Il ratto di una Sabina

Riferimento: S39265.2
Autore Jan Harmensz MULLER
Anno: 1598
Misure: 285 x 424 mm
Non Disponibile

Riferimento: S39265.2
Autore Jan Harmensz MULLER
Anno: 1598
Misure: 285 x 424 mm
Non Disponibile

Descrizione

Bulino, 1598 circa, firmata nel margine inferiore “Has effigies per Adrianus de Vries Hagieň. è cærâ formatas, Joan: Mullerus aeri incidit.” (a sinistra); “Harmannus Mullerus excudebat Amsterdamj” (destra). Due versi latini al centro del margine inferiore: “En tibi Romanae sobolis furtiva prepago/ Quae crevit raptu, virgo Sabina, tuo.” Numerata 1, nell’immagine in basso al centro. Da un soggetto Adriaan de Vries.

Esemplare nel terzo stato, di sei, prima dell'indirizzo "Dancker Danckerts Exc".

Magnifico esemplare impresso su carta vergata coeva, con filigrana “Stemma con giglio di Strasburgo e lettere WR” (cfr. The New Hollstein – The Muller Dinasty, part II, Appendix,6b), margini sottili, in eccellente stato di conservazione.

Joan Muller ha inciso tre stampe con soggetto "Il ratto di una donna Sabina" che secondo le iscrizioni si basano su modelli in cera di Adriaan de Vries. Le tre stampe possono essere datate tra il 1597 e il 1600. Un notevole gruppo di prove di queste stampe sono conservate ad Amsterdam.

Bibliografia

TIB, 77; The New Hollstein (The Muller Dinasty, part II), n. 77, p. 208

Jan Harmensz MULLER (Amsterdam 1571 - 1628)

Incisore, disegnatore e pittore olandese, figlio maggiore di Harmen Jansz Muller (1540–1617), editore di Amsterdam, incisore e stampatore. L’attività della famiglia, chiamata De Vergulde Passer (‘Il Compasso Dorato’), si trovava presso Warmoesstraat, e Jan Muller vi lavorò per diversi anni. È probabile che abbia fatto l’apprendistato presso Hendrik Goltzius a Haarlem. Tra il 1594 e il 1602 potrebbe aver viaggiato in Italia, fermandosi a Roma e Napoli. Tramite matrimonio, si imparentò con lo scultore olandese Adriaen de Vries, allievo del Giambologna. Mantenne contatti anche con Bartholomeus Spranger e altri artisti a Praga, città che grazie al mecenatismo dell’Imperatore Rudolf II era divenuta un centro artistico fiorente. Nel 1602 fece un tentativo, non riuscito, di mediare, per conto dell’Imperatore, l’acquisto del Giudizio Universale di Lucas van Leyden. Alla sua morte, lasciò la bottega e le sue lastre al figlio Jan.

Bibliografia

TIB, 77; The New Hollstein (The Muller Dinasty, part II), n. 77, p. 208

Jan Harmensz MULLER (Amsterdam 1571 - 1628)

Incisore, disegnatore e pittore olandese, figlio maggiore di Harmen Jansz Muller (1540–1617), editore di Amsterdam, incisore e stampatore. L’attività della famiglia, chiamata De Vergulde Passer (‘Il Compasso Dorato’), si trovava presso Warmoesstraat, e Jan Muller vi lavorò per diversi anni. È probabile che abbia fatto l’apprendistato presso Hendrik Goltzius a Haarlem. Tra il 1594 e il 1602 potrebbe aver viaggiato in Italia, fermandosi a Roma e Napoli. Tramite matrimonio, si imparentò con lo scultore olandese Adriaen de Vries, allievo del Giambologna. Mantenne contatti anche con Bartholomeus Spranger e altri artisti a Praga, città che grazie al mecenatismo dell’Imperatore Rudolf II era divenuta un centro artistico fiorente. Nel 1602 fece un tentativo, non riuscito, di mediare, per conto dell’Imperatore, l’acquisto del Giudizio Universale di Lucas van Leyden. Alla sua morte, lasciò la bottega e le sue lastre al figlio Jan.