La Nobile Citta di Messina

Riferimento: S41922
Autore Donato BERTELLI
Anno: 1570 ca.
Zona: Messina
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 520 x 380 mm
4.500,00 €

Riferimento: S41922
Autore Donato BERTELLI
Anno: 1570 ca.
Zona: Messina
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 520 x 380 mm
4.500,00 €

Descrizione

In alto al centro, sotto il bordo superiore, troviamo il titolo: LA NOBILE CITTA DI MESSINA. Lungo il margine inferiore è incisa una legenda numerica di 167 rimandi a luoghi e monumenti notabili, distribuita su quattordici colonne. Segue l’imprint editoriale: In Venetia alla libraria al segno di S. Marco in Merzaria D.B. Orientazione tramite una rosa dei venti nel mare, il nord è a destra.

Pianta prospettica di Messina che reca l’indirizzo della libreria di S. Marco e le iniziali di Donato Bertelli. Si tratta di una fedele replica veneziana della carta di Argaria stampata a Roma da Antonio Lafreri nel 1567, con impianto assolutamente identico, anche nelle dimensioni. L’opera di Argaria costituisce la prima immagine complessiva della città. È anche la prima a riportare l’Arsenale Nuovo, costruito sul braccio di San Ranieri nel 1565 - Arcenal Novo fato L anno 1565. Il disegno è molto accurato e particolareggiato: oltre agli edifici restituiti in maniera molto realistica, si notano le numerose tipologie di imbarcazioni dell’epoca presenti nel porto e nello Stretto. 

Anche la legenda in basso è la medesima, con i 167 rimandi del modello originale, dal quale si differenzia essenzialmente solo per la mancanza del cartiglio con dedica sulla destra, qui sostituito da un grande vascello. La mappa, edita dalla tipografia di Donato Bertelli, è di assoluta rarità. La datazione è dedotta sulla base di opere analoghe di Donato (Napoli e Venezia) appartenenti alla stessa tipologia.

Donato Bertelli è stampatore ed editore attivo a Venezia in Merzaria all’insegna di S. Marco. Nato probabilmente a Padova, come si deduce dalla sua firma su alcuni rami, Donatus Bertellius Patavinus, la sua attività, sulla base delle opere da lui pubblicate, si può circoscrivere agli anni tra il 1558 e il 1592. Nel 1559 era nella bottega di Ferrando Bertelli e si firmava In Venetia appresso Donato Bertelli libraro al segno del S. Marco. Alla morte di Ferrando, Donato ereditò o acquistò i suoi rami, pubblicandoli, come fece anche per lastre di Forlani e Camocio, apponendo il suo nome. 

Acquaforte e bulino, impressa su carta vergata coeva, con margini, in perfetto stato di conservazione.

Solo tre gli esemplari censiti in Bifolco-Ronca, tra i quali quello in coloritura coeva conservato al Maritiem Museum di Rotterdam. 

Bibliografia

Bifolco-Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, tav. 1130; Destombes (1970): n. 75; Dzikowski (1940): n. 100; Italiaanse kaartenmakers (1996): n. 38.

Donato BERTELLI (Attivo a Venezia seconda metà del XVI secolo)

La famiglia Bertelli rappresenta il gruppo più folto di editori, incisori, cartografi e mercanti di stampe del XVI secolo. Il più produttivo fu Ferrando Bertelli, attivo tra il 1560e il 1570, ma le mappe dell’ultimo quarto del secolo sono conosciute con le firme di Andrea, Donato, Lucca, Nicolò e Pietro. Quest’ultimo fu attivo principalmente a Padova, dove condusse un'officina tipografica e di incisioni. Le prime notizie certe lo indicano attivo alla data del 1589 in qualità di incisore di alcune tavole per una edizione dal titolo Diversarum nationum habitus che fu edita in collaborazione con Alciato Alciati. Pietro Bertelli aveva a Padova una libreria "all'insegna dell'Angelo". Alla sua morte l'attività fu ereditata dal figlio Francesco. Donato Bertelli era stampatore, editore e mercante di stampe, nato probabilmente a Padova, come risulta esplicitamente da alcuni suoi rami (“Donatus Bertellius Patavinus”) ma attivo a Venezia tra il 1563 ed il 1574, anche se si tende a dilatare la sua attività dal 1558 al 1592 sulla scorta del materiale cartografico da lui immesso sul mercato in quegli anni. Lavorò nella bottega di Ferdinando Bertelli – con il quale non è ancora ben chiaro il rapporto di parentela – dal quale ereditò i rami calcografici, sostituendovi il proprio nome. In qualità di editore calcografo uscirono dalla sua bottega carte da invenzione o da derivazione di Natale Bonifacio, Giacomo Gastaldi , Ortelius ecc. In considerazione del gran numero di carte da lui siglate l’Almagià lo definisce “il principale erede e continuatore dei più attivi produttori della seconda metà del secolo XVI” in Venezia. Suo successore "alla Libraria di S. Marco" fu Andrea, che non sempre utilizzò i vecchi rami di Donato. Bibliografia: Valerio, Cartografi Veneti, p. 149.

Donato BERTELLI (Attivo a Venezia seconda metà del XVI secolo)

La famiglia Bertelli rappresenta il gruppo più folto di editori, incisori, cartografi e mercanti di stampe del XVI secolo. Il più produttivo fu Ferrando Bertelli, attivo tra il 1560e il 1570, ma le mappe dell’ultimo quarto del secolo sono conosciute con le firme di Andrea, Donato, Lucca, Nicolò e Pietro. Quest’ultimo fu attivo principalmente a Padova, dove condusse un'officina tipografica e di incisioni. Le prime notizie certe lo indicano attivo alla data del 1589 in qualità di incisore di alcune tavole per una edizione dal titolo Diversarum nationum habitus che fu edita in collaborazione con Alciato Alciati. Pietro Bertelli aveva a Padova una libreria "all'insegna dell'Angelo". Alla sua morte l'attività fu ereditata dal figlio Francesco. Donato Bertelli era stampatore, editore e mercante di stampe, nato probabilmente a Padova, come risulta esplicitamente da alcuni suoi rami (“Donatus Bertellius Patavinus”) ma attivo a Venezia tra il 1563 ed il 1574, anche se si tende a dilatare la sua attività dal 1558 al 1592 sulla scorta del materiale cartografico da lui immesso sul mercato in quegli anni. Lavorò nella bottega di Ferdinando Bertelli – con il quale non è ancora ben chiaro il rapporto di parentela – dal quale ereditò i rami calcografici, sostituendovi il proprio nome. In qualità di editore calcografo uscirono dalla sua bottega carte da invenzione o da derivazione di Natale Bonifacio, Giacomo Gastaldi , Ortelius ecc. In considerazione del gran numero di carte da lui siglate l’Almagià lo definisce “il principale erede e continuatore dei più attivi produttori della seconda metà del secolo XVI” in Venezia. Suo successore "alla Libraria di S. Marco" fu Andrea, che non sempre utilizzò i vecchi rami di Donato. Bibliografia: Valerio, Cartografi Veneti, p. 149.