

Riferimento: | S43557 |
Autore | Matthaeus GREUTER |
Anno: | 1608 |
Misure: | 385 x 265 mm |
Riferimento: | S43557 |
Autore | Matthaeus GREUTER |
Anno: | 1608 |
Misure: | 385 x 265 mm |
Torneo a cavallo tenutosi in Piazza Santa Croce a Firenze nel 1608, in occasione dei festeggiamenti per le nozze di Cosimo II e Maria Maddalena d’Austria.
L’opera di Greuter nasce come apparato iconografico allegato a L'Argonautica del S. Francesco Cini rappresentata in Arno per le nozze del sereniss. d. Cosimo de Medici. Principe di Toscana. E della serenissima arciduchessa Maria Maddalena d'Austria. In Firenze l'anno. 1608.
Si tratta di uno dei numerosi e oggi rari libri di feste, pubblicati per le nozze di Cosimo II, figlio primogenito di Ferdinando con Maria Maddalena d’Austria, per i quali abbonda la documentazione figurata soprattutto per merito di Ludovico Cigoli e di Matthäus Greuter che, assieme a Remigio Cantagallina, tradusse in stampa le splendide scenografie di Giulio Parigi.
“L’evento, celebrato nel 1608, è stato molto studiato ed approfondito, in particolare per gli allestimenti scenografici dei giochi, dei tornei pubblici, per le coreografie dei balletti e in genere per le rappresentazioni teatrali nei palazzi medicei che si susseguirono dal 18 ottobre, data in cui la nuova granduchessa fece il suo ingresso trionfale in Firenze, fino al 5 novembre, con la Giostra del Saracino disputata in Piazza Santa Croce. Meno fruttuosa, nonostante gli sforzi, è stata invece finora la ricerca d’archivio sulle incisioni derivate, delle quali non possiamo ancora affermare con certezza se siano state direttamente commissionate dalla corte. Opera del tedesco Matthaüs Greuter sono in ogni caso le due incisioni all’acquaforte illustranti, rispettivamente, il grandioso e didascalico Ingresso a Firenze di Maria Maddalena d’Austria, che reca la dedica a Matteo Botti Marchese di Campiglia e “Maggior Duomo maggiore” del Granduca seguito dall’analogo Convito per le nozze allegate entrambe alla Descrizione delle feste attribuita a Camillo Rinuccini e pubblicata a Firenze nel 1608. Oltre a queste, la pubblicazione includeva anche le descrizioni singole con i testi delle opere teatrali e dei balletti realizzati durante quei festeggiamenti ossia L’Argonautica di Francesco Cini, Ballo e Giostra dei Venti nelle nozze del serenissimo principe e della serenissima principessa di Toscana arciduchessa, di Lorenzo Franceschini, I cavalieri Sanesi e valorosi e cortesi professori d’arme, e infine il testo della rappresentazione teatrale La Notte d’Amore, ancora di Francesco Cini, che ebbe luogo la sera del 22 ottobre a Palazzo Pitti. Completavano la pubblicazione altre incisioni calcografiche, oltre alle due già citate, includenti, di Greuter, anche La Giostra dei Venti e Il Nobil Anticho Giuoco del combattimento del Ponte solito farsi in Pisa e L’Argonautica; entrambe citano l’evento delle nozze ma non sono dedicate ai Medici” (cfr. Baroni, I Medici e l’incisione: Le origini della collezione di stampe degli Uffizi, 2008, pp. 39-41).
Bellissima prova, rifilata al rame, in ottimo stato di conservazione.
Bibliografia
Alessandra Baroni, I Medici e l’incisione: Le origini della collezione di stampe degli Uffizi, 2008, pp. 39-41.
