La lapidazione di Santo Stefano

Riferimento: S30152
Autore Cornelis CORT
Anno: 1576
Misure: 428 x 570 mm
1.250,00 €

Riferimento: S30152
Autore Cornelis CORT
Anno: 1576
Misure: 428 x 570 mm
1.250,00 €

Descrizione

Bulino, 1576, firmato e datato in lastra in basso a sinistra.

Da un soggetto di Marcello Venusti.

Esemplare nel secondo stato di due con l’indirizzo dell’editore Gaspare Alberti. Bellissima prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, rifilata al rame o con sottili margini, tracce di pieghe di carta visibili al verso, piccolo restauro all’angolo inferiore sinistro per il resto in ottimo stato di conservazione.

L’opera traduce in rame un dipinto di Marcello Venusti. Il suo disegno preparatorio per la stampa del Cort è conservato al National Museum di Stoccolma.

La scena rappresenta il momento della lapidazione (36 o 37 d. C.), fuori di Gerusalemme, a cui Stefano, primo martire della Chiesa, fu condannato dai Giudei sotto l'accusa di aver bestemmiato Dio, la religione e il Tempio. Il luogo del martirio è tradizionalmente collocato poco fuori della Porta di Damasco, che si osserva nell’incisione. La composizione è divisa su due piani. In basso, mostra Stefano, in ginocchio, le braccia aperte e lo sguardo rivolto al cielo, accerchiato da una folla numerosa intenta a scagliare o a raccogliere i sassi. Colpisce, sulla sinistra, la presenza di un bambino che tiene in grembo i sassi che l’uomo accanto a lui raccoglie dal terreno, accentuando l’aspetto raccapricciante dell’episodio. In alto nel cielo, portati dagli angeli su una nuvola, assistono al martirio Gesù e Dio padre, nell’immagine antropomorfa con l’aureola triangolare, simbolo della Trinità cristiana, e le mani appoggiate sul globo sormontato dalla croce, simbolo di Cristo Salvator Mundi. L’iscrizione in basso ricorda, infatti, che il martire, poco prima di morire, vide in cielo la gloria di Dio padre e Gesù alla sua destra, e pronunciò le ultime parole: Domine Iesu suscipe spiritum meum (Signore Gesù accogli il mio spirito).

Bibliografia

The New Hollstein, II, p. 28, 79 II/II; Bartsch 52.

Cornelis CORT (Hoorn, nr Alkmaar, 1533 - Roma, prima del 22 Aprile 1578)

Incisore e disegnatore nord-olandese, attivo nelle Fiandre e in Italia. Le sue prime opere documentate sono una serie di incisioni stampate dall’editore anversano Hieronymous Cock, all’inizio del 1553. Cort potrebbe aver compiuto l’apprendistato nell’entourage di Cock, poiché nessuna di queste stampe riporta il suo nome, almeno finché le lastre rimasero di proprietà di Cock. Una lettera datata 1567, indirizzata a Tiziano, da parte dello scrittore-pittore olandese Domenicus Lampsonius (1532–99) descrive Cock come maestro di Cort. Nel 1560 Cort aveva ormai sviluppato uno stile audace e fortemente modellato, influenzato principalmente dall’italiano Giorgio Ghisi, che aveva lavorato per Cock tra il 1550 e il 1555. Cort era particolarmente dotato nella realizzazione di riproduzioni delle composizioni figurali sullo stile italiano di Frans Floris, alla cui maniera incise più di 50 stampe. Notevoli le Arti Liberali (sette stampe, 1565) e le Fatiche di Ercole (dieci stampe, 1565). Riprodusse anche composizioni di Maarten van Heemskerck, Andrea del Sarto, Rogier van der Weyden e altri, mentre lavorava per Cock.

Cornelis CORT (Hoorn, nr Alkmaar, 1533 - Roma, prima del 22 Aprile 1578)

Incisore e disegnatore nord-olandese, attivo nelle Fiandre e in Italia. Le sue prime opere documentate sono una serie di incisioni stampate dall’editore anversano Hieronymous Cock, all’inizio del 1553. Cort potrebbe aver compiuto l’apprendistato nell’entourage di Cock, poiché nessuna di queste stampe riporta il suo nome, almeno finché le lastre rimasero di proprietà di Cock. Una lettera datata 1567, indirizzata a Tiziano, da parte dello scrittore-pittore olandese Domenicus Lampsonius (1532–99) descrive Cock come maestro di Cort. Nel 1560 Cort aveva ormai sviluppato uno stile audace e fortemente modellato, influenzato principalmente dall’italiano Giorgio Ghisi, che aveva lavorato per Cock tra il 1550 e il 1555. Cort era particolarmente dotato nella realizzazione di riproduzioni delle composizioni figurali sullo stile italiano di Frans Floris, alla cui maniera incise più di 50 stampe. Notevoli le Arti Liberali (sette stampe, 1565) e le Fatiche di Ercole (dieci stampe, 1565). Riprodusse anche composizioni di Maarten van Heemskerck, Andrea del Sarto, Rogier van der Weyden e altri, mentre lavorava per Cock.