Allegoria della Famiglia Medici

Riferimento: S43552
Autore Philippe THOMASSIN
Anno: 1605 ca.
Misure: 425 x 305 mm
Non Disponibile

Riferimento: S43552
Autore Philippe THOMASSIN
Anno: 1605 ca.
Misure: 425 x 305 mm
Non Disponibile

Descrizione

Acquaforte e bulino, 1605/10 circa, firmata in lastra in basso a destra 'Eques Ioseph Arpinas inuentor/Philippus Thomassinus fecit'.

Da un disegno di Giuseppe Cesari detto Cavalier d’Arpino, denominato Progetto per un apparato effimero con lo stemma della famiglia Medici e figure allegoriche (matita rossa, e matita nera, 304 x 399 mm, conservato a Chatsworth, Devonshire Collection, Inv. 314). Disegno preparatorio per l’incisione in onore di Ferdinando I di Toscana (o Cosimo II?). La composizione mostra lo stemma mediceo al centro, incoronato dalla Castità sulla sinistra e dall’Abbondanza sulla destra, e accompagnato da Cibele ed Anfitrite, e, in basso, dal fiume Arno e dal Tevere.

Le sfere sorrette da Cibele e Anfitrite e quelle su cui siedono Castità e Abbondanza furono lasciate vuote dal disegnatore che si preoccupò di accennare appena le forme del paesaggio che s’intravede sul fondo sinistro del foglio e dell’incisione.

La stampa, secondo Röttgen, è il frontespizio di “pubblica conclusione”, ossia di una tesi, presentata in uno dei Collegi di Roma; di questo genere di stampe se ne ricorda, ad esempio, Giovanni Baglione nella vita di Philippe Thomassin che, secondo il biografo, “fece varie arme per Conclusioni, come, tra le altre, una del Cavalier Gioseppe Cesari d’Arpino” (Baglione, 1642).

“L’opera menzionata da Baglione potrebbe riconoscersi, lo faceva già notare Herwarth Röttgen, nell’incisione di Thomassin ricondotta da Röttgen al disegno della Devonshire collection (Röttgen, 2002, pp. 516-517, cat. VII). Nonostante che sulla stampa, realizzata con lievissime modifiche rispetto al disegno originale, si legga il nome di Giuseppe Cesari, menzionato come inventore della composizione, e quello di Philippe Thomassin come esecutore dell’intaglio, Herwarth Röttgen ritiene che, per ragioni stilistiche, il foglio sia da considerarsi di mano del minore dei due fratelli Cesari, Bernardino. Non ci sono elementi, tuttavia, per stabilire che il foglio, brillante nella scrittura e concorde con altri fogli del Cesari del primo decennio del Seicento, spetti all’autografia di Bernardino. Riteniamo opportuno, pertanto, lasciare il disegno di Chatsworth tra le opere originali di Giuseppe, mantenendo la proposta attributiva di Michael Jaffé” (cfr. Bolzoni, Il Cavaliere Giuseppe Cesari d'Arpino. Maestro del disegno. Catalogo ragionato dell'opera grafica).

Philippe Thomassin fu incisore e editore, nativo di Troyes, attivo a Roma a partire dal 1585. Nel 1588 iniziò a pubblicare le sue opere. Nel 1589 iniziò la collaborazione con Jean Turpin; la loro società venne descritta nell’atto di scioglimento del 19 gennaio 1602 come devota alla ‘pratica della pittura e incisione, per l’acquisto e la vendita di incisioni stampate da loro o per loro ordine, per vendita all’estero al dettaglio e all’ingrosso...’. Nel 1590 fu arrestato e interrogato dal Santo Ufficio per un ritratto - che avrebbe inciso - di Enrico IV di Francia. Nei suoi primi anni a Roma lavorò per editori come Claudio Duchetti, Lorenzo Vaccari e Marcello Clodio. Comprò vecchie lastre, anche un gruppo dagli eredi di Aliprando Caprioli nel 1599 per il quale richiese un privilegio di 10 anni a Papa Clemente VIII nello stesso anno. Nel1603 pubblicò due incisioni di Francesco Villamena. Baglione disse che amava concentrarsi di più su soggetti religiosi, ma non in maniera esclusiva, come mostra l’importante collezione Antiquarum Statuarum Urbis Romae.

Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva “scudo con santo inginocchiato e croce” (Briquet 7268, la indica come carta prodotta a Fabriano intorno al 1602), con sottilissimi margini, lievissime tracce di colla e pieghe verticali visibili al verso, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Opera rarissima della quale abbiamo rintracciato un solo esemplare presso il Museum of Fine Arts di Budapest https://printsanddrawings.szepmuveszeti.hu/search/prints/52353/ che la data al 1605.

Bibliografia

E. Bruwaert, La vie et les oeuvres de Philippe Thomassin Graveur Troyen (1562-1622), 1914, n. 275; Le Blanc C., Manuel de L'amateur D'estampes, n. 70; H. Röttgen, Il Cavalier Giuseppe Cesari d'Arpino, Rome, 2002, pp. 516-517, cat. VII; M.S. Bolzoni, Il Cavaliere Giuseppe Cesari d'Arpino. Maestro del disegno. Catalogo ragionato dell'opera grafica, Roma, 2013, n. 204; Jaffè, Michael, The Devonshire Collection of Italian Drawings, Tuscan and Umbrian. Schools (1994); Philippe Thomassin, Inv. No. 52353, in Zoltán Kárpáti and Eszter Seres, Italian and French Prints before 1620: An On-Line Catalogue, Museum of Fine Arts, Budapest 2012 »http://printsanddrawings.hu (accessed June 5, 2012)

Philippe THOMASSIN (Troyes 1562 - Roma 1622)

Incisore e editore di Troyes, attivo a Roma dal 1585 . Nel 1589 iniziò la collaborazione con Jean Turpin; la loro società venne descritta nell’atto di scioglimento del 19 Gennaio 1602 come devota alla ‘pratica della pittura e incisione, per l’acquisto e la vendita di incisioni stampate da loro o per loro ordine, per vendita all’estero al dettaglio e all’ingrosso...’ Nel 1590 fu arrestato e interrogato dal Santo Ufficio per un ritratto che abrebbe incisio di Enrico IV di Francia. Nei suoi primi anni a Roma lavorò per editori come Claudio Duchetti, Lorenzo Vaccari e Marcello Clodio. Nel 1588 iniziò a pubblicare le sue opere. Comprò vecchie lastre, anche un gruppo dagli eredi di Aliprando Caprioli nel 1599 per il quale richiese un privilegio di 10 anni a Papa Clemente VIII nello stesso anno. Nel1603 pubblicò due incisioni di Villamena . Baglione disse che amava concentrarsi di più su soggetti religiosi, ma non in maniera esclusiva, come mostra l’importante collezione Antiquarum Statuarum Urbis Romae.

Philippe THOMASSIN (Troyes 1562 - Roma 1622)

Incisore e editore di Troyes, attivo a Roma dal 1585 . Nel 1589 iniziò la collaborazione con Jean Turpin; la loro società venne descritta nell’atto di scioglimento del 19 Gennaio 1602 come devota alla ‘pratica della pittura e incisione, per l’acquisto e la vendita di incisioni stampate da loro o per loro ordine, per vendita all’estero al dettaglio e all’ingrosso...’ Nel 1590 fu arrestato e interrogato dal Santo Ufficio per un ritratto che abrebbe incisio di Enrico IV di Francia. Nei suoi primi anni a Roma lavorò per editori come Claudio Duchetti, Lorenzo Vaccari e Marcello Clodio. Nel 1588 iniziò a pubblicare le sue opere. Comprò vecchie lastre, anche un gruppo dagli eredi di Aliprando Caprioli nel 1599 per il quale richiese un privilegio di 10 anni a Papa Clemente VIII nello stesso anno. Nel1603 pubblicò due incisioni di Villamena . Baglione disse che amava concentrarsi di più su soggetti religiosi, ma non in maniera esclusiva, come mostra l’importante collezione Antiquarum Statuarum Urbis Romae.