

Riferimento: | S44277 |
Autore | Jacques CALLOT |
Anno: | 1628 ca. |
Misure: | 280 x 220 mm |
Riferimento: | S44277 |
Autore | Jacques CALLOT |
Anno: | 1628 ca. |
Misure: | 280 x 220 mm |
Scena notturna illuminata a lume di candela, con giocatori di carte seduti a un tavolo e una coppia ingannata dagli altri giocatori.
Acquaforte e bulino, circa 1628/29, firmata in basso Jac. Callot fe. Nancej. Talvolta nota come “Le Brelan”.
Esemplare nel secondo stato descritto da Lieure (Jacques Callot, 1927, n. 596), con la scritta latina nell’ovale e il cappello sulla testa della donna che suona l’arpa. Il primo stato della stampa (al quale Lieure assegna il massimo grado di rarità) è una prova di stampa ante litteram.
L’opera è uno dei suoi rari tentativi di chiaroscuro (insieme alla Bénédicte del 1626); porta un titolo che probabilmente gli fu dato precocemente, in cui ‘brelan’ si riferisce al luogo (una bisca) e non al gioco di carte. In realtà, si tratta, infatti, di una rappresentazione del Figliol Prodigo (che, secondo Lieure, potrebbe aver ricevuto il volto di Callot) “ingannato da una banda di furfanti”, secondo la didascalia in latino. Un dipinto attribuito al pittore lorenese Jean Le Clerc, contemporaneo di Callot, raffigura la stessa scena. Va notato che la parabola originale (Vangelo di Luca, 15, 11-32) non menziona il gioco d'azzardo. A partire dal Medioevo, il gioco d'azzardo è stato aggiunto per vivacizzare le rappresentazioni teatrali (Courtois d'Arras, inizio XIII secolo) e per animare numerose vetrate (XIII e XIV secolo), prima di sedurre incisori e pittori del XVI, XVII e XVIII secolo, in particolare Lucas van Leyden, Nicolas Régnier e Georges de La Tour.
Jules Lieure così descrive la scena nel suo catalogo sull’artista: “Un effet de nuit, le meilleur de l'œuvre de Callot. Dans un ovale en largeur, l'artiste a décrit une scène éclairée par la lueur d'une chandelle. C'est son second essai dans ce genre, le premier est le Benedicite (voir Cat. 595). L'opposition des blancs et des noirs est encore trop dure; certains blancs sont très lumineux, les parties dans l'ombre sont la plupart trop également forcées. Callot s'est arrêté au moment d'entrevoir la graduation de valeur des objets situés dans la pénombre et de rendre l'infinie richesse des effets du clair obscur. Il a préparé la route que Rembrandt allait exploiter avec un art genial. La scène représente des joueurs de cartes installés autour d'une table rectangulaire. Au milieu est l'enfant prodigue assis près d'une femme qui tient les cartes et dont il dirige le jeu. Derrière cette femme, un escroc se sert d'une petite glace pour montrer les cartes qu'elle tient à un partenaire assis en face sur un banc. A gauche de l'enfant prodigue, une femme debout joue de la harpe. A chaque bout de table est un joueur tenant ses cartes: celui de gauche appuie son genou droit sur le banc, celui de droite y pose le pied gauche. L'enfant prodigue ressemble à Callot. L'artiste a sans doute voulu se représenter assis auprès de sa jeune femme, quelque temps après son mariage. Le groupe est délicieux” [Un effetto notturno, il migliore dell'opera di Callot. In un ampio ovale, l'artista raffigura una scena illuminata dalla luce delle candele. È il suo secondo tentativo in questo genere, il primo è stato la Benedicite (cfr. cat. 595). Il contrasto tra i bianchi e i neri è ancora troppo forte; alcuni bianchi sono molto luminosi, mentre le ombre sono per lo più troppo contrastate. Callot non è riuscito a cogliere il valore graduale degli oggetti in penombra e a rendere l'infinita ricchezza degli effetti del chiaroscuro. Preparò la strada a Rembrandt che la sfruttò con geniale maestria. La scena mostra dei giocatori di carte seduti attorno a un tavolo rettangolare. Al centro c'è il figliol prodigo, seduto accanto a una donna che tiene le carte e di cui dirige il gioco. Dietro la donna, un truffatore utilizza un piccolo specchio per mostrare le carte che ha in mano a un compagno seduto di fronte su una panca. Alla sinistra del figliol prodigo, una donna in piedi suona l'arpa. A ogni estremità del tavolo c'è un giocatore che tiene le sue carte: quello a sinistra appoggia il ginocchio destro sulla panca, quello a destra vi appoggia il piede sinistro. Il figliol prodigo assomiglia a Callot. Probabilmente l'artista voleva rappresentare sé stesso seduto accanto alla giovane moglie, qualche tempo dopo il matrimonio. Il gruppo è delizioso”].
Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva con filigrana “la Marièe” (Lieure n. 40 la identifica come filigrana tipica di questa incisione), con margini, in ottimo stato di conservazione.
Al verso firma della collezione di Pierre Mariette, con la data 1699 (Lugt 1788)
https://www.marquesdecollections.fr/FtDetail/85f416c4-d32b-c44c-98a6-66c401df323d
Splendido esemplare di uno dei capolavori dell’arte grafica di Callot, al quale Lieure assegna la qualifica di rara.
Bibliografia
Lieure, Jacques Callot (596.II); Meaume, Recherches sur la vie et les ouvrages de Jacques Callot (666.II); 'Jacques Callot' (Nancy 1992), n. 362.
Jacques CALLOT (Nancy 1592 - 1635)
Artista barocco, specializzato in arti grafiche, disegno e stampa, originario del Ducato di Lorena (stato indipendente al confine nord-est con la Francia). Realizzò acqueforti con rappresentazioni di cronache dell’epoca e della vita quotidiana della popolazione (soldati, buffoni, ubriaconi, accattoni e vari emarginati). Queste immagini sono spesso in contrasto con i meravigliosi paesaggi in cui sono sistemati (si veda ad esempio “La Tentazione di Sant’Antonio”). La sua abilità nel delineare ombre e nell’uso dei vari toni è davvero notevole per l’epoca, tanto da essere spesso accostato a Albrecht Dürer.
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Jacques CALLOT (Nancy 1592 - 1635)
Artista barocco, specializzato in arti grafiche, disegno e stampa, originario del Ducato di Lorena (stato indipendente al confine nord-est con la Francia). Realizzò acqueforti con rappresentazioni di cronache dell’epoca e della vita quotidiana della popolazione (soldati, buffoni, ubriaconi, accattoni e vari emarginati). Queste immagini sono spesso in contrasto con i meravigliosi paesaggi in cui sono sistemati (si veda ad esempio “La Tentazione di Sant’Antonio”). La sua abilità nel delineare ombre e nell’uso dei vari toni è davvero notevole per l’epoca, tanto da essere spesso accostato a Albrecht Dürer.
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