La Visitatione

Riferimento: S30480
Autore Anonimo
Anno: 1561
Misure: 400 x 298 mm
900,00 €

Riferimento: S30480
Autore Anonimo
Anno: 1561
Misure: 400 x 298 mm
900,00 €

Descrizione

Bulino, 1561, originariamente pubblicato dall’editore Antonio Salamanca.

Esemplare nel probabile terzo stato di tre, con l’indirizzo di Orazio Pacifico o Pacifici.

Ottima prova, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, rifilata la rame, leggere abrasioni al verso, per il resto in ottimo stato di conservazione.

L’opera deriva dall’affresco di Andrea del Sarto nel chiostro dello Scalzo a Firenze.

Andrea del Sarto concluse la decorazione del chiostro dello Scalzo dipingendo gli episodi che iconograficamente iniziano la storia della vita del Battista: la "Visitazione" (1524) e la "Nascita del Battista" (1526). Il ciclo, nella sua esecuzione prolungata, registra con un risalto magistrale le varie fasi della pittura sartesca, in una sequenza stilisticamente varia e ricca che riassume la storia della pittura fiorentina dei primi tre decenni del Cinquecento. L'affresco ha due disegni preparatori: uno conservato a Digione presso il Musee des Beaux Arts, raffigurante dei particolari per la figura in primo piano a sinistra della composizione; l'altro conservato a New York presso la Pierpont Morgan Library, con schizzi per l'uomo sulle scale sull'estrema destra della scena.

Andrea del Sarto, pseudonimo di Andrea d'Agnolo di Francesco di Luca di Paolo del Migliore Vannucchi (Firenze, 16 luglio 1486 – Firenze, 29 settembre 1530), è stato un pittore italiano.
Giorgio Vasari lo definì pittore "senza errori", elogiandone la perfezione formale, la rapidità e sicurezza d'esecuzione. Tale elogio vasariano appare però ormai riduttivo nei confronti di un artista che, erede della tradizione fiorentina, affrontò una grande varietà di temi e ne sviluppò l'elaborazione formale.
Fu maestro dell'intera prima generazione dei manieristi (Pontormo e Rosso Fiorentino in primis), ma a differenza degli allievi non utilizzò quelle spregiudicatezze audaci, se non addirittura polemiche, ma rinnovò piuttosto il repertorio tradizionale in maniera garbata, accentuando il respiro monumentale delle figure, variando la cromia e la tecnica, con l'uso degli spunti più moderni reperibili.

Un’esemplare con l’indirizzo di Lafreri è conservato al British Museum.

Opera molto rara, non descritta dai repertori.

Anonimo

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