- New

Riferimento: | S48450 |
Autore | Anonimo |
Anno: | 1545 ca. |
Misure: | 165 x 275 mm |
Riferimento: | S48450 |
Autore | Anonimo |
Anno: | 1545 ca. |
Misure: | 165 x 275 mm |
Bulino, circa 1540-45, privo di dati editoriali.
Deriva dall'incisione di Pierre Milan, su disegno di Rosso Fiorentino.
Si tratta di una replica del soggetto, anonima, di un incisore italiano o francese stampata a Roma dalla tipografia Lafreri, come dimostra anche la filigrana di questo esemplare, i “tulipani nello scudo con stella” (Woodward nn. 124-125, la data dal 1542 al 1570).
La scena raffigura le tre Parche: a destra, Lachesi, tiene in mano la conocchia e fila il destino della vita umana; a sinistra, Cloto presa di schiena ne misura la lunghezza, nel mezzo, Atropo strappa il vilo, determinando il momento irrevocabile della morte.
Anche se questa incisione non reca il nome di Rosso Fiorentino, la sua paternità della composizione non è mai stata messa in discussione. Dumesnil ascrive il modello grafico a Renè Boyvin perché la figura di Cloto visto di schiena trova precise corrispondenze con la figura femminile della "Caritas Romana", a lui attribuita. Secondo documenti pubblicati da Metman, le Tre Parche sarebbero state incise da Pierre Milan, intorno al 1545. Milan potrebbe aver lavorato direttamente da un disegno di Rosso, o su una copia del disegno di Rosso realizzata ad hoc, come modello per l'incisore, come nel caso della Danza delle Driadi.
Van Mander sembra aver identificato le tre figure femminili come le Tre Grazie, poiché, contrariamente all’iconografia tradizionale delle Parche, le figure appaiono giovani e nude, esili ed aggraziate. Anche altri dettagli ed attributi possono riferirsi ad un ambito diverso da quello consueto delle Parche. Il turbante di Atropo le conferisce un aspetto sibillino; Cloto siede precariamente su un cesto di fiori, suggerendo Flora o la primavera o semplicemente l'abbondanza e la freschezza. Lachesi indossa una corona, e il suo sedile assomiglia ad un carro trainato da leoni. Questi attributi sono forse un riferimento a Cibele. Il cielo appare in tutta l'arte di Rosso, in particolare nelle opere da lui prodotte in Francia, e non sembra inadeguato qui, come sfondo, ad allargare il significato delle tre Parche. L’opera, infatti, offre diversi livelli di lettura e di significato: se la sessualità delle figure è esplicita e manifesta, anche la loro postura e i gesti sono assolutamente eloquenti. Quest’ eloquenza s’insinua nella loro sessualità nel momento in cui viene riconosciuta la loro identità che ci porta a riflettere sulle conseguenze indicate dal gesto di Atropo.
Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva con filigrana “tulipani nello scudo con stella” (Woodward nn. 124-125), con ampi margini, in perfetto stato di conservazione.
Bellissimo esemplare di questa rara incisione.
Bibliografia
Zerner 1969 PM.2; Robert-Dumesnil 1835-71 VIII.33.31; Carroll, Rosso Fiorentino, n.105.
Anonimo
Anonimo