Gubbio. La Porta Romana

Riferimento: S42610
Autore Benvenuto DISERTORI
Anno: 1912 ca.
Misure: 175 x 130 mm
Non Disponibile

Riferimento: S42610
Autore Benvenuto DISERTORI
Anno: 1912 ca.
Misure: 175 x 130 mm
Non Disponibile

Descrizione

Acquaforte, 1912-13 circa, titolata e firmata a penna in basso: Gubbio. La Porta Romana (a sx.) Benvenuto Disertori (a dx.) Unico stato.

“Un disegno preparatorio per questa incisione (costituito dalle sole linee di contorno degli elementi essenziali della composizione) è conservato a Rovereto presso la raccolta di stampe del Mart (2837), matita su carta da lucido. Rispetto a questo disegno, l'incisione è nello stesso verso. Un altro disegno, finito in ogni sua parte, china, è conservato a Milano, coll. A. Disertori. Rispetto a questo disegno, l'incisione è nello stesso verso. Questo secondo disegno risulta citato nel catalogo dell'esposizione di Palazzo Pesaro a Venezia del 1912 con il titolo Porta romana: Gubbio.

L'acquaforte rappresenta, nello stesso verso della realtà, una veduta di Gubbio dall'esterno delle mura. Il punto di vista è identificabile con il campanile della chiesa di S. Agostino, la cui edificazione ha avuto inizio nel 1251. La struttura a forma di torrione, che si vede al centro e che nell'incisione sembra addossata alla serie di edifici in secondo piano, è la Porta Romana, oggi adibita a Museo. Tra i tetti sulla destra si distinguono la trifora pensile della chiesa trecentesca della SS. Trinità e il campanile merlato della chiesa gotica di S. Pietro. Il fiume che scorre nel fondovalle è da ritenersi un'invenzione dell'artista poiché il Torrente Camignano, che nella realtà è di più modeste dimensioni, si allontana da Gubbio in un'altra direzione.

La realizzazione dell'opera può essere collocata negli anni 1912-1913, poiché è ipotizzabile che essa sia avvenuta in un periodo non troppo distante dall'esecuzione del disegno preparatorio, documentato nel 1912.

La tiratura globale programmata da Disertori per questa lastra era di 50 esemplari. Con certezza ne sono stati stampati almeno 14, come prova l'indicazione manoscritta che si trova su uno degli esemplari conservati a Rovereto (2794). La lastra dell'incisione è conservata a Milano, presso la coll. A. Disertori” (cfr. Benvenuto Disertori. Catalogo Ragionato dell'opera grafica e degli ex libris n. 8).

Benvenuto Disertori fu un grande incisore che realizzò bellissime xilografie, acqueforti e disegni a bulino e punta secca, un artista le cui opere furono esposte alla Mostra internazionale di Monaco di Baviera e alla Biennale di Venezia. Carlo Tridenti, per molti anni critico d’arte del “Giornale d’Italia”, che nella prima metà del Novecento era il quotidiano di maggior risalto sociale e culturale di Roma, scrisse di Disertori: “Rivela una forte preferenza per i luoghi antichi e solitari, i borghi delle città toscane ed umbre che lo vedono interprete attento al carattere impresso dagli uomini e dal tempo, alla fuga delle case, dei campanili, degli alberi, verso le sfumate lontananze dei colli. Un classico dunque: la sua forma è ridotta all’elemento primo, il tratto, il contorno fissati con chiarezza, sono i mezzi espressivi più idonei a rendere l’eterna bellezza della natura” (in “La Fiorentina Primaverile”, Firenze 1922, pp. 86-87).

Bibliografia

Paolo Bellini; Alessia Alberti, Benvenuto Disertori. Catalogo Ragionato dell'opera grafica e degli ex libris, n. 8, p. 19, 2000; Pica 1920, n. 61; Calabi 1935, n. 16; Petrucci 1950, n. 12; Emert 1967, p. 31; Sonzogno 1969, n. 38; Bellini 1972, n. 29.

Benvenuto DISERTORI (Trento, 16 febbraio 1887 – Milano, 22 gennaio 1969)

Nacque a Trento il 16 febbraio 1887, da Giuseppe e da Anna Bortolotti. Nel 1908 era a Monaco di Baviera, dove si dedicò allo studio del nudo presso una scuola di disegno privata, ed espose con discreto esito i suoi primi paesaggi al Kunstverein. Completò la sua formazione artistica un soggiorno a Roma al termine del quale, nel 1910, si trasferì per un anno a Vienna, per frequentare all'università un corso di letteratura romanza. Tornato in Italia nel 1911, soggiornò in Umbria, compiendo anche viaggi di studio in Toscana e nel Lazio; studiando i rami della Calcografia nazionale di Roma scoprì che la sua vera vocazione era l'incisione, in cui raggiunse una notevole padronanza, sia nella tecnica xilografica, sia nella esecuzione di acqueforti e incisioni a bulino e punta secca. Risiedette alternativamente a Roma e Firenze; nel 1920 divenne membro dell'Accademia di S. Luca. Fu anche un notevole musicologo e paleografo musicale che studiò e riportò alla luce spartiti inediti e semisconosciuti del Cinquecento e del Seicento. Decifrò e trascrisse musiche antiche, collezionò numerosi strumenti musicali oggi conservati nel Castello Sforzesco e presso il Museo della Scienza e della Tecnica, a Milano. Una interessante raccolta di opere dei suoi allievi, eseguite nell'arco di questo trentennio, è presente nella Civica Raccolta di stampe Bertarelli a Milano.

Benvenuto DISERTORI (Trento, 16 febbraio 1887 – Milano, 22 gennaio 1969)

Nacque a Trento il 16 febbraio 1887, da Giuseppe e da Anna Bortolotti. Nel 1908 era a Monaco di Baviera, dove si dedicò allo studio del nudo presso una scuola di disegno privata, ed espose con discreto esito i suoi primi paesaggi al Kunstverein. Completò la sua formazione artistica un soggiorno a Roma al termine del quale, nel 1910, si trasferì per un anno a Vienna, per frequentare all'università un corso di letteratura romanza. Tornato in Italia nel 1911, soggiornò in Umbria, compiendo anche viaggi di studio in Toscana e nel Lazio; studiando i rami della Calcografia nazionale di Roma scoprì che la sua vera vocazione era l'incisione, in cui raggiunse una notevole padronanza, sia nella tecnica xilografica, sia nella esecuzione di acqueforti e incisioni a bulino e punta secca. Risiedette alternativamente a Roma e Firenze; nel 1920 divenne membro dell'Accademia di S. Luca. Fu anche un notevole musicologo e paleografo musicale che studiò e riportò alla luce spartiti inediti e semisconosciuti del Cinquecento e del Seicento. Decifrò e trascrisse musiche antiche, collezionò numerosi strumenti musicali oggi conservati nel Castello Sforzesco e presso il Museo della Scienza e della Tecnica, a Milano. Una interessante raccolta di opere dei suoi allievi, eseguite nell'arco di questo trentennio, è presente nella Civica Raccolta di stampe Bertarelli a Milano.