Combattimento grottesco

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Riferimento: S46690
Autore Etienne DELAUNE
Anno: 1550 ca.
Misure: 220 x 70 mm
Non Disponibile

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Riferimento: S46690
Autore Etienne DELAUNE
Anno: 1550 ca.
Misure: 220 x 70 mm
Non Disponibile

Descrizione

Fregio su sfondo scuro con battaglia grottesca che coinvolge animali e contadini di entrambi i sessi, con alcuni di essi che cavalcano asini e combattono tra loro, armati di utensili.

Bulino, 1550/72 circa, firmato in lastra in basso a destra.

Esemplare nel primo stato di quattro. Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva, rifilata al rame, in eccellente stato di conservazione.

Tavola appartenente ad una serie di dodici, pubblicata quando Delaune era ancora in Francia, come dimostra il copyright reale inciso in basso a destra. Secondo Robert-Dumesnil, la serie è formata da due gruppi di stampe, incise in date diverse.

Come molte delle stampe di Delaune, questa composizione oblunga con una presentazione a fregio di guerrieri, cavalli e figure grottesche che si scontrano in battaglia, fa parte di un ciclo di incisioni che comprende una dozzina di stampe in tutto. I soggetti delle altre opere della suite sono tutti combattimenti: soldati armati, uomini nudi, centauri, satiri e Lapiti, uomini e animali, burleschi contadini assassini di entrambi i sessi, vittorie e cortei trionfali. Le incisioni condividono la stessa tecnica, le stesse dimensioni e gli stessi principi di composizione. Tutte le scene si svolgono sullo stesso palcoscenico lungo con uno sfondo scuro.

Sia il soggetto che la composizione di questa stampa derivano in ultima analisi dall'arte antica, in particolare dalla scultura dei sarcofagi da battaglia greci e romani e dai pannelli in rilievo degli archi di trionfo e di altri monumenti commemorativi. Importanti esempi romani di questi ultimi sono stati conservati in territorio francese, in Provenza. Sempre basate su modelli antichi, e molto più vicine al periodo di Delaune, sono le composizioni pittoriche (e in particolare le stampe) di maestri italiani del Quattrocento come Andrea Mantegna e Antonio Pollaiuolo e di esemplari del Cinquecento come Raffaello e Giulio Romano (tradotti in stampe da Marcantonio Raimondi e altri). Ancora più vicine alla stampa di Delaune, sia per tempo che per luogo, sono le opere sul tema del combattimento di contemporanei come Léon Davent, Antonio Fantuzzi e Jean Mignon. Kathleen Wilson-Chevalier ha commentato a lungo il gusto per queste scene di violenza nell'arte francese del XVI secolo.

Le incisioni di questa suite mostrano tutte un bilanciamento simmetrico delle composizioni oblunghe attorno a un punto centrale. Le figure sono rese chiare su uno sfondo scuro, conferendo loro la qualità saliente e vitale che Leonardo da Vinci, nel suo Trattato della pittura, aveva consigliato di adottare. Le singole stampe di questa serie possiedono una grazia che è irresistibilmente incongrua, dato il loro soggetto. Il ciclo presenta la combinazione di unità tematica e varietà inventiva che ha dato tanto piacere all'occhio rinascimentale.

Robert-Dumesnil elenca quattro stati per queste incisioni, il primo e il secondo senza i numeri nell'angolo inferiore destro che compaiono nel terzo e nel quarto. Il secondo e il terzo stato furono stampati dall'editore François Langlois e recano, solo sulla prima incisione della suite (RD 281), la scritta FL.D. Ciartres excud. Il quarto stato fu stampato nel XVIII secolo dal figlio del grande collezionista e conoscitore Pierre-Jean Mariette, e la prima stampa reca l'iscrizione P. Mariette le fils. Secondo Robert-Dumesnil le stampe della suite possono essere suddivise in due diverse campagne di esecuzione, e il presente esemplare rientra nel gruppo più grande di otto. L'indicazione in basso a sinistra del privilegio reale (Cum pri Regis), dimostra che le incisioni sono state realizzate durante gli anni di permanenza di Delaune in Francia.

Magnifico esemplare appartenuto alla collezione di Alexandre-Pierre-François Robert-Dumesnil, il cui timbro a secco è impresso in basso al centro (Lugt 2200).