Matthaeus GREUTER (Strasburgo 1564 - Roma 1638)
Matthaus o Mathias o Matheus Greuter è disegnatore, intagliatore ed editore. Figlio dell'orafo Konrad di Kempten, nacque intorno al 1565-66 probabilmente a Strasburgo, nel 1564 circa muore a Roma nel 1638 dove è sepolto nella chiesa di S. Eustachio. Nel 1588 anche il Greuter era ricordato come orafo sebbene già da almeno due anni avesse realizzato stampe datate e avviato dunque l'attività alla quale avrebbe dedicato il resto della vita. Di religione luterana, si convertì al cattolicesimo intorno al 1593 e, forse a causa di questa scelta, abbandonò Strasburgo trasferendosi a Lione (1595-99 circa), in quel momento il secondo centro in Francia per importanza nel campo della produzione incisoria e libraria, e poi ad Avignone (1600-03). Alla metà del 1603 il Greuter giunse a Roma con tre figli, avuti dal primo matrimonio, tra i quali Johann Friedrich e Susanna (1591-1629 circa), e qui visse sino alla morte. Si sposò nuovamente con Innocenza Grandoni dalla quale ebbe un figlio, Carlo Felice, nato nel 1606 e battezzato nella parrocchia di S. Marcello. Il Greuter risulta sicuramente residente in questa parrocchia dal 1630 al 1636 con la famiglia del figlio Johann Friedrich e alcuni collaboratori: D. Widmann, aiutante intagliatore, e J. Widmer, garzone stampatore. Presso la bottega del Greuter - indicata dapprima lungo il Corso vicino a S. Marcello (per esempio nel 1608 e nel 1612) e poi, secondo la Pianta di Roma del 1618 edita dal Greuter all'insegna dell'Aquila nera, presso S. Tommaso in Parione - operò lo stampatore fiammingo Geert van Schayck, italianizzato in Gotifredo Scaicchi, genero del Greuter, avendone sposato la figlia Susanna nel 1615. Certamente alcune lastre di rame di questa bottega divennero proprietà nel 1648 di Greuter e F. De Rossi, confluendo successivamente nella Calcografia camerale. Negli anni tardi della sua vita gli Stati delle anime (1633-34) ricordano la casa del G., presso il confine con la parrocchia di S. Maria in Aquiro, come quella "dello stampatore" anche se non possiamo sapere se operasse in loco o in un altro edificio. Il successo professionale del Greuter a Roma fu immediato, testimoniato dal discreto numero di opere datate dei primissimi anni e dalla concessione ripetuta di privilegi decennali (1604, 1621), che avrebbero dovuto garantire all'artista l'esclusiva sulle sue creazioni, spesso, invece, copiate. L'ampio catalogo delle sue opere, suscettibile tuttavia di alcune integrazioni, è stato ricostruito da R. Zijlma, e conta centinaia di stampe, sia su fogli volanti sia inserite in libri. Se ne ricava la versatilità dell'artista, educatosi sugli esempi del tardo manierismo nordico e poi sempre più vicino alla cultura barocca romana, che si cimentò in molti campi, dall'invenzione figurativa autonoma all'incisione, da prototipi altrui alle immagini geografiche e architettoniche, sempre con risultati apprezzabili. Per la determinazione di un esatto catalogo il problema principale consiste nell'esistenza di numerose incisioni siglate "M.G.F." (o "M.G.f."), alcune delle quali incise a Roma negli anni Ottanta del XVI secolo, che non possono essere riferite al Greuter, poiché a questa data non risulta ancora arrivato in Italia, e che vanno dunque espunte dal suo catalogo, anche per le differenze stilistiche con la sua produzione precedente gli anni romani.
Le prime incisioni datate del Greuter a Roma risalgono al 1604. In questo periodo vennero eseguite stampe sia su disegni di altri, spesso molto complessi, sia di sua invenzione. Cospicui i rapporti dei primi anni con gli oratoriani per i quali eseguì varie riproduzioni di Filippo Neri. Tra le numerose immagini di tipo documentaristico e devozionale devono essere ricordate quelle relative alle cerimonie per il matrimonio di Cosimo de' Medici con Maddalena d'Austria (1608: cinque incisioni) e gli apparati di canonizzazione di Carlo Borromeo (1610) e di Ignazio di Loyola (1622). Uno dei settori nei quali il Greuter sembrò conseguire maggior successo fu quello delle incisioni di soggetto topografico e architettonico. Nel 1618 pubblicò la grande e complessa pianta di Roma da lui disegnata e incisa, basata su accurate misurazioni e valutazioni dal vero (fu ripubblicata nel 1626 e nel 1638).
