

Riferimento: | S47173 |
Autore | Giulio CARPIONI |
Anno: | 1640 ca. |
Misure: | 160 x 110 mm |
Riferimento: | S47173 |
Autore | Giulio CARPIONI |
Anno: | 1640 ca. |
Misure: | 160 x 110 mm |
Allegoria dell’Acqua, raffigurata come una donna che regge un’urna fluente, accanto a un tritone che regge un tridente con pesci e nereidi.
Acquaforte, 1640/50 circa, senza firma. Una delle quattro stampe realizzate da Carpioni con i quattro elementi rappresentati allegoricamente.
Bellissima prova, stampata su carta vergata coeva, con margini, in buono stato di conservazione.
Giulio Carpioni (1613-1679) fu seguace del Parmigianino e poi del veronese Ottino del quale subì influenze di eco caravaggesca, il Carpioni è uno dei più interessanti interpreti del classicismo neo venezianeggiante del Seicento in Italia settentrionale. Unendo esperienze più varie, che vanno dal realismo lombardo al classicismo bolognese e soprattutto poussiniano, conosciuto forse tramite le stampe di Pietro Testa, l’artista raggiunge un linguaggio figurativo personalissimo, tra i più interessanti della contemporanea pittura veneta, legati soprattutto alle sue celebri raffigurazioni di baccanali e scene pastorali popolate di ninfe e satiri. Questi temi sono svolti dal Carpioni anche in qualche acquaforte, tecnica che interessò l’artista limitatamente a pochi pezzi realizzati, assai rari e tutti pervasi di quello spirito di classicismo affine alle opere realizzate da Poussin nel suo primo periodo romano, alla produzione giovanile di Pietro Testa e di Giovanni B. Castiglione. Notissimo per la sua attività pittorica, si dedicò all’incisione nel periodo iniziale della sua carriera, quasi in fase sperimentale, utilizzando il mezzo incisorio come ricerca espressiva e di forma.
Al verso timbro della collezione di Giovanni Locarno (Lugt 1691).
Bibliografia
Bartsch / Le Peintre graveur (XX.187.17); Calabi 1921 / The etchings of Giulio Carpione (12); Mazzoli 2008 / Giulio Carpioni incisore tra classicismo e barocco (17).
Giulio CARPIONI (Vicenza 1613 – 1679)
Seguace del Parmigianino e poi del veronese Ottino del quale subì influenze di eco caravaggesca, il Carpioni è uno dei più interessanti interpreti del classicismo neo venezianeggiante del Seicento in Italia settentrionale. Unendo esperienze più varie, che vanno dal realismo lombardo al classicismo bolognese e soprattutto poussiniano, conosciuto forse tramite le stampe di Pietro Testa, l’artista raggiunge un linguaggio figurativo personalissimo, tra i più interessanti della contemporanea pittura veneta, legati soprattutto alle sue celebri raffigurazioni di baccanali e scene pastorali popolate di ninfe e satiri. Questi temi sono svolti dal Carpioni anche in qualche acquaforte, tecnica che interessò l’artista limitatamente a pochi pezzi realizzati, assai rari e tutti pervasi di quello spirito di classicismo affine alle opere realizzate da Poussin nel suo primo periodo romano, alla produzione giovanile di Pietro Testa e di Giovanni B.Castiglione. Notissimo per la sua attività pittorica, si dedicò all’incisione nel periodo iniziale della sua carriera, quasi in fase sperimentale, utilizzando il mezzo incisorio come ricerca espressiva e di forma.
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Giulio CARPIONI (Vicenza 1613 – 1679)
Seguace del Parmigianino e poi del veronese Ottino del quale subì influenze di eco caravaggesca, il Carpioni è uno dei più interessanti interpreti del classicismo neo venezianeggiante del Seicento in Italia settentrionale. Unendo esperienze più varie, che vanno dal realismo lombardo al classicismo bolognese e soprattutto poussiniano, conosciuto forse tramite le stampe di Pietro Testa, l’artista raggiunge un linguaggio figurativo personalissimo, tra i più interessanti della contemporanea pittura veneta, legati soprattutto alle sue celebri raffigurazioni di baccanali e scene pastorali popolate di ninfe e satiri. Questi temi sono svolti dal Carpioni anche in qualche acquaforte, tecnica che interessò l’artista limitatamente a pochi pezzi realizzati, assai rari e tutti pervasi di quello spirito di classicismo affine alle opere realizzate da Poussin nel suo primo periodo romano, alla produzione giovanile di Pietro Testa e di Giovanni B.Castiglione. Notissimo per la sua attività pittorica, si dedicò all’incisione nel periodo iniziale della sua carriera, quasi in fase sperimentale, utilizzando il mezzo incisorio come ricerca espressiva e di forma.
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