Territorio di Perugia

Riferimento: CO-426
Autore Valerio SPADA
Anno: 1650 ca.
Zona: Perugia
Luogo di Stampa: Firenze
Misure: 465 x 360 mm
Non Disponibile

Riferimento: CO-426
Autore Valerio SPADA
Anno: 1650 ca.
Zona: Perugia
Luogo di Stampa: Firenze
Misure: 465 x 360 mm
Non Disponibile

Descrizione

Rarissima mappa del territorio di Perugia, finemente intagliata in rame e stampata da Valerio Spada a Firenze alla metà del XVII secolo.

Esemplare dello straordinariamente raro primo stato di due (catalogazione sconosciuta alla bibliografia) avanti la dedica a Mons. Corsi posta, anche, sopra al cartiglio con il titolo e l’aggiunta “in Firenze” all’imprint dell’editore Giovan Battista Negroponte (inciso in lastra in basso a sinistra).

Si ritiene che la carta dello Spada sia basata sulla mappa del perugino di Egnazio Danti.

Il rilievo geofisico del territorio perugino fu commissionato dal Governatore Pontificio Giovanni Pietro Ghisleri nel 1577. Danti portò a termine il lavoro in breve tempo, effettuando di persona nuove misurazioni sul territorio, ma avvalendosi forse anche di quelle eseguite in precedenza da suo padre, Giulio Danti. Il rilievo fu dapprima utilizzato per la realizzazione di un affresco del Perusinus Ager nel Palazzo dei Priori, di cui si ha notizia fino al 1789; lo stesso lavoro servì, poi, per la realizzazione dell’affresco nella Galleria delle Carte Geografiche in Vaticano, e per una carta a stampa intagliata da Mario Cartaro nel 1580 dal titolo DESCRITTIONE DEL TERRITORIO DI PERUGIA AUGUSTA ET DEI LUOGHI CIRCONVICINI DEL P.M. EGNAZIO DANTI DA PERUGIA MATEMATICO DELLO STUDIO DI BOLOGNA. La carta a stampa riporta la dedica a Giacomo Boncompagni e risulta anteriore alla pittura, mostrando dei toponimi che nella carta muraria dipinta sono poi stati eliminati. Venne subito ripresa e diffusa da Abraham Ortelius per la carta inserita nelle edizioni del Theatrum Orbis Terrarum a partire dal 1584.

Valerio Spada (1613-1688) è forse più noto come disegnatore, artista e calligrafo. La sua veduta di Firenze da San Francesco a Monte è una delle più rare e ricercate vedute di Firenze.

“La preziosa e rara incisione del toscano Valerio Spada si rifà essenzialmente, per l'aspetto geografico, all'opera del Danti. Analoga è infatti la parte di territorio rappresentata e molto simile il livello di dettaglio e la denominazione dei luoghi. Tutti i centri principali sono indicati con pittogrammi di diverse dimensioni a seconda della loro importanza. Molto appariscente è invece il corredo ornamentale, rispondente al gusto barocco del periodo, che testimonia l'abilità ed il valore incisorio dell'autore, cresciuto alla scuola di Lorenzo Lippi. Un grande ed elaborato cartiglio, in basso a destra, racchiude lo stemma cardinalizio di Mons. Corsi, cui la carta è dedicata. Al di sopra, la rosa dei venti con i punti cardinali. In alto a destra, un putto sorregge un lungo festone con il nome del dedicatario ed il confine dell'Urbinate, mentre a sinistra l'indicazione del territorio di Perugia è sorretta dal grifo. Fuori perimetro, in basso, un lungo nastro racchiude l'ampia composizione letteraria di dedica”.

Bibliografia

Arrigoni-Bertarelli, Carte geografiche dell'Italia (1930) p. 228, no. 2070. Almagià, Monumenta Italia cartographica (1929) p. 45; F. R. Cassano, Perugia e il suo territorio, pp. 72-73.

Valerio SPADA (Colle di Val d'Elsa 1613-1688)

Fu un celeberrimo calligrafo, ma anche un abile disegnatore e intagliatore in rame con bulino, e acquaforte. Si affermò come come disegnatore e scenografo di corte, a cui si deve, tra l’altro, la scena finale (Il giardino di Venere) dell’opera di Gianbattista Moniglia L’Ercole in Tebe, rappresentata alla Pergola nel 1661, in occasione delle nozze tra Cosimo III dei Medici e Margherita Luisa d’Orléans.

Valerio SPADA (Colle di Val d'Elsa 1613-1688)

Fu un celeberrimo calligrafo, ma anche un abile disegnatore e intagliatore in rame con bulino, e acquaforte. Si affermò come come disegnatore e scenografo di corte, a cui si deve, tra l’altro, la scena finale (Il giardino di Venere) dell’opera di Gianbattista Moniglia L’Ercole in Tebe, rappresentata alla Pergola nel 1661, in occasione delle nozze tra Cosimo III dei Medici e Margherita Luisa d’Orléans.