Madonna con Bambino e San Giovannino

Riferimento: S30562
Autore Antonio BALESTRA
Anno: 1702
Misure: 113 x 156 mm
Non Disponibile

Riferimento: S30562
Autore Antonio BALESTRA
Anno: 1702
Misure: 113 x 156 mm
Non Disponibile

Descrizione

Acquaforte, 1702, firmata e datata in basso 'Antonius Balestra in et fecit 1702'.

Esemplare nel secondo stato di due descritto da Bartsch, con la scritta Mater pulcrae dilectionis aggiunta in basso. Il solo esemplare conosciuto ante-litteram è quello descritto da Bartsch; probabilmente, quindi, si tratta di una prova di stampa dell’opera, che è oggi conosciuta solo attraverso esemplari di secondo stato.

Gioconda Albricci riduce a 10 il corpus grafico di Antonio Balestra; precedenti incisioni a lui attribuite da Bartsch, Nagler e Bruillot vengo infatti derubricate e assegnate al suo allievo Pietro Rotari.

Balestra, nativo di Verona, fu allievo a Roma di Carlo Maratta. Una vasta e ben informata letteratura contemporanea, che spesso si avvalse di notizie fornite direttamente dall'artista, e un gruppo di lettere autografe ci permettono di conoscere non solo le vicende esteriori della vita del Balestra, ma anche i principî ai quali egli ispirò tutta la sua attività artistica, che si svolse in un ambito di gusto chiaramente improntato alla tradizione romana, che egli tuttavia interpreta con fluidità formali e scioltezze d'ispirazione correggesca, riflettenti quelle aspirazioni del suo tempo che furono determinanti per il trapasso del gusto dal Seicento al Settecento.

Raramente un artista è stato tanto stimato dai contemporanei come il Balestra la sua pittura classicizzante infatti coincideva con il gusto accademico dominante. La critica moderna ne ha dato invece un giudizio piuttosto limitativo, riconoscendogli più che una validità poetica un'importanza storica, in quanto contribuì a introdurre nel Veneto, ormai chiuso in forme tradizionali improvincialite, la cultura romana, che non mancò di avere riflessi anche nel Piazzetta e nel Tiepolo giovane.

Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva, rifilata al rame, in buono stato di conservazione. Rara.

Bibliografia

Albricci, G. (1982). CONTRIBUTI PER UN CATALOGO DELLE INCISIONI DI ANTONIO BALESTRA. Saggi e Memorie Di Storia Dell’arte, 13, p. 81-82, II/II; Bartsch, Le Peintre graveur (XXI.294.2); Maria Angela Novelli - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 5 (1963).

Antonio BALESTRA (Verona 1666 – 1740)

Pittore e stampatore italiano. Le sue pale d’altare e i suoi dipinti storici, fondendo insieme il classicismo tardo-Barocco e i colori veneziani, diedero nuovo impulso alla pitture nel nord Italia. FNato a Verona il 12 ag. 1666, da agiata famiglia di mercanti, fu avviato agli studi letterari e si dedicò come dilettante alla pittura, ricevendo, a diciassette anni, i primi insegnamenti da Giovanni Zeffis, un mediocre pittore locale. Intorno al 1690 andò a Roma presso Carlo Maratta, non mancando nel frattempo di studiare Raffaello, Annibale Carracci, Guido Reni, Domenichino e l'arte antica, spingendosi fino a Napoli per vedere Lanfranco, Giordano e Solimena. Frequentò anche i corsi dell'Accademia di San Luca, ottenendo, nel 1694, il primo premio con un disegno raffigurante la Caduta dei giganti. Essendosi ammalato, in quello stesso anno lasciò Roma e, dopo una breve sosta a Bologna, si recò a Verona e poi a Venezia. Nel 1697 si stabilì a Verona. Ma nel 1700 un altro viaggio di studio lo portò a Bologna, Modena, Parma, Piacenza, Milano. Ritornò poi a Venezia e vi soggiornò fino al 1718, anno in cui il suo nome compare nella fraglia pittorica. Nel 1719 si ritirò a Verona, dove nel 1725 lo raggiunse la nomina, a pieni voti, a membro dell'Accademia romana di San Luca. Morì a Verona il 21 apr. 1740. Ebbe numerosi allievi: a Verona Pietro Rotari, Giambettino Cignaroli, Giovanni Battista Mariotti e Angelo Venturini; a Venezia Rosalba Carriera, Giuseppe Nogari, Pietro Longhi, Mattia Bortoloni.

Antonio BALESTRA (Verona 1666 – 1740)

Pittore e stampatore italiano. Le sue pale d’altare e i suoi dipinti storici, fondendo insieme il classicismo tardo-Barocco e i colori veneziani, diedero nuovo impulso alla pitture nel nord Italia. FNato a Verona il 12 ag. 1666, da agiata famiglia di mercanti, fu avviato agli studi letterari e si dedicò come dilettante alla pittura, ricevendo, a diciassette anni, i primi insegnamenti da Giovanni Zeffis, un mediocre pittore locale. Intorno al 1690 andò a Roma presso Carlo Maratta, non mancando nel frattempo di studiare Raffaello, Annibale Carracci, Guido Reni, Domenichino e l'arte antica, spingendosi fino a Napoli per vedere Lanfranco, Giordano e Solimena. Frequentò anche i corsi dell'Accademia di San Luca, ottenendo, nel 1694, il primo premio con un disegno raffigurante la Caduta dei giganti. Essendosi ammalato, in quello stesso anno lasciò Roma e, dopo una breve sosta a Bologna, si recò a Verona e poi a Venezia. Nel 1697 si stabilì a Verona. Ma nel 1700 un altro viaggio di studio lo portò a Bologna, Modena, Parma, Piacenza, Milano. Ritornò poi a Venezia e vi soggiornò fino al 1718, anno in cui il suo nome compare nella fraglia pittorica. Nel 1719 si ritirò a Verona, dove nel 1725 lo raggiunse la nomina, a pieni voti, a membro dell'Accademia romana di San Luca. Morì a Verona il 21 apr. 1740. Ebbe numerosi allievi: a Verona Pietro Rotari, Giambettino Cignaroli, Giovanni Battista Mariotti e Angelo Venturini; a Venezia Rosalba Carriera, Giuseppe Nogari, Pietro Longhi, Mattia Bortoloni.