La battaglia di Zama

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Riferimento: S47047
Autore Cornelis CORT
Anno: 1567
Misure: 540 x 410 mm
2.500,00 €

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Riferimento: S47047
Autore Cornelis CORT
Anno: 1567
Misure: 540 x 410 mm
2.500,00 €

Descrizione

La battaglia tra Scipione e Annibale a Zama; una battaglia infuria con fanti, cavalleria, picchieri ed elefanti; gli elefanti hanno contenitori fortificati sulla schiena che contengono soldati che lanciano pietre e arcieri che scoccano frecce.

Bulino, 1567, da un disegno di Giulio Romano. Sotto è riportata una dedica a Tommaso de' Cavalieri: “EX ARCHETYPO RAPHAELIS URBINATIS / QUOD EST APUD THOMAM CAVALERIUM PATRICIUM ROMANUM / EXCUDEBAT ROMAE ANTONIVS LAFRERIVS SEOVANI”. Nell'angolo in basso a destra imprint “Cum Gratia et Privilegio M.D.LXVII”.

Esemplare nel secondo stato di quattro, con l’indirizzo di Antonio Lafreri e prima della firma di Cornelis Cort. Il primo stato della lastra è in realtà una prova di stampa ante litteram.

Magnifica prova, impressa su due fogli di carta vergata coeva con filigrana “incudine nel cerchio con stella”, rifilata al rame, tracce di pieghe di carta, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Il soggetto raffigura la Battaglia di Zama secondo la descrizione di Tito Livio nelle Storie (XXX 33, 4-16) ed è riportato con il titolo Battaglia d'elefanti di Annibale et Scipione nell'inventario di Antonio Lafrery del 1572 (in Ehrle, 1908, n. 296).

Il tema è stato inciso due volte dal Cort: la prima stampa, nota con la denominazione Battaglia dei romani contro Piro (Le Blanc, II, 1856, n. 156) deriva, come osserva Bierens De Haan (1948, n. 196) dal disegno, di problematica attribuzione, raffigurante lo stesso soggetto conservato al Louvre (Cabinet des Dessins, inv. 3717, fig. 99) attribuito a Francesco Penni.

Questa versione di Cornelis Cort della battaglia di Zama sembrerebbe derivare direttamente dal disegno di Giulio appartenente alla collezione E. Gatteaux, medagliere parigino, che venne distrutto nel 1871. Il disegno, di cui resta la fotografia nella Biblioteca Nazionale di Parigi, mostra infatti i contorni traforati per il riporto. Tale foglio potrebbe essere identificato con il disegno che apparteneva a Tommaso Cavalieri, il grande amico di Michelangelo, come infatti si legge nella stampa del Cort (quod est apud Thomam Cavalerium patricium romanum). È quindi verosimile che il Cort durante il suo soggiorno a Roma iniziato nel 1566 e protratto fino al 1578, abbia riprodotto su rame direttamente tale disegno.

Il soggetto, dove sono numerosi gli spunti formali desunti dalla Battaglia di Ponte Milvio al Vaticano, sarebbe realizzato da Giulio nel 1521-23 sulla base del disegno con Quattro studi di elefanti (Oxford, Ashmolean Museum P II. 590) attribuito a Giulio.

Bell’esemplare appartenuto alla collezione del barone Henri de Triqueti (1802-1874), catalogata da Lugt al n. 1304.

Bibliografia

The New Hollstein: Dutch and Flemish etchings, engravings and woodcuts 1450-1700, n. 196.II/IV; Bierens de Haan, L'oeuvre gravé de Cornelis Cort, graveur hollandais 1533-1578 (197); S. Massari, Giulio Romano pinxit et delineavit, pp. 205-206, n. 192, II/IV.

 

Cornelis CORT (Hoorn, nr Alkmaar, 1533 - Roma, prima del 22 Aprile 1578)

Incisore e disegnatore nord-olandese, attivo nelle Fiandre e in Italia. Le sue prime opere documentate sono una serie di incisioni stampate dall’editore anversano Hieronymous Cock, all’inizio del 1553. Cort potrebbe aver compiuto l’apprendistato nell’entourage di Cock, poiché nessuna di queste stampe riporta il suo nome, almeno finché le lastre rimasero di proprietà di Cock. Una lettera datata 1567, indirizzata a Tiziano, da parte dello scrittore-pittore olandese Domenicus Lampsonius (1532–99) descrive Cock come maestro di Cort. Nel 1560 Cort aveva ormai sviluppato uno stile audace e fortemente modellato, influenzato principalmente dall’italiano Giorgio Ghisi, che aveva lavorato per Cock tra il 1550 e il 1555. Cort era particolarmente dotato nella realizzazione di riproduzioni delle composizioni figurali sullo stile italiano di Frans Floris, alla cui maniera incise più di 50 stampe. Notevoli le Arti Liberali (sette stampe, 1565) e le Fatiche di Ercole (dieci stampe, 1565). Riprodusse anche composizioni di Maarten van Heemskerck, Andrea del Sarto, Rogier van der Weyden e altri, mentre lavorava per Cock.

Cornelis CORT (Hoorn, nr Alkmaar, 1533 - Roma, prima del 22 Aprile 1578)

Incisore e disegnatore nord-olandese, attivo nelle Fiandre e in Italia. Le sue prime opere documentate sono una serie di incisioni stampate dall’editore anversano Hieronymous Cock, all’inizio del 1553. Cort potrebbe aver compiuto l’apprendistato nell’entourage di Cock, poiché nessuna di queste stampe riporta il suo nome, almeno finché le lastre rimasero di proprietà di Cock. Una lettera datata 1567, indirizzata a Tiziano, da parte dello scrittore-pittore olandese Domenicus Lampsonius (1532–99) descrive Cock come maestro di Cort. Nel 1560 Cort aveva ormai sviluppato uno stile audace e fortemente modellato, influenzato principalmente dall’italiano Giorgio Ghisi, che aveva lavorato per Cock tra il 1550 e il 1555. Cort era particolarmente dotato nella realizzazione di riproduzioni delle composizioni figurali sullo stile italiano di Frans Floris, alla cui maniera incise più di 50 stampe. Notevoli le Arti Liberali (sette stampe, 1565) e le Fatiche di Ercole (dieci stampe, 1565). Riprodusse anche composizioni di Maarten van Heemskerck, Andrea del Sarto, Rogier van der Weyden e altri, mentre lavorava per Cock.