) entrò in società e il suo nome iniziò a comparire insieme a quello del padre sui cartigli dei globi, anche se i primi, sia terrestri che celesti, portano ancora la data del 1700. Alla morte del padre, nel 1726, Leonard prese naturalmente in mano le redini dell'attività e, dopo la sua morte nel 1746, l'azienda fu gestita da Maria Valk, cugina e moglie di Gerard.
Peter Schenk il Vecchio (1660-1711) si trasferì ad Amsterdam nel 1675 e iniziò ad apprendere l'arte del mezzotinto. Nel 1694 acquistò alcuni dei rame del cartografo Johannes Janssonius, che gli permisero di specializzarsi nell'incisione e nella stampa di mappe e stampe. Si divideva tra il suo negozio di Amsterdam e Lipsia e vendeva anche un considerevole volume di materiali a Londra. Peter Schenk il Vecchio ebbe tre figli. Peter il Giovane portò avanti l'attività del padre a Lipsia, mentre gli altri due, Leonard e Jan, lavorarono ad Amsterdam. Leonard incise diverse mappe e continuò il rapporto con il padre incidendo le lastre per l'edizione di Amsterdam dell'Histoire de l'Académie Royale des Sciences.
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