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| Riferimento: | s47061 |
| Autore | Antonio BALESTRA |
| Anno: | 1731 ca. |
| Misure: | 150 x 300 mm |
| Riferimento: | s47061 |
| Autore | Antonio BALESTRA |
| Anno: | 1731 ca. |
| Misure: | 150 x 300 mm |
Acquaforte, 1731/37 circa, firmata in lastra in basso a sinistra 'Antonius Balestra inv. delin: et inc:
Rarissima incisione d’invenzione di Antonio Balestra, derivante da un proprio dipinto.
L’opera è descritta dal solo Ozzola - in Thieme-Becker p. 408; né Paolo Bellini (Antonio Balestra in The Illustrated Bartsch 011), né Gioconda Albricci Contributo per un catalogo delle incisioni di Antonio Balestra pp.81-82), citando Ozzola, sono riusciti a reperire un esemplare dell’acquaforte.
Scrive Albricci: “Non abbiamo recuperato alcuna notizia sulla stampa citata da Ozzola nel Thieme-Becker: Madonna con due Santi. Il Battisti (84), nel suo elenco di dipinti certi del Balestra, ne elenca tre con questo soggetto: uno rappresenta La Beata Vergine, S. Ignazio e S. Stanislao, del 1731; l'altro è la Madonna col Bambino, S. Antonio da Padova e S. Domenico, del 1731-33; il terzo è La Vergine, S. Chiara e S. Antonio, dipinto nel 1737. Uno di questi tre dipinti potrebbe essere stato riprodotto in incisione, ma non è stato fino ad ora trovato elencato”.
Scrive Bellini: “This work was attribuited to Balestra by Ozzola, but non impression of it have been found. Albricci states that she has not examine this etching but notes that Balestra made three paintings with the subject of the Madonna with two Saints, and says that the etching may be after one of these paintings”.
Antonio Balestra, nativo di Verona, fu allievo a Roma di Carlo Maratta. Una vasta e ben informata letteratura contemporanea, che spesso si avvalse di notizie fornite direttamente dall'artista, e un gruppo di lettere autografe ci permettono di conoscere non solo le vicende esteriori della vita del Balestra, ma anche i principî ai quali egli ispirò tutta la sua attività artistica, che si svolse in un ambito di gusto chiaramente improntato alla tradizione romana, che egli tuttavia interpreta con fluidità formali e scioltezze d'ispirazione correggesca, riflettenti quelle aspirazioni del suo tempo che furono determinanti per il trapasso del gusto dal Seicento al Settecento.
Raramente un artista è stato tanto stimato dai contemporanei come il Balestra la sua pittura classicizzante infatti coincideva con il gusto accademico dominante. La critica moderna ne ha dato invece un giudizio piuttosto limitativo, riconoscendogli più che una validità poetica un'importanza storica, in quanto contribuì a introdurre nel Veneto, ormai chiuso in forme tradizionali improvincialite, la cultura romana, che non mancò di avere riflessi anche nel Piazzetta e nel Tiepolo giovane.
Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva, rifilata al rame, in ottimo stato di conservazione.
Gioconda Albricci riconduce a 10 il corpus grafico di Antonio Balestra; precedenti incisioni a lui attribuite da Bartsch, Nagler e Bruillot vengo infatti derubricate e assegnate al suo allievo Pietro Rotari.
Opera rarissima.
Bibliografia
L. Ozzola, Balestra Antonio, in “Allgemeines Lexicon”, vol. 2, p. 408; Albricci G., Contributo per un catalogo delle incisioni di Antonio Balestra, in “Saggi e memorie di Storia dell'Arte”, Venezia 1982, pp. 81/82; P. Bellini, Antonio Balestra in “The Illustrated Bartsch” p. 111, n. 011.
Antonio BALESTRA (Verona 1666 – 1740)
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Pittore e stampatore italiano. Le sue pale d’altare e i suoi dipinti storici, fondendo insieme il classicismo tardo-Barocco e i colori veneziani, diedero nuovo impulso alla pitture nel nord Italia. FNato a Verona il 12 ag. 1666, da agiata famiglia di mercanti, fu avviato agli studi letterari e si dedicò come dilettante alla pittura, ricevendo, a diciassette anni, i primi insegnamenti da Giovanni Zeffis, un mediocre pittore locale. Intorno al 1690 andò a Roma presso Carlo Maratta, non mancando nel frattempo di studiare Raffaello, Annibale Carracci, Guido Reni, Domenichino e l'arte antica, spingendosi fino a Napoli per vedere Lanfranco, Giordano e Solimena. Frequentò anche i corsi dell'Accademia di San Luca, ottenendo, nel 1694, il primo premio con un disegno raffigurante la Caduta dei giganti. Essendosi ammalato, in quello stesso anno lasciò Roma e, dopo una breve sosta a Bologna, si recò a Verona e poi a Venezia. Nel 1697 si stabilì a Verona. Ma nel 1700 un altro viaggio di studio lo portò a Bologna, Modena, Parma, Piacenza, Milano. Ritornò poi a Venezia e vi soggiornò fino al 1718, anno in cui il suo nome compare nella fraglia pittorica. Nel 1719 si ritirò a Verona, dove nel 1725 lo raggiunse la nomina, a pieni voti, a membro dell'Accademia romana di San Luca. Morì a Verona il 21 apr. 1740. Ebbe numerosi allievi: a Verona Pietro Rotari, Giambettino Cignaroli, Giovanni Battista Mariotti e Angelo Venturini; a Venezia Rosalba Carriera, Giuseppe Nogari, Pietro Longhi, Mattia Bortoloni.
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Antonio BALESTRA (Verona 1666 – 1740)
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Pittore e stampatore italiano. Le sue pale d’altare e i suoi dipinti storici, fondendo insieme il classicismo tardo-Barocco e i colori veneziani, diedero nuovo impulso alla pitture nel nord Italia. FNato a Verona il 12 ag. 1666, da agiata famiglia di mercanti, fu avviato agli studi letterari e si dedicò come dilettante alla pittura, ricevendo, a diciassette anni, i primi insegnamenti da Giovanni Zeffis, un mediocre pittore locale. Intorno al 1690 andò a Roma presso Carlo Maratta, non mancando nel frattempo di studiare Raffaello, Annibale Carracci, Guido Reni, Domenichino e l'arte antica, spingendosi fino a Napoli per vedere Lanfranco, Giordano e Solimena. Frequentò anche i corsi dell'Accademia di San Luca, ottenendo, nel 1694, il primo premio con un disegno raffigurante la Caduta dei giganti. Essendosi ammalato, in quello stesso anno lasciò Roma e, dopo una breve sosta a Bologna, si recò a Verona e poi a Venezia. Nel 1697 si stabilì a Verona. Ma nel 1700 un altro viaggio di studio lo portò a Bologna, Modena, Parma, Piacenza, Milano. Ritornò poi a Venezia e vi soggiornò fino al 1718, anno in cui il suo nome compare nella fraglia pittorica. Nel 1719 si ritirò a Verona, dove nel 1725 lo raggiunse la nomina, a pieni voti, a membro dell'Accademia romana di San Luca. Morì a Verona il 21 apr. 1740. Ebbe numerosi allievi: a Verona Pietro Rotari, Giambettino Cignaroli, Giovanni Battista Mariotti e Angelo Venturini; a Venezia Rosalba Carriera, Giuseppe Nogari, Pietro Longhi, Mattia Bortoloni.
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