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Matthaeus GREUTER (Strasburgo 1564 - Roma 1638)
Matthaus o Mathias o Matheus Greuter è disegnatore, intagliatore ed editore. Figlio dell'orafo Konrad di Kempten, nacque intorno al 1565-66 probabilmente a Strasburgo, nel 1564 circa muore a Roma nel 1638 dove è sepolto nella chiesa di S. Eustachio. Nel 1588 anche il Greuter era ricordato come orafo sebbene già da almeno due anni avesse realizzato stampe datate e avviato dunque l'attività alla quale avrebbe dedicato il resto della vita. Di religione luterana, si convertì al cattolicesimo intorno al 1593 e, forse a causa di questa scelta, abbandonò Strasburgo trasferendosi a Lione (1595-99 circa), in quel momento il secondo centro in Francia per importanza nel campo della produzione incisoria e libraria, e poi ad Avignone (1600-03). Alla metà del 1603 il Greuter giunse a Roma con tre figli, avuti dal primo matrimonio, tra i quali Johann Friedrich e Susanna (1591-1629 circa), e qui visse sino alla morte. Si sposò nuovamente con Innocenza Grandoni dalla quale ebbe un figlio, Carlo Felice, nato nel 1606 e battezzato nella parrocchia di S. Marcello. Il Greuter risulta sicuramente residente in questa parrocchia dal 1630 al 1636 con la famiglia del figlio Johann Friedrich e alcuni collaboratori: D. Widmann, aiutante intagliatore, e J. Widmer, garzone stampatore. Presso la bottega del Greuter - indicata dapprima lungo il Corso vicino a S. Marcello (per esempio nel 1608 e nel 1612) e poi, secondo la Pianta di Roma del 1618 edita dal Greuter all'insegna dell'Aquila nera, presso S. Tommaso in Parione - operò lo stampatore fiammingo Geert van Schayck, italianizzato in Gotifredo Scaicchi, genero del Greuter, avendone sposato la figlia Susanna nel 1615. Certamente alcune lastre di rame di questa bottega divennero proprietà nel 1648 di Greuter e F. De Rossi, confluendo successivamente nella Calcografia camerale. Negli anni tardi della sua vita gli Stati delle anime (1633-34) ricordano la casa del G., presso il confine con la parrocchia di S. Maria in Aquiro, come quella "dello stampatore" anche se non possiamo sapere se operasse in loco o in un altro edificio. Il successo professionale del Greuter a Roma fu immediato, testimoniato dal discreto numero di opere datate dei primissimi anni e dalla concessione ripetuta di privilegi decennali (1604, 1621), che avrebbero dovuto garantire all'artista l'esclusiva sulle sue creazioni, spesso, invece, copiate. L'ampio catalogo delle sue opere, suscettibile tuttavia di alcune integrazioni, è stato ricostruito da R. Zijlma, e conta centinaia di stampe, sia su fogli volanti sia inserite in libri. Se ne ricava la versatilità dell'artista, educatosi sugli esempi del tardo manierismo nordico e poi sempre più vicino alla cultura barocca romana, che si cimentò in molti campi, dall'invenzione figurativa autonoma all'incisione, da prototipi altrui alle immagini geografiche e architettoniche, sempre con risultati apprezzabili. Per la determinazione di un esatto catalogo il problema principale consiste nell'esistenza di numerose incisioni siglate "M.G.F." (o "M.G.f."), alcune delle quali incise a Roma negli anni Ottanta del XVI secolo, che non possono essere riferite al Greuter, poiché a questa data non risulta ancora arrivato in Italia, e che vanno dunque espunte dal suo catalogo, anche per le differenze stilistiche con la sua produzione precedente gli anni romani.
Le prime incisioni datate del Greuter a Roma risalgono al 1604. In questo periodo vennero eseguite stampe sia su disegni di altri, spesso molto complessi, sia di sua invenzione. Cospicui i rapporti dei primi anni con gli oratoriani per i quali eseguì varie riproduzioni di Filippo Neri. Tra le numerose immagini di tipo documentaristico e devozionale devono essere ricordate quelle relative alle cerimonie per il matrimonio di Cosimo de' Medici con Maddalena d'Austria (1608: cinque incisioni) e gli apparati di canonizzazione di Carlo Borromeo (1610) e di Ignazio di Loyola (1622). Uno dei settori nei quali il Greuter sembrò conseguire maggior successo fu quello delle incisioni di soggetto topografico e architettonico. Nel 1618 pubblicò la grande e complessa pianta di Roma da lui disegnata e incisa, basata su accurate misurazioni e valutazioni dal vero (fu ripubblicata nel 1626 e nel 1638).
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