Arco Trionfale innalzato d'ordine di sua Maestà... per il passaggio della Santità... Papa Benedetto XIV...

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Riferimento: S52133
Autore Giuseppe VASI
Anno: 1741
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 395 x 510 mm
1.000,00 €

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Riferimento: S52133
Autore Giuseppe VASI
Anno: 1741
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 395 x 510 mm
1.000,00 €

Descrizione

ARCO TRIONFALE INALZATO D'ORDINE DI SUA MAESTA' IL RE DELLE DUE SICILIE, GERUSALEMME, &c. PER IL PASSAGGIO DELLA SANTITA' DI NOSTRO SIGNORE PAPA BENEDETTO XIV AL POSSESSO DELLA BASILICA DI SAN GIOVANNI LATERANO IL DI' XXX APRILE MDCCXLI. Disegno ed Invenzione del Cav. Ferdinando Fuga, Architetto in Roma della Maestà sua. Stampato Nella Calcografia della Rev. Camera Apostolica, In Roma, 1741.

Acquaforte, 1741, raffigurante l'apparato allestito lungo il percorso seguito da papa Benedetto XIV, al secolo Prospero Lorenzo Lambertini (Bologna, 1675 - Roma, 1758). In basso la firma Giuseppe Vasi incise.

Il progetto dell’arco di trionfo è dell’architetto fiorentino Ferdinando Fuga (1699-1782), che lavorava tra Roma e Napoli, specializzato nella progettazione e costruzione di apparati effimeri per feste e avvenimenti.

“La tipologia di arco adottato era quella tradizionale dell’Arco di Costantino fusa con quella dell’Arco di Tito, rivisitata in audaci soluzioni che risentivano delle sperimentazioni architettoniche del tempo. Il fornice, inquadrato tra coppie di colonne binate su alti basamenti, con statue ed elementi decorativi negli intercolumni, presentava il primo ordine corinzio o composito, sormontato da un attico con iscrizioni celebrative e statue. L’iconografia delle sculture riguardava soprattutto le Virtù cardinali, teologali e altre figure allegoriche quali la Clemenza, la Pace e la Giustizia e nel Settecento, talvolta, veniva personalizzata con le vicende biografiche del pontefice.” (E. Marconcini in “Il Museo racconta la città”, p. 103)

La cerimonia di Possesso si riferisce alla processione solenne del pontefice neoeletto alla basilica di San Giovanni in Laterano - “Madre e Capo di Tutte le Chiese della Città e del Mondo”. Era scandita da quattro fasi: l’uscita (exitus) del pontefice dal Palazzo Apostolico o, a partire dal 1724 (per volontà di Benedetto XIII) dal Quirinale; la salita (adscensus) simbolica al Colle capitolino dove il Papa veniva omaggiato dal Senato di Roma, la discesa (descensio) nel Foro Romano che proseguiva lungo la via Sacra e gli archi di Tito e Costantino, ed infine l’arrivo (adventus) e l’ingresso (introitus) nella basilica lateranense.  Un imponente corteo costituito dall’intera corte papale, vescovi, cardinali, rappresentanti delle istituzioni cittadine, famiglie della nobiltà laica ed ecclesiastica, nonché guardie ed alfieri seguiva il pontefice, chi a piedi chi a cavallo, di qui il termine “cavalcata” per indicare il corteo papale.

Si deve ai pontefici rinascimentali la trasformazione della cerimonia in “triumphus” con chiaro riferimento ai trionfi della Roma imperiale, ecco perché il corteo passava davanti agli edifici della Roma antica, in particolare agli archi di trionfo, che avevano un grande valore simbolico: essi richiamano immediatamente la continuità tra la Roma imperiale e la Roma dei papi, tra i trionfi antichi e i trionfi moderni, e quindi la legittimità del potere spirituale e politico dei pontefici.

Non solo la cavalcata passava sotto archi esistenti ma ne venivano costruiti anche di provvisori o effimeri in legno, stucco e cartapesta che si concentravano nell’Arco trionfale sul Campidoglio, a partire dall’ultimo decennio del XVI secolo, e nel Foro romano, verso la metà del XVII secolo, creando un ideale collegamento tra i trionfi antichi e quelli moderni.

Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con filigrana “doppio cerchio e giglio”, con margini, in ottimo stato di conservazione. Rara.

Giuseppe VASI (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)

Pittore e incisore italiano. Dopo aver completato gli studi classici, si dedicò all’arte della stampa a Palermo, probabilmente studiando presso il Collegio Carolino, fondato dai Gesuiti nel 1728, e nel quale Francesco Ciché (prima del 1707; Palermo, 1742) insegnava. Vasi era già un incisore famoso quando, nel 1736, contribuì ad illustrare La reggia in trionfo di Pietro La Placa, in cui si descrivevano le feste celebratesi a Palermo per l’incoronazione di Carlo III di Napoli (futuro Carlo III di Spagna). Lo stesso anno, Vasi si trasferì a Roma dove, in quanto proveniente dal regno di Napoli, gli venne subito offerta la protezione dell’Ambasciatore, il Cardinal Troiano Aquaviva d’Aragona (1694 - 1747). A Roma incontrò altri artisti che lavoravano per lo stesso mecenate: Sebastiano Conca, Luigi Vanvitelli e Ferdinando Fuga. È su questo sfondo che l’opera romana di Vasi, durante la sua permanenza al Palazzo Farnese, dovrebbe essere considerata: il suo monopolio come incisore dei documenti romani del monarca, le lastre per i festival della “Chinea” e gli archi trionfali eretti di fronte ai giardini del Palatino in occasione della temporale sovranità su Roma.

Giuseppe VASI (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)

Pittore e incisore italiano. Dopo aver completato gli studi classici, si dedicò all’arte della stampa a Palermo, probabilmente studiando presso il Collegio Carolino, fondato dai Gesuiti nel 1728, e nel quale Francesco Ciché (prima del 1707; Palermo, 1742) insegnava. Vasi era già un incisore famoso quando, nel 1736, contribuì ad illustrare La reggia in trionfo di Pietro La Placa, in cui si descrivevano le feste celebratesi a Palermo per l’incoronazione di Carlo III di Napoli (futuro Carlo III di Spagna). Lo stesso anno, Vasi si trasferì a Roma dove, in quanto proveniente dal regno di Napoli, gli venne subito offerta la protezione dell’Ambasciatore, il Cardinal Troiano Aquaviva d’Aragona (1694 - 1747). A Roma incontrò altri artisti che lavoravano per lo stesso mecenate: Sebastiano Conca, Luigi Vanvitelli e Ferdinando Fuga. È su questo sfondo che l’opera romana di Vasi, durante la sua permanenza al Palazzo Farnese, dovrebbe essere considerata: il suo monopolio come incisore dei documenti romani del monarca, le lastre per i festival della “Chinea” e gli archi trionfali eretti di fronte ai giardini del Palatino in occasione della temporale sovranità su Roma.