Circum Urbis, Agonalibus ludis olim caelebrem, dicata trimphali pompa Christo resurgeti Hispana pietas caelebriorem rediddit

Riferimento: OS31
Autore Dominique BARRIERE
Anno: 1650
Zona: Piazza Navona
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 635 x 385 mm
Non Disponibile

Riferimento: OS31
Autore Dominique BARRIERE
Anno: 1650
Zona: Piazza Navona
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 635 x 385 mm
Non Disponibile

Descrizione

Acquaforte, 1650, firmata in basso a destra: Eques Carol. Rainal. Archit., Dominicus Barrière Marsi. Delin. et sculp. doppia legenda, 1-11 e A – H, distribuite in basso a destra e a sinistra del titolo posto al centro.

L’incisione mostra l’addobbo realizzato in Piazza Navona in occasione della Pasqua dell’anno Giubilare 1650, 17 aprile.

L’anno giubilare 1650 vide impegnato Carlo Rainaldi nella realizzazione di due grandiosi opere effimere: l’apparato per le Quarantore nella chiesa del Gesù […] e la regia della Festa della Resurrezione organizzata in Piazza Navona, appunto, per la Pasqua del 1650. Qui l’architetto realizzò su committenza della “Compagnia della Resurrezione” di san Giacomo degli Spagnoli, due giganteschi tabernacoli con il Salvatore e la Vergine sormontati da una grande corona di gusto esotico, creando una struttura che idealmente trovava estensione all’intera piazza e che si può considerare in qualche modo preludio del suo grandioso progetto per il Louvre dove ebbe come antagonisti Bernini e Pietro da Cortona. Tutto l’allegorico sembrava voler ribadire un unico concetto: il trionfo della Pasqua di Resurrezione da vivere come un totalizzante trionfo del sacro nel rispetto delle indicazioni ideologico-programmatiche dei padri committenti. La piazza venne recintata come si era già fatto in occasioni simili, a voler ricreare l’effetto del circo agonale, nel tentativo di sovrapporre le feste della modernità sui giochi della cultura antica ed apparì circondata da 116 archi in legno dipinto e illuminata da 1600 lanterne di carta colorata; come di consueto, musiche e fuochi artificiali accompagnavano la festa.

Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con margini, in perfetto stato di conservazione. Meraviglioso esemplare di questa rara stampa.

Bibliografia

Tozzi, Incisioni barocche, p. 177 n. IV.8; P. Arrigoni, A. Bertarelli, Le stampe storiche conservate nella Raccolta del Castello Sforzesco. Catalogo descrittivo, p. 23 n. 300; M. McDonald The Print Collection Cassiano dal Pozzo … Series C – Prints cat. n. 507 (v. 2); Robert-Dusmenil, III, p. 87, n. 194.

Dominique BARRIERE (Marsiglia, 1618; Roma, 18 Settembre 1678).

Acquafortista francese e specialista in disegno architettonico. Giunse a Roma nel 1640 e si unì alla comunità di artisti francesi dell’Urbe. Non si hanno notizie sul suo apprendistato ma le prime acqueforti (1640–47) rappresentano soggetti storici e mitologici, come la Battaglia di Bommel (1640), su ispirazione di Guglielmo Cortese, e Apollo e Pitone (c. 1647–52) ripreso da un dipinto del Domenichino nella Villa Aldobrandini di Frascati. Sebbene non occupi un posto di primo piano nell'ambiente artistico romano del Seicento, fu tuttavia un valido esponente di quel nutrito gruppo di artisti francesi presenti in città e lasciò un corpus considerevole di incisioni, tuttora poco conosciuto, ammontante a oltre duecento opere tra invenzioni storiche, allegoriche e topografiche.

Dominique BARRIERE (Marsiglia, 1618; Roma, 18 Settembre 1678).

Acquafortista francese e specialista in disegno architettonico. Giunse a Roma nel 1640 e si unì alla comunità di artisti francesi dell’Urbe. Non si hanno notizie sul suo apprendistato ma le prime acqueforti (1640–47) rappresentano soggetti storici e mitologici, come la Battaglia di Bommel (1640), su ispirazione di Guglielmo Cortese, e Apollo e Pitone (c. 1647–52) ripreso da un dipinto del Domenichino nella Villa Aldobrandini di Frascati. Sebbene non occupi un posto di primo piano nell'ambiente artistico romano del Seicento, fu tuttavia un valido esponente di quel nutrito gruppo di artisti francesi presenti in città e lasciò un corpus considerevole di incisioni, tuttora poco conosciuto, ammontante a oltre duecento opere tra invenzioni storiche, allegoriche e topografiche.