Madonna del Silenzio

Riferimento: s31774
Autore Philipp de SOYE
Anno: 1566
Misure: 308 x 440 mm
900,00 €

Riferimento: s31774
Autore Philipp de SOYE
Anno: 1566
Misure: 308 x 440 mm
900,00 €

Descrizione

Bulino, 1566, firmato in lastra, sotto la panca a sinistra Philippus Sericus fecit, e datata MDLXVI, a destra della didascalia. Da un soggetto di Michelangelo Buonarroti.

Esemplare nel secondo stato di tre, con l'indirizzo di Antonio Lafreri in basso a destra. Il primo stato, una prova di stampa avanti la lettera, è conosciuto per una sola prova al British Museum, mentr il terzo stato viene stampato da Giovanni Orlandi nel 1602.

Splendida prova, impressa su carta vergata coeva cn filigrana "pellegrino nel cerchio con stella" rifilata alla linea marginale, in ottimo stato di conservazione.

Il soggetto dell’incisione è tratto dal disegno a sanguigna di Michelangelo della Collezione Duke of Portland di Londra, incluso tra le opere eseguite intorno al 1540 per Vittoria Colonna.

Secondo Alessia Alberti "il soggetto di questo bulino è derivato dall’invenzione di Michelangelo attraverso la mediazione di un dipinto. Anche se di questo non si hanno prove certe, lo si evince oltre che dalla quantità di varianti introdotte rispetto all’originale, anche dal linguaggio grafico teso a imitare i delicati passaggi tonali e la luminosità della pittura. In questa direzione si era già espressa Evelina Borea (Borea, 1980, p. 269) che però individuava cautamente tale modello nel dipinto della National Gallery di Londra, da escludere in quanto a sua volta introduce varianti che qui non sono state recepite. Grazie alla dedicatoria questa tavola fornisce precisi agganci con un personaggio dell’epoca, l’ecclesiastico francese Gallois de Regard (1512-1582), all’epoca dell’incisione vescovo di Bagnoregio (1563-1568), a Roma dal 1555 con incarichi di datario presso Paolo iv e poi Pio iv (Journal, 1964).
L’espressione che precede il nome del dedicatario «Pietatis immobilis erga Deum» è ripresa, con la variante di Deum in luogo di Principem, dalla Vita di Vitellio di Svetonio, laddove è menzionata la scritta sulla statua eretta in sua memoria. […] Dopo essere appartenuta all’editore Lafrery (morto nel 1577), la matrice ricompare nel 1602 con l’indirizzo di Giovanni Orlandi. Potrebbe pertanto identificarsi con la «Madonna di ma, Filippo, foglio», ereditata dal nipote di Lafrery, Claude Duchet nel 1581 (Ehrle, 1908, p. 45, riga 188), pervenuta a Giacomo Gherardi e da questi a Quintilia Lucidi (nel 1598 in casa del padre di Quintilia, Rocco, sono registrati due rami che corrispondono a questo soggetto «la mad.a di Michel Angelo che dorme con un putto In foglio reale», Pagani, 2012, p. 79, n. 8; «la mad.a di m.angelo con il putto che dorme», Pagani, 2012, p. 83, n. 95), che più tardi ha ceduto i suoi beni a Giovanni Orlandi".

La prima traduzione a bulino del disegno è di Giulio Bonasone, e reca la data 1561.

Questa incisione rappresenta la seconda delle due versioni del tema che Philippe Soye incise per Antonio Lafrery. La prima, molto diversa nella raffigurazione e posa di tutte le figure, e nei dettagli architettonici, è datata 1565. Questa seconda versione è molto più vicina all’opera del Bonasone.
La scena raffigura Maria, seduta, con le gambe accavallate, e il Bambino che dorme sdraiato sulla panca con la testolina appoggiata sulla gamba di lei. La Vergine, con la mano destra, tiene aperto un libro sulle cui pagine sono riportati i versetti biblici relativi alla beatitudine di Maria.
Più indietro, a destra, coprendosi la bocca con la mano, è S. Giuseppe, di cui nelle Sacre Scritture non è mai riportata la parola.

Sulla sinistra, è raffigurato l’arcangelo Gabriele, con l’indice rivolto verso l’alto, rimandando probabilmente al concetto espresso nella didascalia: DORMIENTE PUERO IESU DIVINA MENS VIGILA ovvero Mentre il bambino dorme, la mente divina vigila.

L’incisione reca la dedica a Galesio Reguardi, vescovo di Bagnoregio “datario di Pio IV, Papa”.

Bibliografia

Alberti (2015), n. 279; Bartsch, XV.128.66; Catelli Isola, p. 60 n. 25; Marigliani – Biguzzi, p. 45 n. 5; Massari, Iulio Bonasone, p. 97 n. 127; Barnes, 2010, p. 199, n. 106 (?), n. 108.

Philipp de SOYE (Soye 1538 circa - ?)

Incisore nativo delle Fiandre, allievo di Cornelis Cort, che seguì nel suo viaggio in Italia, stabilendosi a Roma. Eseguì un buon numero di opere, soprattutto da disegni del Cort, in parte firmate con il nome di Sericus o Syrtius, che probabilmente non sono altro che la traduzione del suo vero cognome. Lavorò molto alla botega di Antonio di Lafrery. Il suo nome è riportato nel'Indice come "Filippo fiamengo".

Philipp de SOYE (Soye 1538 circa - ?)

Incisore nativo delle Fiandre, allievo di Cornelis Cort, che seguì nel suo viaggio in Italia, stabilendosi a Roma. Eseguì un buon numero di opere, soprattutto da disegni del Cort, in parte firmate con il nome di Sericus o Syrtius, che probabilmente non sono altro che la traduzione del suo vero cognome. Lavorò molto alla botega di Antonio di Lafrery. Il suo nome è riportato nel'Indice come "Filippo fiamengo".