Bibliografia

A. P. F. Robert-Dumesnil, Le peintre-graveur français, (IX.88.284.I); G. A. Wanklyn, The French Renaissance in Prints from the Biblioteque Nationale de France, pp. 358-359; Kathleen Wilson-Chevalier, in Fontainebleau et l'estampe en France au XVI siècle: Iconographie et contradictions, exh. cat. (Nemours: Château-Musée Ville de Nemours, 1985), p. 145ff.

Etienne DELAUNE (Parigi, 1519 circa; Parigi, 1583)

Orafo, realizzatore di medaglie, disegnatore e incisore. Viene dipinto come orafo parigino altamente specializzato, nelle cronache del 1546. Nel 1552 entrò alla zecca reale, per venire, tuttavia, licenziato l’anno successivo. Gli sono state attribuite un considerevole numero di medaglie, inclusa una di Enrico II (Parigi, Bib. N., Cab. Médailles). Iniziò a dedicarsi all’incisione nel 1557. Le sue prime stampe datate, una serie di 12 lastre che illustrano il Vecchio Testamento e due disegni per specchi, risalgono al 1561. Aveva come modelli di riferimento gli artisti italiani della Scuola di Fontainebleau, come Rosso Fiorentino, Nicolò dell’Abate e soprattutto Luca Penni, piuttosto che Francesco Primaticcio. Il 1569 è ricordato come l’anno in cui Delanue raggiunse l’apice della sua produzione in stile Fontainebleau con dieci stampe ispirate ai Maestri italiani. A causa del suo Credo Calvinista, lasciò Parigi in conseguenza del massacro della Vigilia di San Bartolomeo, il 24 Agosto 1572, per rifugiarsi a Strasburgo, città libera del Sacro Romano Impero. Vi rimase per quattro mesi, poi ottenne altrove una commissione per la realizzazione di ritratti, probabilmente ad Asburgo dove, nel 1576 realizzò due incisioni in cui rappresentava il lavoro dell’orafo. Si hanno notizie della sua presenza a Strasburgo l’anno successivo ed era ancora lì nel 1580, data di realizzazione del set di 20 incisioni di allegorie morali, basate sui disegni del figlio, Jean Delaune (1580). La sua ultima opera datata, un ritratto di Ambroise Paré, risale al 1582.

Etienne DELAUNE (Parigi, 1519 circa; Parigi, 1583)

Orafo, realizzatore di medaglie, disegnatore e incisore. Viene dipinto come orafo parigino altamente specializzato, nelle cronache del 1546. Nel 1552 entrò alla zecca reale, per venire, tuttavia, licenziato l’anno successivo. Gli sono state attribuite un considerevole numero di medaglie, inclusa una di Enrico II (Parigi, Bib. N., Cab. Médailles). Iniziò a dedicarsi all’incisione nel 1557. Le sue prime stampe datate, una serie di 12 lastre che illustrano il Vecchio Testamento e due disegni per specchi, risalgono al 1561. Aveva come modelli di riferimento gli artisti italiani della Scuola di Fontainebleau, come Rosso Fiorentino, Nicolò dell’Abate e soprattutto Luca Penni, piuttosto che Francesco Primaticcio. Il 1569 è ricordato come l’anno in cui Delanue raggiunse l’apice della sua produzione in stile Fontainebleau con dieci stampe ispirate ai Maestri italiani. A causa del suo Credo Calvinista, lasciò Parigi in conseguenza del massacro della Vigilia di San Bartolomeo, il 24 Agosto 1572, per rifugiarsi a Strasburgo, città libera del Sacro Romano Impero. Vi rimase per quattro mesi, poi ottenne altrove una commissione per la realizzazione di ritratti, probabilmente ad Asburgo dove, nel 1576 realizzò due incisioni in cui rappresentava il lavoro dell’orafo. Si hanno notizie della sua presenza a Strasburgo l’anno successivo ed era ancora lì nel 1580, data di realizzazione del set di 20 incisioni di allegorie morali, basate sui disegni del figlio, Jean Delaune (1580). La sua ultima opera datata, un ritratto di Ambroise Paré, risale al 1582.